Tua vivit imago - volume 1

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI 10 15 20 Atque illinc abii tuo lepore incensus, Licini, facetiisque, ut nec me miserum cibus iuvaret, nec somnus tegeret quiete ocellos, sed toto indomitus furore lecto versarer cupiens videre lucem, ut tecum loquerer, simulque ut essem. At defessa labore membra postquam semimortua lectulo iacebant, hoc, iucunde, tibi poema feci, ex quo perspiceres meum dolorem. Nunc audax cave sis, precesque nostras, oramus, cave despuas, ocelle, ne poenas Nemesis reposcat a te. Est vemens dea; laedere hanc caveto. 7-13. Atque illinc ut essem La nuova allocuzione all amico segna il passaggio alla seconda parte della serata, quando Catullo va via da lì (illinc), completamente acceso (incensus) dal fascino e dallo spirito dell amico (tuo lepore facetiisque; lepos e facetiae rientrano tra i termini chiave della poesia neoterica). incensus: il participio richiama il motivo del fuoco d amore, accostando a questo sentimento la passione comune per la poesia. ut nec me ocellos: l adrenalinica sensazione di cui Catullo si sente pervaso è forte al punto da togliergli la fame e il sonno (ut ha valore consecutivo), entrambi sintomi della passione amorosa, a cui rimanda anche l uso dell aggettivo miserum. Nec somnus... ocellus signi ca letteralmente che il sonno copriva gli occhietti nella [sua] quiete (quiete è ablativo strumentale). toto indomitus loquerer: il poeta è costretto ! repetita iuvant p. 415 a rigirarsi per tutto il letto (toto lecto in iperbato) in preda a una incontrollabile inquietudine (indomitus furore è in enallage*) e bramoso di vedere la luce (cupiens videre lucem) del nuovo giorno per poter rivedere l amico e tornare a parlare con lui (ut tecum loquerer). 14-17. At defessa dolorem A questo punto Catullo rievoca il momento stesso della composizione del carme: dopo la fatica (labore) descritta nei versi precedenti, le membra spossate (defessa membra) e mezze morte (semimortua) sono riuscite a trovare riposo sul letto e il poeta ha potuto comporre per l amico caro (iucunde, tibi) questo componimento (il deittico hoc, riferito a poema, rimanda al carme stesso), al ne di mostrargli la sua sofferenza (ex quo perspiceres meum dolorem, lett. dal quale comprendessi il mio dolore ). 18-21. Nunc audax caveto Nunc: segna il passaggio all ultima sezione del brano, in cui il poeta implora (oramus) l amico (per l allocuzione qui è usato il vezzeggiativo ocelle, luce dei miei occhi ) di non essere arrogante (audax) e non disprezzare le sue preghiere. cave cave: imperativo di caveo (con la vocale nale abbreviata per correptio iambica) seguito in asindeto* dal congiuntivo (sis e despuas); è ripetuto anaforicamente. ne poenas caveto: il carme si conclude con un riferimento a Nemesi, la violenta (vemens equivale a vehemens) dea della vendetta, che potrebbe farla pagare a Calvo, qualora non apprezzasse la poesia di Catullo, e con l esortazione a non offenderla. L imperativo futuro nale, caveto, è caratteristico dei testi giuridici e sacrali. Analisi del testo La tecnica poetica Catullo utilizza diversi termini tecnici della composizione poetica o comunque allusivi alle scelte di poetica (lusimus, v. 2; versiculos, v. 4; ludebat e numero, v. 5; lepore, v. 7; facetiis, v. 8; poema, v. 16). Fare poesia insieme nella cerchia neoterica era un attività importante, fondata su regole chiare, sulla varietà metrica, sulla grazia e sulla reciprocità. La passione L adrenalina dopo la serata viene descritta dal poeta con gli stessi sintomi della passione 414 amorosa: non ha voglia di mangiare, non riesce a dormire, si rigira nel letto e non vede l ora che sorga il giorno per poter continuare il colloquio con l amico (vv. 9-13); il suo desiderio è descritto addirittura come una forma di sofferenza (dolorem, v. 17). Solo dopo che l estasi è passata, Catullo ormai spossato dall eccitazione provata (vv. 14-15) può dedicarsi alla stesura del carme, in cui renderà eterno il momento appena vissuto.

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Età arcaica e repubblicana