La Divina Commedia

696 Canto XIX poté imprimere la sua energia creatrice (valor) in tutto l universo senza che tale energia (verbo) non debordasse infinitamente (perché l universo, nella sua finitezza, non potrà mai contenere l infinità divina). E ciò è dimostrato (è certo) dal fatto che il primo di tutti i superbi, che fu la più perfetta (somma) tra le creature (Lucifero), si dannò all imperfezione eterna (cadde acerbo) per non aver voluto aspettare la luce (della Grazia, che gli avrebbe dato la comprensione dell essenza divina); e da questa considerazione (quinci) si dimostra chiaramente (appar) che ogni essere creato (minor natura) è un angusto contenitore (recettacolo) per quella bontà suprema che non ha fine e si misura solo con se stessa. 52-66 Dunque la vostra vista intellettuale, che necessariamente è un singolo raggio della mente divina di cui ogni cosa creata è ricolma, non può per la sua stessa natura essere così potente da captare Dio (suo principio) molto al di là di ciò che essa percepisce attraverso i sensi (quel che l è parvente). Perciò la vista (intellettuale) concessa al vostro mondo penetra la giustizia eterna come l occhio le profondità marine: che, sebbene dalla riva ne veda il fondo, in mare aperto non lo scorge; e nondimeno il fondale c è (èli), ma è nascosto dal suo essere in profondità. Non esiste vera luce (per la mente umana) se essa non proviene dal cielo eterno e mai turbato (della mente divina); ogni altra luce è vano sforzo intellettuale o conoscenza inquinata dalla limitazione del corpo o dalla tentazione dei sensi (veleno). 67-78 A questo punto ti è dischiusa la tana (latebra; di ignoranza) dove ti si nascondeva la giustizia vivente di Dio, motivo per cui ti è sorta la domanda tanto incalzante (crebra); perché tu dicevi Un uomo nasce nel luogo più remoto del mondo (a la riva de l Indo), dove non c é chi parli di Cristo, né insegni (legga) né scriva (sulla religione cristiana); e (ciò nonostante) tutti i suoi desideri e le sue azioni sono innocenti nelle opere e nelle parole, per quanto la ragione umana possa constatare. Muore non battezzato e senza fede: che giustizia è quella che lo condanna? Qual è la sua colpa, se egli non segue la vera fede? . 79-90 Ora chi sei tu, che vuoi prendere posto sulla sedia del giudice (scranna), per giudicare dalla distanza di mille miglia con la vista corta quanto un palmo (spanna)? Certo, chi si consuma in ragionamenti sottili su di me (meco; sulla giustizia), se non avesse (a confortarlo) le Sacre Scritture, avrebbe notevoli motivi per dubitare. Oh creature della Terra! Oh menti rozze! La volontà divina, che è buona per sua natura, non si discostò mai da se stessa, che è perfetto bene. giusto tutto quanto si conforma (consuona) a lei: nessun bene creato la condiziona (a sé la tira), ma essa, irradiando (la sua virtù), lo determina e ne è causa . 91-99 Come la cicogna volteggia sul nido dopo che ha cibato i figli, e come il cicognino saziato la segue con lo sguardo, allo stesso modo si comportò l immagine benedetta (l Aquila), che muoveva le ali sospinte da diverse e concordi volontà (consigli), e allo stesso modo (sì: come il cicognino) io alzai lo sguardo. Volando intorno a me cantava, e diceva: «Come ti risuona il mio canto, che non lo puoi comprendere con le tue facoltà umane, così appare la giustizia eterna a voi mortali . in tutto l universo, che l suo verbo 45 non rimanesse in infinito eccesso. E ciò fa certo che l primo superbo, che fu la somma d ogne creatura, 48 per non aspettar lume, cadde acerbo; e quinci appar ch ogne minor natura è corto recettacolo a quel bene 51 che non ha fine e sé con sé misura. Dunque vostra veduta, che convene esser alcun de raggi de la mente 54 di che tutte le cose son ripiene, non pò da sua natura esser possente tanto, che suo principio non discerna 57 molto di là da quel che l è parvente. Però ne la giustizia sempiterna la vista che riceve il vostro mondo, 60 com occhio per lo mare, entro s interna; che, ben che da la proda veggia il fondo, in pelago nol vede; e nondimeno 63 èli, ma cela lui l esser profondo. Lume non è, se non vien dal sereno che non si turba mai; anzi è tenèbra 66 od ombra de la carne o suo veleno. Assai t è mo aperta la latebra che t ascondeva la giustizia viva, 69 di che facei question cotanto crebra; ché tu dicevi: Un uom nasce a la riva de l Indo, e quivi non è chi ragioni 72 di Cristo né chi legga né chi scriva; e tutti suoi voleri e atti buoni sono, quanto ragione umana vede, 75 sanza peccato in vita o in sermoni. Muore non battezzato e sanza fede: ov è questa giustizia che l condanna? 78 ov è la colpa sua, se ei non crede? . Or tu chi se , che vuo sedere a scranna, per giudicar di lungi mille miglia 81 con la veduta corta d una spanna? Certo a colui che meco s assottiglia, se la Scrittura sovra voi non fosse, 84 da dubitar sarebbe a maraviglia. Oh terreni animali! oh menti grosse! La prima volontà, ch è da sé buona, 87 da sé, ch è sommo ben, mai non si mosse. Cotanto è giusto quanto a lei consuona: nullo creato bene a sé la tira, 90 ma essa, rad ando, lui cagiona . Quale sovresso il nido si rigira poi c ha pasciuti la cicogna i figli, 93 e come quel ch è pasto la rimira; cotal si fece, e sì lev i i cigli, la benedetta imagine, che l ali

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato