La Divina Commedia

enormi mostri, Centauri, Scille biformi, i Giganti, la Chimera, le Gorgoni, le Arpie. Sono solo fantasmi incorporei, ma, ignaro di ciò, Enea estrae la spada per affrontarli. La Sibilla lo avverte della loro inconsistenza e dell inanità del suo sforzo. Appare allora davanti agli occhi del pio troiano il fiume Acheronte, le cui acque defluiscono nel Cocito. Orrendo traghettatore, Caronte sta a guardia del fiume e accompagna le anime da una sponda all altra. In questo passo (vv. 305-312) Virgilio paragona le anime, assiepate presso il fiume Acheronte in attesa di passare all altra riva sul vascello del traghettatore Caronte, alle foglie che cadono a terra nel bosco al primo freddo d autunno: Qui tutta una folla ammassandosi sulle rive accorreva, donne e uomini, corpi liberi ormai dalla vita, di forti eroi, fanciulli e non promesse fanciulle, giovani messi sul rogo davanti agli occhi dei padri: tante così nei boschi, al primo freddo d autunno, volteggiano e cadono foglie, o a terra dal cielo profondo tanti uccelli s addensano, quando, freddo ormai, l anno Michelangelo Buonarroti, particolare da Il Giudizio Universale. Nell imponente affresco della Cappella Sistina (1536-1541) la descrizione di Caronte e delle altre creature infernali e demoniache trae liberamente ispirazione dalla Divina Commedia. Lo stesso movimento in successione viene interpretato da Michelangelo nelle anime che, giunte a riva, vengono fatte scendere dalla barca. delle successioni delle esistenze trasmesso dal susseguirsi immediato di chi nasce e chi muore. Qui domina la nota languida e malinconica per cui la feconda giovinezza dura per poco tempo, lasciando velocemente spazio alla vecchiaia. E allora è preferibile morire. Virgilio Quando Virgilio raccoglie l immagine omerica della generazione delle foglie, è già passato quasi un millennio. Interprete dell ideale stilistico del classicismo augusteo, Virgilio segue la lezione formale degli antichi apportando però profonde innovazioni. Nel VI libro dell Eneide Virgilio (70 a. C. - 19 a. C.) racconta la discesa nell Ade di Enea allo scopo di incontrare il padre Anchise, da poco morto, e conoscere il destino del suo popolo. Dopo aver immolato sacrifici agli dei, all alba la Sibilla cumana, la celebre sacerdotessa che vaticina nel suo antro, inizia il viaggio nell Ade in compagnia di Enea. Entrati nel regno dei morti, in mezzo a una folta nebbia, i due viandanti attraversano il vestibolo dove incontrano In Virgilio il paragone subisce una trasformazione: non è più tra le stirpi degli uomini o le singole vite delle persone e la caducità delle foglie, il poeta latino confronta piuttosto il numero delle anime dei defunti in attesa di passare l Acheronte alla quantità (quam multa) di foglie che cadono in autunno. La stagione, poi, non è più la primavera bensì l autunno che prelude la morte. Enea incontra tra le anime che si affollano il proprio compagno Palinuro, morto insepolto, che lo prega di dargli degna sepoltura in terra. Infine, si avvicina alla riva dell Acheronte dove Caronte prova a dissuaderlo dal salire sulla barca, dal momento che è ancora vivo. Solo l intervento della Sibilla convincerà il traghettatore ad accogliere Enea sul vascello. La ripresa di Dante Il poeta fiorentino, ignaro della lingua greca, riprende direttamente la similitudine di Virgilio nei vv. 112-117 (Inf. III): Come d autunno si levan le foglie l una appresso de l altra, fin che l ramo vede a la terra tutte le sue spoglie, similemente il mal seme d Adamo gittansi di quel lito ad una ad una, per cenni come augel per suo richiamo. Anche nei versi di Dante ritroviamo la stagione dell autunno, ma l accento è posto sulla successione con cui le anime si gettano dentro la barca una dopo l altra, proprio come in autunno cadono via via le foglie dai rami, finché il ramo non resta completamente spoglio. 61 Inferno Caronte

La Divina Commedia
La Divina Commedia
Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato