CANTO VIII – Carlo Martello

Canto 8 Canto VIII Carlo Martello TEMPO Mercoledì 30 marzo (o 13 aprile) 1300 LUOGO Terzo Cielo: Cielo di Venere BEATI Spiriti amanti VISIONE DI BEATITUDINE Spiccano sullo sfondo luminoso del Cielo di Venere come mobili faville in una fiamma. CORI ANGELICI Principati PERSONAGGI Dante - Beatrice Carlo Martello Sommario « (vv. 1-15) Ascesa al Cielo di Venere Gli antichi pagani ritenevano che il pianeta Venere irradiasse sulla Terra l impulso all amore sensuale e avevano dato il suo nome al pianeta più illuminato dal sole. Dante non si accorge di salire, ma guardando Beatrice la vede più luminosa e capisce di essere asceso al terzo Cielo. « (vv. 16-45) Gli spiriti amanti Nel Cielo di Venere brillano molti splendori, che danzano in tondo cantando Osanna: sono le anime di coloro che in vita operarono sotto l influsso dell amore. Una di esse si avvicina al poeta e si offre di soddisfare le sue curiosità: per tale ragione ha interrotto la propria danza al ritmo delle potenze angeliche, i Principati. Dante guarda Beatrice per ricevere un assenso, poi domanda all anima chi sia. « (vv. 46-84) Carlo Martello 3 Il beato risponde dicendo che la sua vita terrena è stata troppo breve; se fosse durata di più si sarebbero evitati molti mali: egli, che era già re di Ungheria, avrebbe ereditato dal padre la Provenza e l Italia meridionale, e avrebbe quindi regnato anche sulla Sicilia, se questa non si fosse staccata con la ribellione dei Vespri siciliani contro il malgoverno degli Angioini; aggiunge che suo fratello Roberto d Angiò (che diventerà re del Regno di Napoli) dovrebbe meditare su questi fatti e non comportarsi come un avido e rapace catalano. A parlare è Carlo Martello, che in vita fu amico di Dante. « (vv. 85-148) L ordine provvidenziale del mondo Dante chiede al beato di chiarire un dubbio che ha suscitato con le sue parole, ovvero come sia possibile che da un dolce seme possa nascere un cattivo frutto, ovvero come una stirpe degnissima possa generare discendenti corrotti. Carlo spiega che l influsso delle sfere celesti cui Dio imprime la sua virtù provvidenziale plasma negli esseri umani attitudini specifiche e diversificate, in modo che essi svolgano funzioni diverse all interno della società, senza tener conto della stirpe: perciò la natura dei figli non sempre è conforme a quella dei padri, e la società sarebbe migliore se gli uomini rispettassero le predisposizioni di ognuno, senza forzarle a ruoli verso cui non rivelano inclinazione. VENERE Spiriti a LO ma E I nt °C i

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato