Tua vivit imago - volume 1

L autore Plauto Analisi del testo La funzione del monologo Nel suo eccesso di fedeltà e devozione verso il padrone, Psèudolo ha deciso di trovare in ogni modo una soluzione alle dif coltà incontrate dal giovane Calidòro nel riscattare la cortigiana Fenicia. Congedato Calidòro, lo schiavo si ritrova a soppesare fra sé e sé le possibili soluzioni, che registra in un ingegnoso e vivace monologo. Psèudolo lamenta, in particolare, la troppo generosa concessione incautamente fatta al giovane Calidòro: come farà ora a trovare le venti mine che sono necessarie per il riscatto di Fenicia? La meditazione è interrotta soltanto dall arrivo del vecchio Simone. Nello sviluppo della trama delle commedie plautine, il monologo segna spesso un momento di transizione tra il palesarsi di un problema (qui, la necessità di trovare le venti mine) e l attivarsi del protagonista per trovare una soluzione; costituisce dunque una pausa e insieme una svolta, attraverso la quale il servo personaggio al quale non a caso Plauto af da, in genere, i monologhi si prende la scena e, da aiutante di qualcun altro, diviene il vero protagonista. Struttura e stile possibile dividere il monologo in due parti: la prima, che occupa i vv. 394-400, è caratterizzata dalla disperata ricerca di una soluzio- ne da parte di Psèudolo, che si rivolge a sé stesso sempre in seconda persona (tranne che al v. 398); la seconda, ai vv. 401-414, mostra invece un tono meno scoraggiato e più propositivo. Questa seconda sezione, che si apre con un forte Sed ( Ma ), serve da transizione alla scena successiva e ricorda al pubblico che la vittima designata degli inganni di Psèudolo è Simone. Il paragone con il poeta rimasta celebre ed è considerata emblematica del teatro plautino la similitudine* contenuta ai vv. 401-403, nella quale Psèudolo si paragona a un poeta che, per divertire e sorprendere il suo pubblico, deve trovare sempre argomenti nuovi. Psèudolo, tuttavia, non sarà simile al poeta solo in quanto inventore di trame e intrighi, ma anche perché dovrà trovare qualcosa che non c è, che non esiste ancora, che non è ancora a disposizione (come il poeta deve reperire gli argomenti dei carmi, così Psèudolo i soldi di cui ha bisogno), e cercare di rendere credibili delle vicende inventate, dunque non vere . Il servo, indirizzando con le sue macchinazioni lo svolgersi degli eventi, compie sulla scena quello che il poeta fa a tavolino : a buon diritto, dunque, il protagonista della commedia può dire nunc ego poeta am, «ora io diventerò poeta (v. 404). Laboratorio sul testo COMPRENSIONE 1. Quale descrizione ci offre Psèudolo dell atto della scrittura poetica? Come si collega tale descrizione al suo modus agendi? 2. Quali caratteristiche tipiche del personaggio del servus mostra Psèudolo? ANALISI 3. Rintraccia tutte le costruzioni perifrastiche del testo, analizzale e indica qual è il loro valore a livello concettuale. COMPETENZE ATTIVE Per discutere in classe Il nome del personaggio che dà il titolo alla commedia è un nome parlante e possiamo intenderlo come bugiardo ; sulla scena Psèudolo afferma addirittura che il poeta dà aspetto di verità alle menzogne (v. 403). In base alla tua esperienza di lettore, ti senti di condividere la concezione plautina del poeta e della poesia? Il poeta è qualcuno che inventa oppure è la realtà quotidiana a fornirgli ispirazione per le sue opere? Riflettete su queste domande, poi dividete la classe in due gruppi (uno a favore dell affermazione che Plauto fa pronunciare a Psèudolo, l altro contro) e organizzate un debate. 187

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Età arcaica e repubblicana