LE DONNE IN ITALIA NEL SEICENTO

DONNE E DIRITTI NELLA STORIA AGENDA 2030 AGENDA 2030 OBIETTIVO OBIETTIVO 4 ISTRUZIONE DI QUALIT 5 PARIT DI GENERE Le donne in Italia nel Seicento PER INIZIARE > Quale pensi fosse il ruolo delle donne nel Seicento? > Come credi fosse la vita in un monastero in Età moderna? «Gli orsi, le tigri, le vipere, i basilischi e ogni più cruda, velenosa e indomita fiera, alimenta e teneramente ama i suoi figli, non distinguendo da maschio a femmina. Solo, solo l uomo che d ogni belva è più spietato e più crudele d ogni mostro, signoreggiato ed accecato dall avarizia, tormenta il corpo e danna forse l anima delle sue carni, chiudendole vive nella tomba . A. Tarabotti, La semplicità ingannata, Il Poligrafo, Padova 2007 LA STORIA: ARCANGELA, UNA MONACA CONTRO LA PROPRIA VOLONT Suor Arcangela, la monaca autrice di questo scritto, rivolge un invettiva contro quei padri crudeli che costringevano le loro figlie a entrare in monastero contro la loro volontà, determinando la loro infelicità e magari la dannazione della loro anima. La sua denuncia richiama l attenzione su un fenomeno diffuso nel Seicento, quello delle monacazioni forzate, ma apre anche a una riflessione più ampia sulla condizione femminile in quell epoca. Elena Cassandra Tarabotti nacque a Venezia nel 1604, quinta di undici figli, la maggiore tra le femmine. Per volontà della famiglia a 13 anni entrò nel monastero benedettino di Sant Anna, sempre a Venezia, dove ricevette un istruzione sommaria imparando a leggere e a scrivere. Pronunciò i voti nel 1623 e all ingresso in monastero, così come era consuetudine, cambiò il suo nome in Arcangela. La giovane era stata costretta dal padre a questa scelta probabilmente anche perché zoppa e di salute malferma e Chiesa e monastero di S. Anna a Venezia (oggi sconsacrati). 34 dunque più difficilmente collocabile sul mercato matrimoniale . Tuttavia, benché non avesse alcuna vocazione, non prese mai in considerazione la possibilità di uscire dal convento, sia perché non sapeva di avere questa opportunità, sia perché diceva che era dovere della monaca cercare di rispettare l impegno preso («quando i voti sono fatti il debito astringe all osservanza ). La monacazione forzata condizionò tutta la sua vita e determinò ciò che Arcangela fece, ma soprattutto scrisse, negli anni successivi. DESTINI FEMMINILI IN ET MODERNA Per comprendere e inquadrare meglio la vicenda e l opera di Arcangela è opportuno dare alcuni cenni su quali fossero le condizioni femminile nel Seicento. I destini riservati alle donne in quell epoca prevedevano il matrimonio o la scelta religiosa. Nell uno e nell altro caso erano i padri a decidere. Per una donna risultava quindi assai difficile intervenire sul proprio destino. A metà Cinquecento, tuttavia, il concilio di Trento (1545-63) introdusse alcuni importanti cambiamenti che sembrarono poter dare maggiore valore alla volontà delle giovani davanti a una di queste scelte di vita. I decreti conciliari stabilirono infatti che il matrimonio per essere valido avrebbe dovuto essere celebrato da un sacerdote, davanti a due testimoni, dopo che fosse stata accertata la libera volontà degli sposi. In linea teorica,

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