Græce loqui - Terenzio traduttore

DALLE ORIGINI ALLA CONQUISTA DEL MEDITERRANEO un ceto urbano discretamente colto, senza volgarità, ma non priva della vivacità propria del parlato, con esclamazioni, apostrofi, ellissi, costrutti paratattici. Una vivacità più pronunciata emerge soprattutto nei monologhi di personaggi che si trovano in una condizione di conflitto interiore e che danno espressione alla propria sofferenza con uno stile più patetico, caratterizzato da una maggiore presenza di interiezioni, ripetizioni e figure di suono, nel quale la critica ha visto un segnale della partecipazione dell autore alle vicissitudini dei suoi personaggi: anche questo si può considerare un tratto dell humanitas terenziana. La sempli cazione della metrica Come abbiamo già visto, anche nella metrica Terenzio si mostra assai più sobrio del predecessore: nelle sue commedie si ha una drastica riduzione dei cantica in metri lirici, quasi del tutto assenti, mentre la maggior parte dei brani cantati (i cantica*, appunto) è composta, di fatto, negli stessi metri giambici e trocaici usati per le parti recitate (i deverbia*): in generale, dunque, la varietà dei metri risulta enormemente ridotta rispetto ai numeri innumeri plautini. gr ce loqui terenzio traduttore In questo brano (tratto da Vortit barbare. Le traduzioni poetiche da Livio Andronico a Cicerone) Alfonso Traina mostra come per Plauto e Terenzio sia difficile valutare il rapporto con i modelli, a causa della quasi totale perdita degli originali, e come la tecnica del verte re (cioè del tradurre ) in Terenzio si sviluppi su due piani differenti: quello del contenuto e quello dello stile. Sembra un paradosso: i due poeti superstiti della letteratura latina arcaica, Plauto e Terenzio, offrono all indagine sul vertere un materiale molto più ridotto e insignificante dei poeti frammentari. La ragione è che, al contrario che per gli epici e i tragici, non possediamo nessun originale integro dei poeti comici, e ciò diminuisce le possibilità di una s ncresis [ confronto ]; e se le sei commedie terenziane sono un po meno avare di raffronti che le venti plautine, lo dobbiamo all esistenza dei commenti antichi, che hanno salvato qualche citazione del modello greco [ ]. In generale si può affermare che esso [il vertere di Terenzio] si svolge su due piani diversi, e anzi contrastanti. Sul piano dei contenuti, si ha un impoverimento del modello, spogliato di ogni particolare contingente, realistico, a vantaggio di ciò che è essenzialmente ed universalmente umano. Non è l Atene di Menandro né la Roma di Plauto: è la scena del mondo, dovunque turbinano interessi, passioni, illusioni di uomini. Dimidiatus Menander! [è la definizione di Terenzio data da Cesare p. 222] Ma questo interesse per l uomo ha, sul piano della forma, un risultato opposto. Pur nei limiti del suo atticismo 230 Affresco rappresentante il commediografo Menandro nella cosiddetta Casa di Menandro a Pompei. [cioè uno stile sobrio ed elegante], Terenzio ha una sua tensione stilistica superiore a Menandro. Dovunque esiste possibilità di confronto, la materia verbale del latino si rivela più preziosa, più sonora del greco. Agisce in ciò, senza dubbio, l eredità di una tradizione stilistica che puntava, contro la linea greca, sul colore latino.

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana