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rale, aveva chiesto il diritto di voto per le donne nubili. La sua proposta venne bocciata ma i movimenti suffragisti, forti dell autorevole appoggio ricevuto da MIll, ne erano usciti consolidati. Alcuni anni più tardi Millicent Garrett Fawcett (1847-1929), attiva leader suffragista, sottolineò l uso strumentale e ambiguo del linguaggio delle leggi, dove la parola «uomo includeva la donna solo quando c erano tasse da pagare o reati da espiare; quando si trattava invece di un privilegio, «uomo assumeva il significato più limitato di persona di sesso maschile. Anche la terza riforma del diritto elettorale del 1884, operata dal governo del liberale Gladstone, non portò alcun progresso nei diritti politici delle donne. Gli argomenti di coloro che si opponevano a tale concessione ruotavano intorno a due convinzioni di base. In primo luogo, il fatto che le donne non avevano alcuna necessità di accedere al voto in quanto i loro interessi coincidevano con quelli dei mariti. Era opinione comune, infatti, che le donne sposate fossero pienamente rappresentate dal coniuge, tanto che per legge con il matrimonio perdevano alcuni diritti, come quello di proprietà. A questo proposito, nel 1871 Fawcett sostenne che ciò era profondamente ingiusto perché, così come una classe sociale non avrebbe potuto rappresentarne un altra, allo stesso modo anche un sesso non avrebbe potuto difendere gli interessi di un altro. L altra motivazione degli oppositori del voto femminile era che il ruolo e le occupazioni delle donne all interno della famiglia rendevano inopportuno un loro impegno nella politica, come elettrici e tanto meno come candidate eleggibili. Lo spazio delle donne doveva essere esclusivamente lo spazio privato, quello della cura della casa e dei figli. Si poneva nel dibattito suffragista una questione fondamentale: la rivendicazione da parte delle donne del diritto all uguaglianza ma anche di quello alla differenza. Queste due componenti risultavano entrambe necessarie: non era possibile cioè negare la specifica differenza femminile, ma nello stesso tempo questa differenza non poteva diventare pretesto per affermare la diseguaglianza di una parte rispetto a un altra. Scriveva a riguardo Pankhurst: «la differenza fra le donne e gli uomini non è affatto un argomento contro il diritto di voto delle donne, ma anzi è il più forte argomento a favore . Il movimento per il suffragio femminile si collocava nel contesto del più ampio movimento emancipazionista: si prefiggeva di raggiungere l uguaglianza dei diritti politici ma mirava anche all autonomia delle donne, alla conquista di diritti civili, all accesso all istruzione Il posto di una donna è a casa sua : cartolina antisuffragista, 1900. e alle libere professioni. A questo proposito, per le donne era più facile ottenere un riconoscimento nel campo delle attività assistenziali, che non venivano considerate in contrasto con i tradizionali doveri femminili. Diverse donne arrivarono a ricoprire ruoli di responsabilità in organizzazioni caritative o educative, fino anche ad assumere cariche di governo locali partecipando alle elezioni comunali. Non era invece possibile l accesso alle professioni legate al diritto o alla politica, dal momento che un tale impegno veniva interpretato come un ingerenza in uno spazio tradizionalmente maschile. Questi temi erano già presenti in quelli che erano considerati i testi fondativi del femminismo di allora, ovvero gli scritti di Olympe de Gouges (1748-93) e di Mary Wollstonecraft (1759-97). Negli scritti suffragisti venivano usati spesso paragoni tra la gestione della casa e quella dello Stato; questo parallelismo serviva non solo a richiamare alcuni valori tradizionali femminili ma anche a conquistare alla causa suffragista un numero maggiore di donne. Nel 1908 la stessa Pankhurst scriveva: «Vi assicuro che nessuna donna che entra in questa battaglia deve sen- 43

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Storia Triennio