LE DONNE IN ITALIA TRA FINE OTTOCENTO E INIZI NOVECENTO

DONNE E DIRITTI NELLA STORIA Le donne in Italia tra fine Ottocento e inizi Novecento PER INIZIARE > Quali pensi fosse la condizione delle donne nell Italia di fine Ottocento? > Quali furono secondo te gli eventi che, in questi anni, determinarono importanti cambiamenti per le donne? «Tutti gli uomini, salvo poche eccezioni, e di qualunque classe sociale, per una infinità di ragioni poco lusinghiere per un sesso che passa per forte, considerano come naturale il loro privilegio di sesso e lo difendono con una tenacia meravigliosa, chiamando in aiuto Dio, chiesa, scienza, etica e leggi vigenti . A. Kuliscioff, Il monopolio dell uomo, Ortica, Aprilia 2020 LA STORIA: ANNA, LA SIGNORA DEL SOCIALISMO ITALIANO L autrice di queste parole, Anna Kuliscioff, era un esule russa che ricoprì un ruolo di primo piano nella politica italiana di fine Ottocento e che venne definita la signora del socialismo italiano . Pur muovendosi all interno di dinamiche di partito, ebbe a cuore molte questioni femminili come la tutela del lavoro e il suffragio e si adoperò affinché questi diritti venissero riconosciuti. Anja Moiseevna Rozenstejn nacque in Russia intorno al 1854 da una ricca famiglia ebraica. Nel 1871 si trasferì a Zurigo per frequentare l università, che nel suo paese era preclusa alle donne. In questi anni maturò il suo interesse per la politica e si avvicinò alle teorie anarchiche di Michail Bakunin. Tornata in Russia venne accusata di cospirazione contro il governo e fu emesso contro di lei un ordine di arresto; per questo nel 1877 si rifugiò in Svizzera, cambiando il cognome in Kuliscioff. Qui conobbe Andrea Costa, un anarchico italiano con il quale condivise la passione politica e iniziò una intensa e assai tormentata relazione sentimentale. Dopo un breve soggiorno in Francia i due si trasferirono in Italia, dove Anna ebbe una figlia. Seguì un periodo travagliato segnato da persecuzioni politiche e arresti, ora dell uno ora dell altro. Anna trascorse alcuni mesi in carcere 46 a Firenze, dove probabilmente contrasse la tubercolosi, malattia che l afflisse per tutta la vita. Conclusa la relazione con Costa decise di riprendere gli studi universitari iscrivendosi alla facoltà di medicina, prima a Berna e poi a Napoli. Si laureò, una delle prime donne in Italia, e poco dopo si trasferì a Milano dove iniziò a esercitare la professione medica diventando celebre come la dottora dei poveri . In quegli anni conobbe Filippo Turati, con il quale avviò una nuova relazione e un vero e proprio sodalizio politico. Insieme fondarono la rivista «Critica sociale , che diressero entrambi fin dal 1891. Il loro salotto divenne luogo di incontro e di scambio con intellettuali, esponenti politici ma anche gente comune. Nel 1892 a Genova Turati e Kuliscioff fondarono il Partito dei Lavoratori Italiano, che l anno dopo divenne Partito Socialista Italiano, sancendo l allontanamento di entrambi dalle posizioni anarchiche. All interno del partito socialista si formarono presto due correnti, quella riformista e quella rivoluzionaria. Il quadro ideologico di riferimento era sempre quello del marxismo ma l obiettivo dei riformisti, il gruppo dove sia Turati sia Kuliscioff si schierarono, non era la rivoluzione ma un percorso di riforme che portasse gradualmente al potere le classi lavoratrici. Anna assunse ben presto nel partito un ruolo di primo piano. Era una donna di grande fascino, dai modi aristocratici e dalla forte personalità, «un pugno forte, in un guanto di velluto come diceva di lei Turati. La sua attrattiva era tale che quando Carlo Lorenzini (Collodi) la incontrò, assistendo come giornalista al processo di Firenze, ne rimase talmente affascinato da trarne ispirazione per il personaggio della Fata dai capelli turchini delle sue Avventure di Pinocchio. Nel maggio del 1898, dopo i moti di Milano repressi nel sangue dal generale Anna Kuliscioff, 1908.

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