Tua vivit imago - volume 1

L autore Lucrezio L uccisione di I genìa e le accuse alla religio Ai vv. 80-82, il secondo appello a Memmio, dopo quello dei vv. 50-61, mira a sgombrare il campo da un errata interpretazione dell attacco contro la religio contenuto nei versi dedicati a Epicuro: le critiche alla religio, spiega Lucrezio, non sono empie; empi sono i riti tradizionali che una concezione sbagliata degli dèi e della loro attività ha imposto agli uomini. Spietata, in particolare, è l uccisione di I genìa, ordinata da Calcante come unico rimedio alla bonaccia che teneva ferma la otta greca destinata a Troia. La descrizione della morte di I genìa è una delle pagine più signi cative del poema, e sarebbe sbagliato considerarla un excursus: Lucrezio sperimenta per la prima volta nell opera quella totale connessione tra forza dimostrativa e pàthos descrittivo che costituisce uno dei tratti fondamentali del De rerum natura. L elaborazione letteraria del passo, che si ricollega soprattutto all Agamennone di Eschilo e all I genìa in ulide di Euripide, è sostenuta dalla vis polemica che giusti ca la presenza di questo esempio. Alcuni critici hanno voluto vedere in questo passo un tono esasperato. Ma è indispensabile inquadrare ogni brano in un contesto particolare e interpretarlo come una tappa speci ca del percorso educativo che Lucrezio propone al suo discepolo. Qui, all inizio dell opera, è necessario prima di tutto eliminare senza esitazioni il rischio che Memmio si ri uti anche solo di ascoltare la lezione del poeta. Ed è per questo che al possibile timore del dedicatario Lucrezio risponde con forza, ritorcendo contro la religio le accuse che i suoi seguaci rivolgono all epicureismo. Per questo, nel passo qui proposto Lucrezio si concentra solo sulla parte negativa della religio e mette in evidenza i delitti che sono stati commessi in suo nome (Tantum religio potuit suadere malorum, v. 101). Tuttavia, nel sistema epicureo c è comunque spazio per gli dèi e per una forma non oppressiva di religione. Gli dèi esistono ma vivono in eterno, separati dal mondo e da ogni preoccupazione terrena: non aiutano gli uomini, e neppure li ostacolano o puniscono. La devozione deve trasformarsi in ammirazione rivolta a esseri superiori che indicano un modello di esistenza, l atarassia, cui anche i mortali possono e debbono aspirare, come insegna appunto Epicuro. Laboratorio sui testi COMPRENSIONE 1. Quali sono i meriti di Epicuro che Lucrezio evidenzia ai vv. 62-79? C è, secondo te, un legame tra questo passo e il proemio del primo libro ( T2)? 2. I vv. 80-101 si concentrano su un triste episodio della mitologia greco-romana, il sacrificio di Ifigenìa. Da altre fonti sappiamo che alla ragazza era stato fatto credere che quel giorno sarebbe andata in sposa ad Achille. Lucrezio non riporta il dettaglio, ma alcune espressioni che utilizza vi fanno indirettamente riferimento; quali sono tali espressioni? Attraverso quali passaggi Ifigenìa si rende conto del destino che la attende? Come viene collegato questo racconto ai versi precedenti? ANALISI 3. La concisa espressione muta metu (v. 92) palesa il sentimento di paura che Ifigenìa prova nel momento in cui comprende il suo destino. Quale figura retorica di suono è presente in tale espressione? La lingua latina utilizza, oltre a metus, altri termini per indicare il timore: terror, horror, tremor, pavor, timor, form do. Con l aiuto del dizionario rifletti sulle diverse sfumature di significato di questi sostantivi. 4. Un altra espressione molto concisa, casta inceste (v. 98), che esprime insieme la commozione del poeta e tutta la sua rabbia, rappresenta un ossimoro che risulta fortemente espressivo: per quale motivo? COMPETENZE ATTIVE Mettiti alla prova ESERCIZIO ONLINE Per approfondire L immagine del sacrificio di Ifigenìa ha ispirato le riflessioni di numerosi scrittori e poeti, tra cui Attilio Bertolucci (1911-2000). Su myDbook leggi il componimento I genia e scrivi una tua riflessione in proposito, aiutandoti con le domande guida. 485

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana