La Divina Commedia

Il canto affronta una materia complessa: le gerarchie an geliche e la loro funzione di mediazione tra realtà fisica del cosmo e dimensione metafisica. Dante si trova ora al punto di incontro tra queste due dimensioni: giunto nel cielo fisico più alto, egli può spingersi con lo sguardo sino all Empireo, dove, a una distanza incommensurabile, splende la luce di Dio come un punto senza dimensioni circondato da nove cerchi di luce abbagliante, le intelligenze angeliche. I nuovi dubbi che si affacciano alla mente di Dante vengono spazzati via, come il vento trascina via le nubi che oscurano il sole, da Beatrice. Ella spiega l apparente contraddizione della disposizione Poscia che ncontro a la vita presente d i miseri mortali aperse l vero 3 quella che mparadisa la mia mente, come in lo specchio fiamma di doppiero vede colui che se n alluma retro, 6 prima che l abbia in vista o in pensiero, e sé rivolge per veder se l vetro li dice il vero, e vede ch el s accorda 9 con esso come nota con suo metro; così la mia memoria si ricorda ch io feci riguardando ne belli occhi 12 onde a pigliarmi fece Amor la corda. E com io mi rivolsi e furon tocchi li miei da ciò che pare in quel volume, 15 quandunque nel suo giro ben s adocchi, un punto vidi che raggiava lume acuto sì, che l viso ch elli affoca 18 chiuder conviensi per lo forte acume; e quale stella par quinci più poca, parrebbe luna, locata con esso 21 come stella con stella si collòca. Forse cotanto quanto pare appresso alo cigner la luce che l dipigne 24 quando l vapor che l porta più è spesso, distante intorno al punto un cerchio d igne si girava sì ratto, ch avria vinto 27 quel moto che più tosto il mondo cigne; e questo era d un altro circumcinto, e quel dal terzo, e l terzo poi dal quarto, 30 dal quinto il quarto, e poi dal sesto il quinto. Sopra seguiva il settimo sì sparto già di larghezza, che l messo di Iuno 33 intero a contenerlo sarebbe arto. Così l ottavo e l nono; e ciascheduno più tardo si movea, secondo ch era 36 in numero distante più da l uno; e quello avea la fiamma più sincera cui men distava la favilla pura, 39 credo, però che più di lei s invera. «inversa dei cori angelici che procedono dal più piccolo e rapidissimo, prossimo a Dio, al più grande e lento e delle sfere celesti che invece diventano più ampie man mano che si avvicinano a Dio; inoltre, espone la struttura delle gerarchie angeliche, chiarendo così un aspetto fondamentale dell «angelologia dantesca, che registra un cambiamento: diversamente da quanto affermato in passato (Convivio V), egli accoglie qui la teoria attribuita nel Medioevo all apostolo paolino Dionigi l Areopagita (in realtà elaborata da un anonimo autore cristiano del V secolo, il cosiddetto pseudo-Dionigi). (vv. 1-39) Dio e i nove cerchi 1-12 Dopo che Beatrice, lei che conduce la mia mente nella gloria del Paradiso ( mparadisa), mi ebbe resa manifesta la verità, condannando la squallida realtà storica degli uomini, come colui che all improvviso vede nello specchio la fiamma di un doppio candeliere accesa alle spalle, prima di averla vista o non immaginandone la presenza, e si volta indietro per accertarsi se il vetro gli mostra una cosa reale, e constata che la realtà coincide con l immagine dello specchio, come il canto (nota) con il ritmo; allo stesso modo ricordo di essermi comportato io, guardando nei begli occhi attraverso i quali l Amore mi prese al laccio. 13-21 E non appena io mi voltai e i miei occhi furono raggiunti da ciò che appare in quel Cielo, ogni volta che si scruti attentamente nella sua sfera, vidi un punto che irradiava una luce tanto acuta che gli occhi da essa bruciati sono costretti a chiudersi per la forte luminosità; e quella stella che dalla Terra appare più piccola (poca), sembrerebbe grande come una luna se gli fosse posta accanto come sono vicine due stelle in cielo. 22-30 Forse tanto vicino quanto l alone (alo) è prossimo alla luce del suo astro, il quale gli dà luce e lo colora (che l dipigne) quando il vapore che lo produce è più compatto (spesso), allo stesso modo intorno al punto luminoso un cerchio di fuoco (igne) ruotava così veloce, che avrebbe superato il movimento rapidissimo che avvolge il mondo; e questo cerchio era a sua volta circondato da un altro, e questo da un terzo, e il terzo dal quarto, e poi il quinto cingeva il quarto, e il sesto il quinto. 31-39 Più all esterno ruotava il settimo, già così esteso in larghezza, che se l arcobaleno tracciato da Iride, la messaggera di Giunone, completasse il suo arco sarebbe troppo stretto (arto) per contenerlo. Così di seguito, sempre più ampi, erano l ottavo e il nono cerchio; e ciascuno di essi si muoveva più lentamente, a seconda di quanto il suo numero d ordine fosse distante dal primo cerchio; e quest ultimo aveva la fiamma più limpida, credo, perché essendo più vicino al punto centrale di luce vivissima, si sostanziava più degli altri della sua verità (cioè di Dio). Paradiso Le gerarchie angeliche 741

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato