La Divina Commedia

562 Canto I 34-36 Un grande incendio segue una piccola scintilla: forse dopo di me altri poeti pregheranno con voci migliori per ottenere ispirazione da Apollo. (vv. 37-81) Ascesa verso il cielo: il trasumanar 37-42 Il sole, che illumina l universo, sorge per gli uomini da diversi punti dell orizzonte, ma quando nasce (a est), in quella zona in cui quattro cerchi s incontrano formando tre croci, sorge congiunto con la più favorevole stagione e con la costellazione più propizia, per plasmare come cera molle più efficacemente con la propria impronta la materia del mondo. 43-48 Il sole, sorgendo da quel punto dell orizzonte, aveva recato il giorno di là (nel Purgatorio) e la sera di qua (sulla Terra), e ormai quell emisfero era quasi tutto illuminato, mentre l altro (quello boreale) era ricoperto dal buio. Allora vidi Beatrice rivolta a sinistra che guardava verso il sole: mai aquila fissò così fermamente il suo sguardo verso l astro. 49-54 E come il raggio riflesso deriva sempre da quello diretto e risale verso l alto da cui proviene, proprio come un pellegrino che desidera ritornare (in patria), così dal suo atteggiamento, penetrato nella mia facoltà immaginativa attraverso gli occhi, trasse origine il mio sguardo e fissai gli occhi nel sole oltre ogni umana possibilità. 55-63 Nel Paradiso Terrestre sono consentite alle facoltà umane molte cose che non sono concesse in Terra, perché quel luogo è stato creato come dimora propria del genere umano. Io non riuscii a sopportare a lungo (la vista del sole), ma neppure così poco che non lo vedessi sprizzare faville tutt intorno a sé, simile a un ferro che esce incandescente dal fuoco; e all improvviso sembrò che la luce del giorno fosse raddoppiata, come se Dio, che tutto può, avesse adornato il cielo con un altro sole. 64-69 Beatrice stava tutta tesa con lo sguardo fisso verso le sfere celesti e io, dopo aver distolto i miei occhi dal sole, li fissai in lei. Nel guardare Beatrice mi trasformai interiormente come si trasformò Glauco nell assaggiare quell erba che lo rese partecipe della stessa sorte e della stessa natura degli altri dèi marini. 37-42. Surge ... suggella: il viaggio di Dante nel Paradiso inizia nella stagione vitale della primavera e nell ora luminosa del mezzogiorno. Nell equinozio di primavera i quattro cerchi geospaziali l equatore, l eclittica solare (circonferenza percorsa dal Sole nel corso dell anno tra le costellazioni dello zodiaco), l orizzonte e il coluro equinoziale (meridiano che passa per i poli e i punti equinoziali) si incrociano e formano tre croci all orizzonte. Inoltre, il Sole è nella costellazione dell Ariete (il miglior corso), momento particolarmente favorevole, perché così avveniva quando Dio creò il mondo (Inferno I, 38-40). I commentatori antichi hanno spiegato allegoricamente la complessa figura astronomica: i quattro cerchi sono le virtù cardinali (prudenza, giustizia, fortezza e temperanza Purgatorio I, 22-24, nota) e le tre croci le tre virtù teologali (fede, speranza, carità), la Poca favilla gran fiamma seconda: forse di retro a me con miglior voci 36 si pregherà perché Cirra risponda. Surge ai mortali per diverse foci la lucerna del mondo; ma da quella 39 che quattro cerchi giugne con tre croci, con miglior corso e con migliore stella esce congiunta, e la mondana cera 42 più a suo modo tempera e suggella. Fatto avea di là mane e di qua sera tal foce, e quasi tutto era là bianco 45 quello emisperio, e l altra parte nera, quando Beatrice in sul sinistro fianco vidi rivolta e riguardar nel sole: 48 aguglia sì non li s affisse unquanco. E sì come secondo raggio suole uscir del primo e risalire in suso, 51 pur come pelegrin che tornar vuole, così de l atto suo, per li occhi infuso ne l imagine mia, il mio si fece, 54 e fissi li occhi al sole oltre nostr uso. Molto è licito là, che qui non lece a le nostre virtù, mercé del loco 57 fatto per proprio de l umana spece. Io nol soffersi molto, né sì poco, ch io nol vedessi sfavillar dintorno, 60 com ferro che bogliente esce del foco; e di sùbito parve giorno a giorno essere aggiunto, come quei che puote 63 avesse il ciel d un altro sole addorno. Beatrice tutta ne l etterne rote fissa con li occhi stava; e io in lei 66 le luci fissi, di là sù rimote. Nel suo aspetto tal dentro mi fei, qual si fé Glauco nel gustar de l erba 69 che l fé consorto in mar de li altri dèi. cui unione predispone l anima ad accogliere la grazia di Dio (indicato dal poeta con la metafora del sole). mondana cera: la materia del mondo è paragonata alla cera perché è fragile e viene plasmata dall influsso divino. 46-48. quando ... unquanco: nell emisfero australe del Purgatorio il sole è alla metà del suo corso, quindi è mezzogiorno. Beatrice ha il sole (metafora di Dio) alla sua sinistra, in alto, e lo fissa: è un immagine che preannuncia l inizio dell ascesi, il volo dell aquila cui è paragonata Beatrice. Fin dall antichità si credeva che l aquila potesse sostenere la vista del sole senza esserne abbagliata (Lucano, Pharsalia IX, 902-905). 55-57. Molto ... spece: Dante, purificato dal peccato, è nel Paradiso Terrestre, come Adamo prima del peccato originale, in una condizione di grazia che esalta anche le facoltà sensitive. Il poeta, guardando negli occhi Beatrice e quindi attraverso la mediazione della teologia, sarà reso degno di contemplare Dio, metaforicamente indicato dal sole: la luce aumenta perché Dante si sta avvicinando alla sfera del fuoco, è il momento in cui si compie il perfezionamento etico-intellettuale di Dante-personaggio. 64-66. Beatrice ... rimote: la dolcezza dello sguardo di Beatrice diventa mediatrice di Grazia per Dante, il quale può contemplare il sole-Dio e ora l ordine universale delle sfere celesti. 68. Glauco: con il mito di Glauco Dante spiega il passaggio dal divino all umano che egli avverte dentro di sé ( Personaggi). Il trasumanar (v. 70) non può essere inteso dall intelletto né espresso con le parole, si può dare di questo evento un esempio a chi un giorno potrà sperimentarlo: è l ineffabilità già annunciata (vv. 5 sgg.) che domina la Cantica ( Dante maestro di retorica, p.568).

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato