L’Afrodite di Prassitele

L’Afrodite di PRASSITELE

In 2 parole
GRAZIA e NATURALEZZA delle pose

Prassitele, scultore vissuto nel IV secolo a.C., è chiamato anche il “maestro della grazia” perché preferisce ritrarre figure di donne o di adolescenti che, rispetto ai corpi maschili degli atleti, permettono di realizzare statue dalle curve più sinuose e dalle forme più tondeggianti. Per questo Prassitele usa spesso il marmo, più adatto del bronzo a rendere la morbidezza della figura, mentre il bronzo è più efficace nel dare risalto ai dettagli della muscolatura.

I soggetti delle opere di Prassitele sono ritratti in situazioni quotidiane, semplici, con gesti ed espressioni dei volti che comunicano dolcezza e serenità.

L’Afrodite più copiata

L’Afrodite Cnìdia (cioè della città di Cnido) è colta in un momento di intimità: sta per fare il bagno e appoggia l’abito su un vaso con la mano sinistra, mentre porta avanti la destra per coprirsi in un gesto di spontaneo pudore. La veste e il vaso fanno da supporto esterno alla statua, che è leggermente sbilanciata in avanti: Prassitele così sposta il baricentro della figura, rendendola flessuosa e realistica.

L’Afrodite Cnìdia è l’opera più citata dalle fonti antiche e più riprodotta, tanto che ne possediamo oggi numerose copie.

InsegnArti - volume B
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Storia dell’arte