La Divina Commedia

700 Canto XX becco fu Traiano, colui che consolò la vedovella dell uccisione del figlio: ora conosce quanto costa caro non avere fede in Cristo, per l esperienza che fa di questa vita beata e per quella fatta dell opposta vita nell Inferno. 49-54 E quello che segue lungo il cerchio di cui sto parlando, nella parte superiore del mio arco ciliare, è Ezechia (re di Giuda), colui che con la vera penitenza ritardò (indugiò) la morte: ora conosce che il giudizio eterno di Dio non cambia, anche se (quando) una preghiera meritoria ottiene di rimandare a domani (fa crastino) ciò che sulla Terra dovrebbe accadere oggi. 55-60 L altro spirito che segue, Costantino, colui che con le leggi e le insegne del potere imperiale (meco), con lodevole intenzione che diede però cattivi risultati, al fine di lasciare il possesso di Roma al pontefice, si trasferì in Oriente (si fece greco): ora conosce come il male derivato dalla sua buona azione non gli ha nuociuto, sebbene (avvegna che) il mondo per colpa di quella azione sia rovinato. 61-66 E quello che vedi nell arco discendente fu Guglielmo II d Altavilla, che è rimpianto (cui... plora) dalla Terra la quale soffre oggi il malgoverno di Carlo II d Angiò e Federico II d Aragona: ora conosce quanto Dio (lo ciel) ama il re giusto, e lo dimostra anche con il mostrarsi così splendente. 67-72 Chi laggiù nel mondo che pecca crederebbe che Rifeo il troiano sia il quinto spirito di questo sopracciglio (tondo). Ora conosce molti misteri della Grazia divina che il mondo non può conoscere, anche se (ben che) non può distinguerne il fondo . (vv. 73-132) Traiano e Rifeo: dubbio di Dante 73-78 Come un allodola che vola nell aria prima cantando e poi tace sopraffatta dalla dolcezza finale del suo canto che la rende contenta, così la figura dell Aquila mi sembrò tacere soddisfatta del piacere provato parlando, il quale è un impronta ( mprenta) del piacere divino, secondo la cui volontà ogni cosa diventa quella che è. 79-99 E sebbene io (davanti all Aquila) fossi trasparente rispetto al dubbio come il vetro rispetto al colore che esso ricopre, il mio dubbio non tollerò di attendere in silenzio, ma dalla bocca mi spinse fuori con tutta la forza del suo peso la domanda: «Che cosa sono queste cose? (cioè come può un pagano salvarsi?); per cui vidi un grande sfavillio di luci. Subito dopo, con l occhio più luminoso, il santo simbolo dell Aquila mi rispose, per non tenermi sospeso nello stupore: «Vedo che tu credi a queste cose perché le ho dette io, ma non comprendi come siano potute accadere; così che, anche se sono credute, rimangono oscure. Fai come chi conosce perfettamente l oggetto di nome, ma non è in grado di afferrarne l essenza (quiditate), se altri non gliela manifesta (prome). Il Regno dei Cieli sopporta (pate) violenza da parte di un accesa carità e da un intensa speranza che vincono la volontà divina: non nel modo in cui un uomo supera un altro uomo, ma perché essa vuole essere vinta e, vinta, vince con la sua bontà. 45 la vedovella consolò del figlio: ora conosce quanto caro costa non seguir Cristo, per l esper enza 48 di questa dolce vita e de l opposta. E quel che segue in la circunferenza di che ragiono, per l arco superno, 51 morte indugiò per vera penitenza: ora conosce che l giudicio etterno non si trasmuta, quando degno preco 54 fa crastino là giù de l od erno. L altro che segue, con le leggi e meco, sotto buona intenzion che fé mal frutto, 57 per cedere al pastor si fece greco: ora conosce come il mal dedutto dal suo bene operar non li è nocivo, 60 avvegna che sia l mondo indi distrutto. E quel che vedi ne l arco declivo, Guiglielmo fu, cui quella terra plora 63 che piagne Carlo e Federigo vivo: ora conosce come s innamora lo ciel del giusto rege, e al sembiante 66 del suo fulgore il fa vedere ancora. Chi crederebbe giù nel mondo errante che Rif o Troiano in questo tondo 69 fosse la quinta de le luci sante? Ora conosce assai di quel che l mondo veder non può de la divina grazia, 72 ben che sua vista non discerna il fondo . Quale allodetta che n aere si spazia prima cantando, e poi tace contenta 75 de l ultima dolcezza che la sazia, tal mi sembiò l imago de la mprenta de l etterno piacere, al cui disio 78 ciascuna cosa qual ell è diventa. E avvegna ch io fossi al dubbiar mio lì quasi vetro a lo color ch el veste, 81 tempo aspettar tacendo non patio, ma de la bocca, «Che cose son queste? , mi pinse con la forza del suo peso: 84 per ch io di coruscar vidi gran feste. Poi appresso, con l occhio più acceso, lo benedetto segno mi rispuose 87 per non tenermi in ammirar sospeso: «Io veggio che tu credi queste cose perch io le dico, ma non vedi come; 90 sì che, se son credute, sono ascose. Fai come quei che la cosa per nome apprende ben, ma la sua quiditate 93 veder non può se altri non la prome. Regnum celorum v olenza pate da caldo amore e da viva speranza, 96 che vince la divina volontate:

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato