Fino a noi - La fortuna di Terenzio

L autore Terenzio Fino a noi La fortuna di Terenzio Citazioni, volgarizzamenti, adattamenti: i valori di Terenzio resistono nel tempo. L antichità: l apprezzamento degli autori cristiani Molto amato nell antichità in virtù della purezza del suo stile, tanto che entra a far parte del canone dei testi scolastici, Terenzio è elogiato da Cicerone ( p. 222) e apprezzato dagli autori cristiani in particolare per il carattere edificante delle sue commedie: è notevole da questo punto di vista, tra le altre, la testimonianza di Agostino (354-430 d.C.), critico verso le scene di seduzione, ma ammirato, allo stesso tempo, dall humanitas di Terenzio. Il tributo di Rosvita e le citazioni di Dante Nel Medioevo Terenzio diviene uno degli autori più letti nelle scuole, dove continua a lungo a essere celebrato come il poeta comico per eccellenza. Un episodio tra i più significativi della ricezione medievale del commediografo è rappresentato dall opera di Rosvita di Gandersheim (935-973), una monaca benedettina tedesca celebre per la sua cultura e per le sue composizioni poetiche. Rosvita è autrice, in particolare, e, di sei drammi, notevoli proprio per l imitazione, in un contesto tipicamente medievale, degli autori classici. Significative sono le parole con cui lei stessa introduce le sue opere drammatiche: «Vi sono molti a cattolici [ ] che per la raffinata eleganza della lingua antepongono la frivolezza dei libri pagani all utilità delle Sacre Scritture. Ce ne sono altri poi che, pur attenendosi fedelmente alle pagine sacre e pur disprezzando altre opere di autori pagani, leggono e zio rileggono di frequente le creazioni poetiche di Terenzio e, mentre si godono la dolcezza della sua lingua, sono contaminati dalle scelleratezze di cui vengono a conoscenza. Perciò, mentre altri ne coltivano la lettura, io, la squillante voce di Gandersheim, non ho avuto scrupolo di imitarlo nelle mie composizioni, perché nello stesso genere di composizione in cui venivano rappresentate oscene sconcezze di donne senza pudore venisse esaltata, in base alle modeste capacità del mio ingegno, l encomiabile illibatezza di vergini cristiane (Praefatio II, trad. F. Bertini). Terenzio è considerato il massimo poeta comico anche da Dante (1265-1321), che nella celebre epistola a Cangrande della Scala lo cita proprio nella definizione di commedia , per spiegare il titolo del poema: Comedia vero inchoat asperitatem alicuius rei, sed eius materia prospere terminatur, ut patet per Terentium in suis comediis, «La comedìa invece inizia dalla narrazione di situazioni difficili, ma la sua materia finisce bene, come risulta dalle comedìe di Terenzio (trad. G. Brugnoli). Il commediografo è ricordato anche in Purgatorio, XXII, 97-98, dove il poeta latino Stazio (I secolo d.C.), che nell immaginazione di Dante si era convertito al cristianesimo e per questo si trova nel Purgatorio, domanda a Virgilio: «Dimmi dov è Terrenzio nostro antico, / Cecilio e Plauto e Varro, se lo sai (accanto ai Luca Signorelli, affresco raffigurante Dante Alighieri, 1500-1504. Duomo di Orvieto. 231

Tua vivit imago - volume 1
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Età arcaica e repubblicana