Leggere di matematica - Le lettere e il calcolo

ggere gere di ge Le lettere e il calcolo La ricerca di una scrittura matematica semplice e rigorosa ha accompagnato la storia di questa disciplina fin dalle sue origini. Siamo così abituati alle scritture algebriche usuali, all uso di lettere nei calcoli e nelle formule, da pensare che queste scritture siano sempre state uguali nei secoli passati. Non è così: la scrittura algebrica che noi utilizziamo è un prodotto abbastanza recente. In tabella vi sono alcuni esempi di scrittura dei numeri tra il X e il XVI secolo (osserva che fino al secolo XIII non esiste un simbolo che indichi 0): Data Fonte 1 976 Codex Vigilianus Ms.lat.d. I.2, fol. 9 Spagna. Bibl. San Lorenzo del Escorial Prima del 1030 Ms. lat. 7 231, fol. 85 Limoges. Biblioteca Naz., Parigi Fine XI secolo Bernelius, Abacus. Ms. lat. 7 193, fol. 2 Biblioteca Naz., Parigi XIII secolo Ms. Arund 292, fol. 107 British Museum, Londra Verso il 1524 Quodlibetarius, Ms. n. 1463 Erlangen 2 3 4 5 6 7 8 9 0 Sono gli algebristi rinascimentali a utilizzare per primi le lettere, come rappresentanti generali dei numeri, tuttavia i pochi simboli usati nei trattati di algebra del Rinascimento sono ancora solo delle abbreviazioni di parole. N el Rinascimento si usavano le lettere per indicare sia le incognite sia le operazioni da svolgere, per esempio: 15LmIQp35 aequalia 12m2LpIQ dove L sta per x, m per meno, IQ per incognita al quadrato e p per moltiplicato: 15x x2 35 = 12 2x x2 Sono stati gli studiosi europei a introdurre la cosiddetta algebra simbolica: 4 plus 2 diventò 4 & 2 (& = et) In seguito, il simbolo di crescita & venne rappresentato con il +, segno della croce, ovvero della crescita dovuta all avvento della religione cristiana. Il segno minus ( ) derivò dall uso di porre una linea nelle forme contratte (mancante e quindi sottrarre). Il segno = fu introdotto nel 1557 da Robert Recorde, medico e matematico gallese. Il segno = stava a significare che due rette parallele complanari* (//) non si sarebbero mai incontrate, quindi erano perfettamente identiche e perciò esprimevano il concetto di uguaglianza. [Carl B. Boyer, A History of Mathematics, John Wiley & Sons, 1968] * Significa «che giacciono nello stesso piano 328

Il Maraschini-Palma - volume 1
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