La Divina Commedia

722 Canto XXIV 100-102 E io (risposi): «La prova che mi dimostra la verità sono i fatti che seguirono (i miracoli), per i quali la natura non possiede né la materia idonea né la prepara . 103-105 Mi fu risposto (da san Pietro): «Di , chi ti assicura che quei miracoli siano avvenuti? Te lo garantisce lo stesso libro (delle Sacre Scritture) di cui si vuole provare l attendibilità, non altri . 106-111 Io dissi: «Se il mondo si convertì al cristianesimo senza miracoli, questo solo miracolo è tale che gli altri non sono nemmeno la centesima parte: infatti tu, povero e umile, entrasti in campo (cioè iniziasti la tua opera) a seminare la buona pianta che in passato fu una vite, e ora è diventata uno sterpo . (vv. 112-154) Il contenuto della fede 112-123 Terminato questo colloquio, la santa corte dei beati intonò nei cieli un «Lodiamo te, o Dio , con quella melodia che si canta lassù. E quel nobile santo che esaminandomi, di domanda in domanda, mi aveva condotto così che ci avvicinavamo alle ultime fronde (le ultime questioni), ricominciò a dire: «La Grazia, che guida amorosamente la tua mente, ti fece parlare fino a questo momento come era giusto, così che io approvo ciò che è uscito, ma ora è necessario che tu esprima quel che credi e da dove (ciò) si offrì alla tua fede . 124-129 Io cominciai: «O padre beato, e spirito che contempli ciò che credesti a tal punto, tanto che (correndo) verso il sepolcro (di Cristo) superasti le gambe di chi era più giovane (l apostolo Giovanni), tu vuoi che io qui manifesti la sostanza della mia fede immediata e mi hai chiesto anche la sua origine. 130-141 E io rispondo: io credo in un unico ed eterno Dio, che muove tutti i cieli restando immobile, attraverso l amore e attraverso il desiderio; e per tale fede non ho soltanto prove fisiche e me101. opere seguite: i miracoli, che seguirono le parole enunciate dalla Bibbia. 101-102. a che ... incude: la natura è come un fabbro che forgia le proprie opere con ferro e incudine, ma se non ha i mezzi e la materia adatti, non può battere il ferro caldo né forgiarlo sull incudine. Dante con questa metafora vuole dire che la natura non ha la possibilità materiale di realizzare i miracoli. 103-105. Dì ti giura: san Pietro pone la sesta domanda: oltre alle Sacre Scritture, chi conferma a Dante la realtà dei miracoli? 106-108. Se ... centesmo: il mondo pagano credette senza aver constatato concretamente dei miracoli, e questo è appunto il miracolo più grande. Dante ora s ispira alla Patristica di sant Agostino (De civitate Dei XXII, 5) e anche a san Tommaso (Summa contra gentiles I, 6). 109-110. ché ... in campo: prova della diffusione straordinaria del cristianesimo è proprio san Pietro, semplice pescatore della Galilea, che affrontò la battaglia contro il paganesimo (intrasti in campo, espressione militare che si ricollega a primipilo, v. 59). E io: «La prova che l ver mi dischiude, son l opere seguite, a che natura 102 non scalda ferro mai né batte incude . Risposto fummi: «Dì, chi t assicura che quell opere fosser? Quel medesmo 105 che vuol provarsi, non altri, il ti giura . «Se l mondo si rivolse al cristianesmo , diss io, «sanza miracoli, quest uno 108 è tal, che li altri non sono il centesmo: ché tu intrasti povero e digiuno in campo, a seminar la buona pianta 111 che fu già vite e ora è fatta pruno . Finito questo, l alta corte santa risonò per le spere un Dio laudamo 114 ne la melode che là sù si canta. E quel baron che sì di ramo in ramo, essaminando, già tratto m avea, 117 che a l ultime fronde appressavamo, ricominciò: «La Grazia, che donnea con la tua mente, la bocca t aperse 120 infino a qui come aprir si dovea, sì ch io approvo ciò che fuori emerse; ma or conviene espremer quel che credi, 123 e onde a la credenza tua s offerse . «O santo padre, e spirito che vedi ciò che credesti sì, che tu vincesti 126 ver lo sepulcro più giovani piedi , comincia io, «tu vuo ch io manifesti la forma qui del pronto creder mio, 129 e anche la cagion di lui chiedesti. E io rispondo: Io credo in uno Dio solo ed etterno, che tutto l ciel move, 132 non moto, con amore e con disio; 110-111. a seminar ... pruno: l immagine è evangelica: il cristiano è come il buon contadino, che cura la fertile pianta della vite, che ora è diventata uno sterpo secco e arido. Il riferimento alla purezza della Chiesa antica offre a Dante lo spunto per la polemica nei confronti della corruzione della Chiesa del suo tempo. 113-114. spere melode: le corone dei beati formano i vari cerchi (sfere) in cui sono disposti gli spiriti delle Stelle fisse. Essi assistono all esame sulla fede di Dante e intonano l inno di ringraziamento a Dio (Te Deum laudamus, attribuito a sant Ambrogio) con una dolce melodia (dal greco mélos, musica), che si canta solo in cielo. 115. baron: i santi erano definiti con i termini delle gerarchie feudali in segno di omaggio; barone è riferito a san Pietro che nel Paradiso è a capo della corte dei beati di cui Dio è mperador. 115-117. di ramo ... appressavamo: la metafora della pianta indica il procedere del colloquio sulla fede. 118. donnea: il termine deriva dal proven- zale domnejar, cioè amoreggiare, conversare d amore, termine ricorrente nella lirica d amore trovadorica, che qui indica lo stretto legame fra la mente del poeta e la Grazia divina. 123. e onde ... s offerse: ora san Pietro chiede a Dante il contenuto specifico, l oggetto della sua fede. 125-126. ciò che credesti ... piedi: Dante riprende un episodio del Vangelo (Giovanni XX, 3-9), che testimonia la sicura fede dell apostolo. Saputo da Maria Maddalena che il sepolcro di Cristo era vuoto, Pietro e Giovanni vi si diressero di corsa: Giovanni, dotato di minor fede, rimase esitante sulla soglia; mentre Pietro capì che Cristo era risorto e vi entrò subito (ciò che credesti sì, che tu vincesti / ver lo sepulcro più giovani piedi, vv. 125-126). 128. forma: termine della Scolastica indicante l essenza, la sostanza delle cose. 131-132. che ... disio: Dio eterno, unico e trino, è motore immobile che imprime il movimento all universo tramite l amore che Egli nutre e il desiderio che esso ha di Lui.

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato