La Divina Commedia

XXV ha una struttura analoga al precedente: ancheIl canto qui un santo san Giacomo interroga il pellegrino su una virtù; il tono del discorso, però, cambia, perché la virtù oggetto di esame è la speranza, particolarmente cara al cuore di Dante e significativa per la sua esperienza di uomo e di poeta. L incipit del canto segnala il cambiamento di pathos, che si fa più intimo e profondo: per la prima volta nella Commedia, il presente storico di Dante irrompe nella tessitura dell opera aprendo uno scenario finora inedito, quello dell exul immeritus, poeta altissimo, provato dall immane Se mai continga che l poema sacro al quale ha posto mano e cielo e terra, 3 sì che m ha fatto per molti anni macro, vinca la crudeltà che fuor mi serra del bello ovile ov io dormi agnello, 6 nimico ai lupi che li danno guerra; con altra voce omai, con altro vello ritornerò poeta, e in sul fonte 9 del mio battesmo prenderò l cappello; però che ne la fede, che fa conte l anime a Dio, quivi intra io, e poi 12 Pietro per lei sì mi girò la fronte. Indi si mosse un lume verso noi di quella spera ond uscì la primizia 15 che lasciò Cristo d i vicari suoi; e la mia donna, piena di letizia, mi disse: «Mira, mira: ecco il barone 18 per cui là giù si vicita Galizia . Sì come quando il colombo si pone presso al compagno, l uno a l altro pande, 21 girando e mormorando, l affezione; così vid o l un da l altro grande principe glor oso essere accolto, 24 laudando il cibo che là sù li prande. Ma poi che l gratular si fu assolto, tacito coram me ciascun s affisse, 27 ignito sì che vinc a l mio volto. Ridendo allora B atrice disse: «Inclita vita per cui la larghezza 30 de la nostra basilica si scrisse, fa risonar la spene in questa altezza: tu sai, che tante fiate la figuri, 33 quante Iesù ai tre fé più carezza . «Leva la testa e fa che t assicuri: ché ciò che vien qua sù del mortal mondo, 36 convien ch ai nostri raggi si maturi . Questo conforto del foco secondo mi venne; ond io lev i li occhi a monti 39 che li ncurvaron pria col troppo pondo. fatica del suo poema sacro / al quale ha posto mano e cielo e terra (vv. 1-2), ancora e sempre animato da amore struggente per il bello ovile della sua Firenze che l ha così ignominiosamente allontanato. La speranza di ogni cristiano ha il valore di una promessa e di un attesa; per Dante, promessa e attesa hanno un doppio significato: quello impossibile e dolcissimo del rientro in patria, e quello del premio finale, la beatitudine eterna verso la quale tende con incrollabile fede e con la certezza assoluta che non gli sarà negata. (vv. 1-12) Valore del poema e auspicio del ritorno in patria 1-12 Se possa mai accadere (continga) che il sacro poema a cui hanno lavorato la Grazia divina e l ingegno umano, tanto che per lunghi anni mi ha consumato (fatto... macro), sconfigga la spietatezza che mi esclude dal dolce rifugio (bell ovile, Firenze) dove vissi innocente come un agnello che dorme, nemico dei (cittadini) feroci che lo devastano; con ben altra maturità (voce), con altra autorevolezza (vello) vi ritornerò poeta, e sul mio fonte battesimale otterrò la corona dell alloro poetico ( l cappello); perché in quel luogo io entrai nella fede che rende familiari (fa conte) le anime a Dio, (fede) per la quale Pietro mi incoronò cingendomi per tre volte la fronte. (vv. 13-63) San Giacomo e l esame sulla speranza 13-18 Poi un altro spirito luminoso venne verso di noi staccandosi da quella sfera da cui uscì il primo (primizia) fra i vicari che Cristo lasciò in terra; e la mia donna, colma di gioia, mi disse: «Guarda, guarda: ecco il grande santo (barone: l apostolo Giacomo) per il quale si visita la Galizia (dove si trova il suo sepolcro, a Santiago di Compostela) laggiù sulla Terra . 19-33 Come quando il colombo si posa vicino al compagno, e l uno e l altro manifestano (pande) affetto e tenerezza, volteggiandosi intorno e tubando; così io vidi accogliersi reciprocamente i due gloriosi santi, rendendo grazie al cibo della Grazia divina che lassù in Paradiso li sazia. Ma quando fu compiuto il festoso congratularsi (gratular), ognuno dei due si fermò in silenzio di fronte a me (coram me), così ardente (ignito) da superare la mia capacità visiva. Allora Beatrice sorridendo disse: «O nobile anima che hai celebrato per iscritto la generosità (larghezza) della nostra reggia celeste (basilica), fa che la speranza risuoni in questo alto cielo: tu puoi farlo, perché la simboleggi tante volte quante Gesù mostrò la sua predilezione (fé più carezza) ai tre apostoli (Pietro, Giacomo, Giovanni) . 34-48 «Solleva il capo e prendi sicurezza: perché ciò che arriva quassù dal mondo terreno si perfeziona (si maturi) alla nostra luce . Questo incoraggiamento mi venne rivolto dal lume che era uscito per secondo dalla schiera dei beati (san Giacomo); per cui io sollevai gli occhi verso quei grandi spiriti Paradiso San Giacomo: l esame sulla speranza 729

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato