La scultura etrusca

La SCULTURA etrusca

In 2 parole
Statue in TERRACOTTA e in BRONZO per tombe e templi

La scultura etrusca era essenzialmente destinata al culto e all’uso funerario. Le grandi sculture così come le statuette votive sono realizzate in terracotta e in bronzo, materiali di cui gli Etruschi padroneggiavano perfettamente le tecniche di lavorazione. Lo stile richiama i modelli dell’arte greca, che si fondono con elementi di gusto locale.
Il dio più bello

L’Apollo di Veio è un acrotèrio policromo (cioè colorato) che faceva parte della decorazione del tempio della città. Per la sua bellezza è stato attribuito a Vulca, l’unico scultore etrusco di cui conosciamo il nome, attivo nella città di Veio.

La statua, a grandezza naturale, ricorda i koùroi di età arcaica, sia per la posa frontale che per la resa del volto sorridente e dei capelli, ma qui, il movimento delle gambe è molto più accentuato rispetto ai modelli greci.

Una lupa leggendaria

La cosiddetta Lupa capitolina nel passato è divenuta simbolo del potere di Roma perché identificata con l’animale che allattò i due gemelli fondatori della città. In realtà si tratta di un’opera etrusca in bronzo, probabilmente del V secolo a.C. Il corpo della lupa, asciutto e magro, è reso in modo naturalistico, ma la posizione è rigida, soprattutto nel movimento del collo. Il muso, rispetto al corpo, è meno realistico, così come la raffigurazione del pelo, caratterizzato da riccioli schematici e decorativi.

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La chimera ferita

La statua bronzea della Chimera di Arezzo raffigura un mostro mitologico con corpo e testa di leone, coda di serpente e testa di capra sul dorso.

L’animale è colto con la bocca spalancata, mentre arretra per difendersi dal nemico, l’eroe greco Bellerofonte, incaricato di ucciderlo. Il corpo, con il busto inclinato in posizione di attacco, è rappresentato in modo naturalistico, mentre la criniera e il pelo del dorso sono resi con ciocche schematiche e rigide.

La dedica al dio Tinia, incisa sulla zampa anteriore destra, indica che si tratta di un dono alla divinità.

Una misteriosa statuetta votiva

Un’opera originale della statuaria in bronzo etrusca, datata al III secolo a.C.,

è la statuetta votiva nota come Ombra della sera, proveniente da Volterra. L’opera, così ribattezzata dal poeta Gabriele D’Annunzio perché evocava le ombre del tramonto, rappresenta un uomo nudo con il corpo dalle proporzioni estremamente allungate e il viso giovane, reso con fattezze realistiche.

Lo sguardo enigmatico e l’altezza inverosimile donano alla scultura un fascino misterioso, e allo stesso tempo dimostrano la grande capacità tecnica raggiunta dagli artigiani di Volterra, già famosi nell’antichità.

E oggi?
LE SCULTURE DI GIACOMETTI

L’arte antica ha sempre esercitato una grande influenza sugli artisti del Novecento che, rimasti affascinati dai soggetti o dagli stili, ne hanno proposto nuove interpretazioni.
Nel caso della statuetta etrusca detta Ombra della sera, l’opera è stata spesso accostata alla produzione dell’artista svizzero Alberto Giacometti (Borgonovo 1901-Coira 1966), che ha più volte dichiarato di essersi ispirato ad essa per le sue sculture filiformi di uomini e donne.
Le opere di Giacometti, a differenza del modellato liscio del bronzetto etrusco, presentano una superficie più irregolare e lavorata. Tuttavia, sebbene separate da secoli di storia, le forme longilinee e sottili corrispondono a quelle dell’Ombra della serahanno la stessa forza evocativa.

InsegnArti - volume B
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Storia dell’arte