2. Il De rerum natura

L autore Lucrezio in breve dell epicureismo, la corrente alla quale aderisce, ha fatto pensare anche a un suo viaggio ad Atene o a una provenienza campana, a causa della presenza della scuola epicurea guidata da Filodemo a Ercolano, presso la Villa dei Papiri (o dei Pisoni), e del filosofo epicureo Siro a Napoli. Alcuni passi del poema di Lucrezio fanno riferimento a luoghi della Grecia con espressioni che suggeriscono un esperienza diretta (per esempio gli anelli di Samotracia, isola del mar Egeo settentrionale, menzionati ai versi 1044-1046 del sesto libro) ed è in ogni caso ragionevole pensare che un uomo di vasta cultura avesse visitato quelle aree. Altri riferimenti puntuali a luoghi e costumi di Roma attestano anche una conoscenza diretta della città, per esempio la rupe Tarpeia (III, 1016). Lucrezio pazzo? Da rifiutare come priva di fondamento è la notizia, tramandata da Girolamo, della pazzia di Lucrezio causata da un filtro d amore e del suo conseguente suicidio. Non possediamo alcuna altra attestazione della notizia; non ne fanno uso nemmeno aperti oppositori del poeta ed esponenti centrali del Cristianesimo quali Arnobio e Lattanzio, cui pure avrebbe giovato come arma polemica. L accusa potrebbe aver avuto origine sia in ambito pagano, dove simili leggende circolano attorno a figure di filosofi, sia in ambito cristiano per contrastare la posizione antireligiosa dell epicureismo. Conosciamo da Plinio il Vecchio (I secolo d.C.) un poeta di nome Lucullo morto per un filtro d amore, e la somiglianza dei due nomi potrebbe aver causato la confusione. La diceria sulla follia di Lucrezio, che lo avrebbe spinto al suicidio, non è credibile: forse è frutto di un equivoco o della malizia dei suoi avversari. 2. Il De rerum natura Contenuto e scopo del poema Circa 7400 esametri compongono i sei libri del De rerum natura, unica opera pervenutaci di Lucrezio, il quale con ogni probabilità non ha avuto modo di rivederla definitivamente (una spia significativa in questo senso è la promessa, pronunciata nel quinto libro, al verso 155, di una trattazione diffusa sugli dèi cui però il testo, nella forma a noi pervenuta, non dà seguito). La data di composizione è ignota; il riferimento a un momento difficile per la patria (patriai tempore iniquo, I, 41) si accorda con molte fasi delicate della vita politica di Roma in tutta la metà del I secolo a.C. e non permette una collocazione temporale più precisa. Gli obiettivi del poema sono l esposizione della dottrina di Epicuro e la conversione del lettore a quest ultima. L epicureismo è propugnato come l unica filosofia in grado di far conseguire il fine ultimo dell esistenza: l atarassia, uno stato di tranquillità e di mancanza di dolore ( p. 460). Lo strumento attraverso il quale l umanità può raggiungere tale condizione è la conoscenza delle leggi naturali che regolano l universo, escludono completamente il ruolo degli dèi in esso e dimostrano l impossibilità di una punizione ultraterrena. A essere negata non è l esistenza delle divinità, ma il loro interesse per le faccende degli esseri umani. Il De rerum natura è un poema in sei libri di esametri. Si propone di esporre i princìpi della dottrina epicurea e di convertire a essa il lettore. Busto in marmo del filosofo Epicuro. 459

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana