Sandro Botticelli

Sandro BOTTICELLI

Alessandro di Mariano Filipepi
Firenze 1445-1510

In 2 parole
Una BELLEZZA IDEALIZZATA: miti antichi e purezza delle forme

Botticelli è considerato uno dei massimi pittori italiani di tutti i tempi. Legato all’ambiente umanistico della corte di Lorenzo de’ Medici, detto il Magnifico, signore di Firenze – dove frequenta i migliori artisti della città, oltre a poeti e filosofi –, Botticelli si inserisce pienamente nella tendenza naturalistica dell’arte fiorentina dell’epoca. Tuttavia la ricerca di una bellezza assoluta, volta all’idealizzazione delle formelo colloca in una posizione di grande originalità.
Per Botticelli la pittura deve essere espressione di un perfetto equilibrio di bellezza esteriore e grazia interiore, una specie di “poesia dipinta”.

MITO E ALLEGORIA
I soggetti mitologici di Botticelli spesso divengono allegorie, cioè immagini in cui ciò che è visibile (ambienti e personaggi) rimanda a un significato nascosto: un concetto astratto o un insegnamento morale. Nell’opera Pallade e il centauroper esempio, si vede la dea greca (Pallade è l’epiteto di Atena, dea della sapienza) che tiene per i capelli un centauro, creatura selvatica metà uomo e metà cavallo.
La scena potrebbe essere interpretata come l’allegoria della ragione che è capace di domare gli istinti bestiali.
IL GIARDINO DEI FIORI E DELL’AMORE
Un’altra opera di difficile interpretazione è il dipinto conosciuto come La primaveraconsiderato la più alta espressione dell’ideale ritorno all’età classica nella Firenze di fine Quattrocento. Per realizzare quest’opera sembra che Botticelli si sia ispirato ad alcune antiche narrazioni riprese dal poeta contemporaneo Poliziano, che descrive un giardino con le Grazie e il vento primaverile Zefiro che rincorre la ninfa Clori. Secondo il mito antico, Clori viene poi trasformata in Flora, dea della rinascita primaverile.
Seguendo l’interpretazione più diffusa, la figura centrale è Venere, e sopra di lei è il figlio Cupido che scaglia i suoi dardi facendo innamorare gli uomini. La scena, che si svolge nel giardino della dea, sarebbe quindi un’allegoria della giovinezza, l’età dell’amore.
A Botticelli non interessa un’ambientazione spaziale realistica e rigorosamente prospettica: le sue figure fluttuano nel prato senza calpestare l’erba e i fiori, come se fossero incorporee. Il pittore ha voluto creare un’atmosfera sognante, un mondo astratto e pieno di grazia: per questo ha scelto uno stile di grande purezza nelle forme. Il giardino, composto da moltissimi fiori raffigurati con grande dovizia di dettagli, ci appare immerso in un’atmosfera incantata, non reale.
Le sue figure, dalle forme allungate e dai profili perfetti, con le loro pose sinuose ed eleganti fanno rivivere l’ideale di bellezza dell’arte greca e romana.

InsegnArti - volume B
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Storia dell’arte