Altre pagine altri percorsi – «Come le foglie». La

60 Canto III Altre pagine altri percorsi «Come le foglie La similitudine dell uomo e delle foglie nella letteratura antica e contemporanea Spesso la caducità e la precarietà dell esistenza sono state espresse in letteratura con l immagine delle foglie in autunno. Una similitudine che, ancor prima di Dante, aveva affascinato grandi poeti: dai greci Omero, Semonide di Amorgo (VII sec. a.C.), Mimnermo (630 ca 560 a.C), Bacchilide (520-450 ca. a.C.) e Apollonio Rodio (III secolo a.C.), ai latini Orazio e Virgilio. Cominciamo la nostra analisi da Omero, che tra i primi paragonò le generazioni degli uomini alle foglie, per passare poi a Mimnermo e Virgilio i quali riutilizzarono in modo originale la similitudine omerica conferendole nuovi significati.«Nonostante la innegabile liricità del passo, la similitudine delle foglie rimane essenzialmente epica nella sua portata, ovvero, Glauco non parla per, o come, il singolo individuo ma per, o come, la collettività tutta. Parla, in altri termini, di un destino comune, quello che i Greci chiamavano ananche, ovvero la necessità, il fato . (A. Perrone, Il topos delle foglie cadenti) Il tema nella letteratura antica Omero Nell Iliade (VI, vv 146-149) Omero paragona le stirpi degli uomini alle foglie nate a primavera e che vengono poi gettate a terra dal vento. il passo dove Glauco, guerriero di Licia alleata di Troia, e il greco Diomede stanno per sfidarsi in battaglia. Diomede, prima del duello, chiede a Glauco l identità per essere certo di combattere contro un uomo e non contro una divinità dell Olimpo. Glauco allora risponde: Tidide1 magnanimo, perché mi domandi la stirpe? Come stirpi di foglie, così le stirpi degli uomini; le foglie, alcune ne getta il vento a terra, altre la selva fiorente le nutre al tempo di primavera; così le stirpe degli uomini: nasce una, l altra dilegua. 1. Titide: così è chiamato Diomede, perché è figlio di Tideo. Nel corso del breve dialogo i due combattenti rivelano l un l altro la propria identità e si ricordano di essere legati da un vincolo precedente di ospitalità, decidono quindi di non battersi più e di scambiarsi dei doni. Omero sottolinea come la vita degli uomini, simile alle foglie, sia un susseguirsi di generazioni e come tutto cambi di significato di fronte all irrevocabile transitorietà della natura umana. Mimnermo Tra il VII e il VI secolo a. C. il poeta greco Mimnermo riprende la similitudine omerica, modificando, però, il paragone, perché il confronto che viene instaurato è con la vita della singola persona, non più con le stirpi degli uomini (vv. 1- 10): Al modo delle foglie2 che nel tempo fiorito della primavera germogliano e ai raggi del sole rapide crescono, noi simili a quelle per un attimo abbiamo diletto3 del fiore dell età4. Ma le nere dee5 ci stanno a fianco, l una con il segno della grave vecchiaia e l altra della morte. Fulmineo precipita il frutto di giovinezza, come la luce d un giorno sulla terra. E quando il suo tempo è dileguato è meglio la morte che la vita. 2. Al modo delle foglie: come le foglie. 3. Abbiamo diletto: gioiamo. 4. Fiore dell età: giovinezza. 5. Nere dee: le Chere, ovvero le divinità che personificano la vecchiaia e la morte. Nella lirica di Mimnermo manca la dinamicità che caratterizza l immagine omerica, dove le foglie sono mosse dal vento in diverse direzioni. Assente è pure il senso

La Divina Commedia
La Divina Commedia
Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato