La Divina Commedia

Il tema dominante del canto è la questione della predesti nazione (citata al v. 129), che si ricollega al canto precedente in cui Dante aveva espresso un dubbio sul destino ultraterreno delle persone giuste vissute prima della venuta di Cristo. Il mistero della salvezza è strettamente legato a quello della giustizia divina e della Grazia, che può concedere la salvezza Quando colui che tutto l mondo alluma de l emisperio nostro sì discende, 3 che l giorno d ogne parte si consuma, lo ciel, che sol di lui prima s accende, subitamente si rifà parvente 6 per molte luci, in che una risplende; e questo atto del ciel mi venne a mente, come l segno del mondo e de suoi duci 9 nel benedetto rostro fu tacente; però che tutte quelle vive luci, vie più lucendo, cominciaron canti 12 da mia memoria labili e caduci. O dolce amor che di riso t ammanti, quanto parevi ardente in que flailli, 15 ch avieno spirto sol di pensier santi! Poscia che i cari e lucidi lapilli ond io vidi ingemmato il sesto lume 18 puoser silenzio a li angelici squilli, udir mi parve un mormorar di fiume che scende chiaro giù di pietra in pietra, 21 mostrando l ubertà del suo cacume. E come suono al collo de la cetra prende sua forma, e sì com al pertugio 24 de la sampogna vento che penètra, così, rimosso d aspettare indugio, quel mormorar de l aguglia salissi 27 su per lo collo, come fosse bugio. Fecesi voce quivi, e quindi uscissi per lo suo becco in forma di parole, 30 quali aspettava il core ov io le scrissi. «La parte in me che vede e pate il sole ne l aguglie mortali , incominciommi, 33 «or fisamente riguardar si vole, perché d i fuochi ond io figura fommi, quelli onde l occhio in testa mi scintilla, 36 e di tutti lor gradi son li sommi. Colui che luce in mezzo per pupilla, fu il cantor de lo Spirito Santo, 39 che l arca traslatò di villa in villa: ora conosce il merto del suo canto, in quanto effetto fu del suo consiglio, 42 per lo remunerar ch è altrettanto. Dei cinque che mi fan cerchio per ciglio, colui che più al becco mi s accosta, anche ai pagani giusti. La limitatezza della mente umana si scontra con questo mistero e non può che accettarlo senza poterlo comprendere. Ancora una volta Dante-autore antepone lo spirito evangelico e la fiducia nella Grazia divina a ogni giudizio umano. Il canto si conclude con l ammonimento ai mortali a non giudicare la volontà divina. (vv. 1-72) L Aquila e gli spiriti più nobili del Cielo di Giove 1-12 Quando il sole che illumina (alluma) tutto il mondo dal nostro emisfero scende nell altro, così che la luce del giorno si estingue (si consuma) dovunque, il cielo, che in precedenza (prima) era illuminato soltanto grazie alla luce del sole, in brevissimo tempo ridiventa visibile (parvente) per il brillare di numerose stelle, nelle quali si riflette l unica luce del sole: e questo fenomeno celeste mi venne in mente, non appena l Aquila, l insegna dell Impero e dei suoi capi, tacque con il suo benedetto becco (rostro), poiché tutti quegli spiriti luminosi, risplendendo sempre di più, intonarono canti, caduti e dileguati dalla mia memoria. 13-21 O dolce carità che ti avvolgi nel manto (t ammanti) luminoso del tuo sorriso, quando ti mostravi ardente in quelle fiaccole (flailli), che traevano ispirazione solo da santi pensieri! Dopo che le preziose e lucenti gemme (lapilli) di cui avevo visto adornato il sesto pianeta, interruppero gli angelici canti (squilli) mi sembrò di udire il mormorio di un torrente che scende limpido di roccia in roccia, rivelando la ricchezza (ubertà) d acqua della cima da cui discende. 22-30 E come il suono prende forma al collo della chitarra (cetra), e come il soffio d aria penetra nei fori (pertugio) della zampogna, così senza indugiare nell attesa, quel mormorio dell Aquila (aguglia) salì su per il collo, come se fosse bucato (bugio). Qui si articolò in voce e di qui uscì attraverso il becco in forma di parole, quelle che attendeva il mio cuore, nel quale le impressi. 31-36 «La parte di me che vede e sostiene la vista del sole nelle aquile mortali , incominciò a dirmi, «ora devi guardare attentamente, perché fra gli spiriti (fuochi) dei quali io compongo l immagine dell Aquila (figura fommi), quelli dei quali l occhio in testa mi risplende, essi costituiscono i vertici (li sommi) di tutte le anime che in Terra ebbero il loro stesso rango. 37-42 Colui che risplende nel mezzo dell occhio come pupilla fu Davide (re di Israele), il cantore ispirato dallo Spirito Santo, che trasportò (traslatò) l Arca di città in città: ora conosce quale fu il merito dei suoi Salmi, in quanto furono il risultato della sua volontà (consiglio), per il premio avuto (lo remunerar) che corrisponde al merito. 43-48 Dei cinque spiriti che circondano il mio occhio a mo di ciglio, quello che è più vicino al mio Paradiso Gli spiriti giusti 699

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato