Percorsi di educazione civica

della produzione dei libri: poiché non c era ancora la stampa dovevano essere scritti a mano e andava anche stabilito il piano iconografico. Ogni volume era infatti arricchito da miniature, che Christine faceva realizzare e dove compariva anche lei stessa, quasi sempre raffigurata allo stesso modo: un lungo abito blu a maniche svasate e un copricapo bianco a due punte, secondo una moda assai diffusa in ambiente francese. Quando le richieste di lavoro aumentarono, Christine assunse copisti e miniaturisti, tra i quali sappiamo che c era almeno una donna, molto capace, di nome Anastasia. In sette anni scrisse quindici opere, diventando un autrice di grande successo, ma soprattutto una scrittrice di professione. DESTINI FEMMINILI NEL MEDIOEVO Per inquadrare la figura di Christine e apprezzare meglio la portata el suo pensiero e della sua attività, è necessario dare alcuni cenni su quale fosse la condizione delle donne nella società medievale a lei contemporanea. Le donne del Tre-Quattrocento vivevano in una società che le sottoponeva per tutta la vita alla tutela degli uomini: prima a quella del padre o dei fratelli, poi se si sposavano a quella del marito. Questo accadeva perché la donna era considerata inferiore sia fisica- mente sia moralmente. Le bambine erano avviate precocemente ai lavori di casa come cucire, filare, ricamare o tessere: attività considerate essenziali per le future madri di famiglia. Come nel caso di Christine, spesso i matrimoni erano combinati e avvenivano quando la promessa sposa era ancora bambina, a volte già a 12-15 anni. Le relazioni in ambito familiare non erano paritarie: le mogli dovevano essere sottoposte ai mariti e in caso di adulterio il trattamento era assai differente (per le mogli erano previste pene molto più rigide). Un alternativa per le donne era l ingresso in monastero, dove avrebbero potuto condurre una vita di preghiera e, in base all ordine prescelto, dedicarsi anche al lavoro e a opere di devozione. Anche in questo caso però spesso la scelta non era fatta dalla diretta interessata ma dalla famiglia. E anche nel monastero le donne erano sottoposte ad autorità maschili: confessori, direttori spirituali e altri superiori ecclesiastici. C era altrimenti una terza via , che consentiva di vivere la propria vocazione scandendo la giornata tra devozioni, preghiere e opere assistenziali ma fuori dai monasteri: era il caso delle cosiddette beghine o delle terziarie. In ogni caso, comunque, qualunque fosse la loro scelta, o forse sarebbe più opportuno dire il loro destino, le donne sarebbero state sottoposte all autorità maschile. Christine che insegna a quattro uomini e mentre scrive nel suo studio, miniature quattrocentesche. 31

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Storia Triennio