Percorsi di educazione civica

DONNE E DIRITTI NELLA STORIA aspirazioni di de Gouges. Numerose furono coloro che parteciparono alle prime fasi rivoluzionarie, più pacifiche; altre ebbero un ruolo attivo all interno dei club e delle società femminili facendo circolare idee; altre ancora, più tardi, furono protagoniste di scontri violenti, come le sanculotte, definite per questo furie della ghigliottina . Quando il re Luigi XVI chiese ai propri sudditi di esprimere le loro rimostranze nei cahiers de doléances da consegnare ai loro deputati in occasione della convocazione degli Stati Generali del 5 maggio 1789 a Versailles, molte di queste lamentele e proteste erano di mano femminile: riguardavano la scarsa possibilità delle donne di avere accesso all istruzione, le condizioni dell infanzia abbandonata, il prezzo del pane e altre questioni sociali. Alcune richieste si inoltravano anche sul terreno politico, chiedendo di affiancare agli Stati Generali un assemblea generale al femminile. Una certa Madame B.B. chiedeva per le donne, il cui destino fino ad allora era stato quello di lavorare, obbedire e tacere , di avere accesso al voto per poter scegliere propri delegati, o meglio delegate: dal momento che i rappresentanti dovevano condividere gli interessi di coloro che rappresentavano, le donne potevano essere rappresentate solo da altre donne. Un momento importante di partecipazione femminile fu la marcia su Versailles del 5 e 6 ottobre del 1789, simbolo della prima fase rivoluzionaria. Fu soprattutto un impresa di donne; donne appartenenti agli strati più bassi della popolazione. Il 4 ottobre, in una situazione di estrema precarietà e difficoltà negli approvvigionamenti alimentari, alcune donne avevano trascinato al municipio di Parigi un fornaio sospettato di vendere il pane sottopeso. La loro rabbia si era poi rivolta verso la regina, ritenuta responsabile della miseria generale, e da lì la decisione di marciare su Versailles per chiedere all Assemblea nazionale e al re che a Parigi giungessero gli approvvigionamenti. Una folla di donne, tra cui pescivendole e bottegaie, marciando e cantando sotto la pioggia, accompagnate dalla guardia nazionale guidata dal generale La Fayette, raggiunse Versailles. Il re ricevette una delegazione alla quale promise di far subito trasferire a Parigi tutte le scorte disponibili di cereali. La pressione della folla e della guardia nazionale costrinse però il re ad approvare anche la Dichiarazione del 1789 e i decreti del 4 agosto, che fino ad allora aveva rimandato di fare. Un irruzione delle manifestanti nel palazzo reale durante la notte convinse poi il re, il giorno seguente, a lasciare Versailles e rientrare a Parigi. Se nella marcia su Versailles la violenza rimase circoscritta a singoli episodi, questo non accadde negli anni successivi. Le rivolte del 1° aprile e del 20 maggio 1795 a Parigi, che videro nuovamente protagoniste donne del popolo, lavandaie, mogli di commercianti e artigiani, esasperate dalla penuria alimentare, assunsero esiti più violenti: le sanculotte invasero l Assemblea costituente al grido di «Pane e costituzione 1793 e gli scontri stavolta si conclusero con una sconfitta, anche perché questa volta la guardia nazionale non era schierata con loro. LE DONNE NELLE ORGANIZZAZIONI POLITICHE Tra il 1791 e il 1793 molte donne presero parte attiva in assemblee politiche o si impegnarono nelle attività dei club, ossia di gruppi politici o di società tutte al femminile. Il club Cercle Social ( Circolo sociale ), fondato nel 1790 e vicino alle posizioni dei girondini, fu il primo ad ammettere anche le donne. Al suo interno si La marcia su Versailles in una stampa d epoca rivoluzionaria. L evento è fortemente idealizzato: le donne del popolo sfilano come un vero esercito, addirittura portando un pezzo d artiglieria. Sulla sinistra un aristocratica, riconoscibile dagli abiti e dal cappello, viene condotta con la forza come una prigioniera di guerra. 40

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Storia Triennio