La Divina Commedia

non a guisa che l omo a l om sobranza, ma vince lei perché vuole esser vinta, 99 e, vinta, vince con sua beninanza. La prima vita del ciglio e la quinta ti fa maravigliar, perché ne vedi 102 la reg on de li angeli dipinta. D i corpi suoi non uscir, come credi, Gentili, ma Cristiani, in ferma fede 105 quel d i passuri e quel d i passi piedi. Ché l una de lo nferno, u non si riede già mai a buon voler, tornò a l ossa; 108 e ciò di viva spene fu mercede: di viva spene, che mise la possa ne prieghi fatti a Dio per suscitarla, 111 sì che potesse sua voglia esser mossa. L anima glor osa onde si parla, tornata ne la carne, in che fu poco, 114 credette in lui che pot a aiutarla; e credendo s accese in tanto foco di vero amor, ch a la morte seconda 117 fu degna di venire a questo gioco. L altra, per grazia che da sì profonda fontana stilla, che mai creatura 120 non pinse l occhio infino a la prima onda, tutto suo amor là giù pose a drittura: per che, di grazia in grazia, Dio li aperse 123 l occhio a la nostra redenzion futura; ond ei credette in quella, e non sofferse da indi il puzzo più del paganesmo; 126 e riprendiene le genti perverse. Quelle tre donne li fur per battesmo che tu vedesti da la destra rota, 129 dinanzi al battezzar più d un millesmo. O predestinazion, quanto remota è la radice tua da quelli aspetti 132 che la prima cagion non veggion tota! E voi, mortali, tenetevi stretti a giudicar: ché noi, che Dio vedemo, 135 non conosciamo ancor tutti li eletti; ed ènne dolce così fatto scemo, perché il ben nostro in questo ben s affina, 138 che quel che vole Iddio, e noi volemo . Così da quella imagine divina, per farmi chiara la mia corta vista, 141 data mi fu soave medicina. E come a buon cantor buon citarista fa seguitar lo guizzo de la corda, 144 in che più di piacer lo canto acquista, sì, mentre ch e parlò, sì mi ricorda ch io vidi le due luci benedette, pur come batter d occhi si concorda, 148 con le parole mover le fiammette. 100-111 La prima e la quinta anima tra quelle che formano il sopracciglio ti fanno meravigliare, perché vedi la regione degli angeli, adorna della loro presenza. Questi due spiriti non uscirono pagani dai loro corpi, ma cristiani, credendo saldamente l uno (Rifeo) nella futura e l altro (l imperatore romano Traiano) nell avvenuta crocifissione di Cristo. Perché l una (Traiano) dall Inferno, dove non si torna mai alla volontà di operare il bene, resuscitò; e ciò fu il premio di una intensa speranza: di viva speranza che instillò nelle preghiere innalzate a Dio perché resuscitasse l anima dell imperatore una forza tale che la volontà divina potesse venire rimossa. 112-117 L anima gloriosa di cui sto parlando, Traiano, ritornato nel suo corpo, nel quale restò poco tempo, credette in Cristo che poteva salvarla; e credendo si accese di tale fuoco di amore che dopo la sua seconda morte fu degno di arrivare a questa felicità. 118-129 L altra anima (Rifeo), per la Grazia di Dio che deriva da una fonte così profonda, che mai creatura riuscì a spingere lo sguardo sino alla sorgente, laggiù sulla Terra rivolse tutto il suo amore alla giustizia: per cui, da una Grazia all altra, Dio gli rivelò (li aperse l occhio) la nostra futura redenzione (per opera di Gesù Cristo); per cui egli credette in essa, e da allora non sopportò più il lezzo del paganesimo; e di quell errore rimproverava (riprendiene) le persone traviate. Quelle tre donne (le virtù teologali) che hai visto (nel Paradiso Terrestre) alla ruota destra del carro, gli fecero da madrine, più di mille anni prima dell istituzione del battesimo. 130-132 O predestinazione, quanto irraggiungibile è la tua origine per quegli intelletti che non riescono a vedere completamente Dio! (vv. 133-148) Ammonimento a non giudicare 133-138 E voi, mortali, siate prudenti a giudicare: perché noi, che pure contempliamo Dio, ancora non conosciamo tutti gli eletti; e tale incompleta conoscenza (così fatto scemo) ci è (enne) dolce, perché la nostra felicità si perfeziona appunto in questo piacere, per cui quello che Dio vuole, anche noi lo vogliamo . 139-148 Così da quella immagine divina, per illuminare la mia limitata intelligenza, mi fu data questa dolce spiegazione. E come l abile suonatore di cetra accorda il vibrare delle corde alla voce del buon cantore, per cui il canto diventa più piacevole, così, mentre l Aquila parlava, ricordo che vidi le due anime beate (Traiano e Rifeo), proprio (pur) con la simultaneità con la quale battono le palpebre degli occhi, muovere le loro fiammelle in accordo con le parole. Paradiso Gli spiriti giusti 701

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato