CANTO XXVIII – Le gerarchie angeliche

Le gerarchie Canto XXVIII angeliche TEMPO Giovedì 31 marzo (o 14 aprile) 1300, sera LUOGO Nono Cielo. Cielo Primo Mobile (o Cristallino) BEATI Le nove intelligenze angeliche VISIONE DI BEATITUDINE Nove cerchi concentrici che ruotano attorno a un punto più veloce e luminoso: Dio. CORI ANGELICI Serafini (Primo Mobile) Canto 28 PERSONAGGI Dante Beatrice Sommario « (vv. 1-39) Dio e i nove cerchi Negli occhi di Beatrice, Dante vede riflessa una fiamma, come se un doppio candeliere fosse stato acceso all improvviso alle sue spalle (allegoricamente: la mediazione della Teologia nella conoscenza delle cose divine); volgendosi per vedere la fonte di quel bagliore, scorge un punto di luce abbagliante, intorno al quale ruotano nove cerchi concentrici di fuoco, tanto più luminosi e rapidi quanto più sono vicini al centro. « (vv. 40-78) Spiegazioni di Beatrice La contemplazione del punto luminosissimo e dei nove cerchi di fuoco che gli ruotano intorno lascia dubbioso Dante. Beatrice gli spiega che da quel punto (Dio) dipende l intero universo, e che il cerchio più vicino al centro ruota così velocemente perché incalzato da amore più ardente. Ma Dante è ancora dubbioso: perché i nove cieli dell universo sensibile, contrariamente a ciò che vede qui, ruotano più velocemente quanto più sono distanti dal centro? Come spiegare questa apparente disarmonia tra l essemplare, la figurazione geometrica che risplende nel Primo Mobile, e l essemplo, la struttura dell universo, che ripete tale modello? La spiegazione è che la grandezza delle sfere celesti è proporzionale alla virtù di ciascuna: quanto maggiore è la loro virtù, tanto minore è la distanza da Dio; il Primo Mobile è il più ampio e il più veloce perché è il più vicino a Dio: esso è governato dall intelligenza angelica dei Serafini, più ardente di carità e sapienza, il cui moto è rapidissimo per l affocato amore ond elli è punto (v. 45). « (vv. 79-129) Le gerarchie angeliche La spiegazione di Beatrice chiarisce il dubbio di Dante; intanto i cori angelici sfavillano, emanando migliaia di scintille come fa un ferro incandescente, e ognuna di esse è un angelo che segue nel suo movimento la rotazione del cerchio di fuoco; si ode un canto di Osanna, che si risponde da un cerchio all altro. Beatrice spiega a Dante la disposizione delle gerarchie angeliche: il grado di beatitudine di ciascuna corrisponde alla visione della verità eterna, segno che la felicità eterna nasce dalla conoscenza da cui consegue l ardore di carità commisurata al merito dovuto alla Grazia divina e alla buona volontà della creatura. I due cerchi più vicini a Dio sono i Serafini e i Cherubini; seguono i Troni (letteralmente «seggi di Dio ). La seconda terna è formata dalle Dominazioni, dalle Virtù e dalle Potestà; nei due penultimi cerchi si trovano Principati e Arcangeli, l ultimo è costituito dagli Angeli trionfanti. « (vv. 130-139) La concezione di Dionigi l Areopagita e di san Gregorio Magno Beatrice conclude dicendo che tale gerarchia, come Dante può vedere, corrisponde a quella descritta da Dionigi l Areopagita (discepolo di san Paolo Paradiso X), mentre san Gregorio Magno (540-604) non la condivise, elaborandone una diversa; ma, appena giunto in Paradiso, egli stesso sorrise del proprio errore. Dionigi scrisse la verità perché essa gli fu rivelata da san Paolo, che, avendo visitato il Paradiso, la conobbe direttamente. BILE Trionf MO MO o de PRI gli O L an IE ge C ° li 9

La Divina Commedia
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