Piet Mondrian

Piet MONDRIAN

Amersfoort (Paesi Bassi) 1872-New York 1944

In 2 parole
Un’arte astratta e armonica: linee ORTOGONALI e COLORI PRIMARI

Piet Mondrian giunge a Parigi nel 1919, qui entra in contatto con i movimenti d’avanguardia e sviluppa un proprio linguaggio astratto basato sulla semplificazione delle forme, ridotte a una griglia di linee ortogonali che dividono la superficie del quadro in aree definite, e sulla riduzione dei colori che, insieme al bianco e al nero, sono i soli primari (giallo, rosso e blu). A differenza di Kandinskij, Mondrian non vuole rappresentare la sua interiorità, ma una razionalità pura, del tutto slegata dalla raffigurazione della realtà.
La geometria del mondo

Queste caratteristiche si colgono a pieno in una serie di opere degli anni Venti del Novecento, che, come Composizione n. 2 in rosso, blu, nero e giallo, vogliono comunicare una nuova idea del mondo, in cui l’individuo e l’universo sono in armonia, legati da relazioni semplici e chiare, come sono, appunto, i colori primari e i segmenti orizzontali e verticali. Linea e colore sono quindi gli strumenti per evocare le tensioni e l’equilibrio che ognuno ha al proprio interno, l’armonia dietro il caos del mondo.

Mondrian non vuole rappresentare la realtà, vuole soltanto comunicare idee; per questo le sue tele di questi anni non hanno titoli, ma sono semplici “composizioni”.

Negli Stati Uniti: la gioia di vivere

L’occupazione nazista della Francia costringe Mondrian, come molti altri artisti, a trasferirsi negli Stati Uniti. In questa nuova realtà, influenzato dalla musica, dall’arte e dalla diversa mentalità, il suo stile si modifica. Nuovi elementi compaiono nelle sue opere: il nero sparisce e le tele acquistano maggiore dinamismo anche grazie a un nuovo modo di usare i colori, che comunicano gioia di vivere e un ritmo vivace, quasi musicale.

Broadway Boogie-Woogie allude proprio al frenetico boogie-woogie, uno stile musicale in voga nella New York degli anni Quaranta e Cinquanta, caratterizzato da variazioni rapide e veloci.

InsegnArti - volume B
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Storia dell’arte