La Divina Commedia

L Aquila formata dalle luminose anime beate comincia a parlare con Dante. Su richiesta del poeta-pellegrino, l immagine santa affronta il tema della giustizia, e con esso un grande problema teologico: quale destino è riservato a coloro che, non per loro colpa, hanno vissuto fuori dalla vera fede, pur essendosi sempre comportati rettamente? Per bocca dell Aquila Dante-autore risolve il dilemma ponendovi al centro una verità di fede: la giustizia è emanazione della bontà di- Parea dinanzi a me con l ali aperte la bella image che nel dolce frui 3 liete facevan l anime conserte; parea ciascuna rubinetto in cui raggio di sole ardesse sì acceso, 6 che ne miei occhi rifrangesse lui. E quel che mi convien ritrar testeso, non portò voce mai, né scrisse incostro, 9 né fu per fantasia già mai compreso; ch io vidi e anche udi parlar lo rostro, e sonar ne la voce e «io e «mio , 12 quand era nel concetto e noi e nostro . E cominciò: «Per esser giusto e pio son io qui essaltato a quella gloria 15 che non si lascia vincere a disio; e in terra lasciai la mia memoria sì fatta, che le genti lì malvage 18 commendan lei, ma non seguon la storia . Così un sol calor di molte brage si fa sentir, come di molti amori 21 usciva solo un suon di quella image. Ond io appresso: «O perpet i fiori de l etterna letizia, che pur uno 24 parer mi fate tutti vostri odori, solvetemi, spirando, il gran digiuno che lungamente m ha tenuto in fame, 27 non trovandoli in terra cibo alcuno. Ben so io che, se n cielo altro reame la divina giustizia fa suo specchio, 30 che l vostro non l apprende con velame. Sapete come attento io m apparecchio ad ascoltar; sapete qual è quello 33 dubbio che m è digiun cotanto vecchio . Quasi falcone ch esce del cappello, move la testa e con l ali si plaude, 36 voglia mostrando e faccendosi bello, vid io farsi quel segno, che di laude de la divina grazia era contesto, 39 con canti quai si sa chi là sù gaude. Poi cominciò: «Colui che volse il sesto a lo stremo del mondo, e dentro ad esso 42 distinse tanto occulto e manifesto, non poté suo valor sì fare impresso vina, e perciò è buona, perfetta e imperscrutabile all uomo, che con le sue limitate facoltà non può contemplarla nella sua interezza. Solo nel giorno del giudizio il disegno divino apparirà chiaro: e quel giorno molti principi cristiani saranno dannati per le loro malvagità, e molti buoni infedeli saranno accolti nel regno dei cieli. L invettiva finale contro i cattivi governanti d Europa salda il problema teologico al tema della giustizia in Terra, centrale nella concezione politica di Dante. (vv. 1-21) Colloquio con l Aquila 1-12 La bella immagine (l Aquila) che le anime beate, ordinatamente disposte (conserte), formavano liete nel dolce godimento (frui) celeste, si mostrava davanti a me con le ali aperte; ogni anima appariva come un piccolo rubino (rubinetto) in cui un raggio di sole brillasse con tanto ardore da riflettere nei miei occhi la luce stessa del sole. E ciò che ora (testeso) devo rappresentare non venne mai detto da alcuna voce, né scritto dall inchiostro di una penna, né fu concepito (compreso) dalla virtù immaginativa; perché io vidi (muoversi) e udii anche parlare il becco (rostro), e risuonare nella voce «io e «mio , mentre nel pensiero che vi corrispondeva (concetto) si trattava di noi e nostro (il becco formato dalle molte anime luminose parla al singolare, come se fosse un unica persona). 13-21 E disse: «Per essere stata giustizia e pietà, sono qui assurta a quella gloria che supera ogni desiderio; e in Terra lasciai un ricordo tale di me, che laggiù (anche) le persone malvagie celebrano la mia memoria ma non seguono l esempio trasmesso da quei fatti (storia) . Così da molte braci infuocate si riceve una medesima sensazione di calore, come da tante anime ardenti d amore usciva, dall immagine dell Aquila, una sola voce. (vv. 22-114) Perfezione della giustizia divina 22-39 Per cui feci seguito a quelle parole: «O fiori perenni della felicità eterna, che mi fate apparire come uno solo tutti i vostri profumi, sciogliete, soffiando le vostre parole, il desiderio mai saziato di sapere (digiuno) che per lungo tempo mi ha tormentato (tenuto in fame) senza trovare in Terra nessuna risposta (cibo). So bene che, quantunque la giustizia divina si rispecchi in Paradiso nell ordine angelico di un altro Cielo (altro reame; si riferisce ai Troni, angeli motori del Cielo di Saturno), il vostro (Cielo) la conosce (ugualmente) senza veli, con perfetta chiarezza. Sapete con quanta attenzione io mi dispongo (m apparecchio) ad ascoltare; sapete qual è il dubbio che mi ha costretto a un così prolungato (cotanto vecchio) desiderio di sapere . Come un falco che, liberato dal cappuccio, muove la testa e si compiace (si plaude) sbattendo le ali, manifestando il suo desiderio (di alzarsi in volo e cacciare) e pavoneggiandosi, (così) io vidi (allietarsi) quel simbolo (l Aquila), formato (contesto) da lodi della Grazia divina, con canti tali che possono essere intesi (si sa) solo dai beati del Paradiso (chi là sù gaude). 40-51 Poi cominciò: «Colui che girò il compasso (sesto) a segnare gli estremi confini del mondo, e al suo interno separò e ordinò (distinse) cose inaccessibili e cose accessibili (agli uomini), non Paradiso L imperscrutabile giustizia divina 695

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