La Divina Commedia

nel quale un cinquecento diece e cinque, messo di Dio, anciderà la fuia 45 con quel gigante che con lei delinque. E forse che la mia narrazion buia, qual Temi e Sfinge, men ti persuade, 48 perch a lor modo lo ntelletto attuia; ma tosto fier li fatti le Naiade, che solveranno questo enigma forte 51 sanza danno di pecore o di biade. Tu nota; e sì come da me son porte, così queste parole segna a vivi 54 del viver ch è un correre a la morte. E aggi a mente, quando tu le scrivi, di non celar qual hai vista la pianta 57 ch è or due volte dirubata quivi. Qualunque ruba quella o quella schianta, con bestemmia di fatto offende a Dio, 60 che solo a l uso suo la creò santa. Per morder quella, in pena e in disio cinquemilia anni e più l anima prima 63 bramò colui che l morso in sé punio. Dorme lo ngegno tuo, se non estima per singular cagione essere eccelsa 66 lei tanto e sì travolta ne la cima. E se stati non fossero acqua d Elsa li pensier vani intorno a la tua mente, 69 e l piacer loro un Piramo a la gelsa, per tante circostanze solamente la giustizia di Dio, ne l interdetto, 72 conosceresti a l arbor moralmente. Ma perch io veggio te ne lo ntelletto fatto di pietra e, impetrato, tinto, 75 sì che t abbaglia il lume del mio detto, voglio anco, e se non scritto, almen dipinto, che l te ne porti dentro a te per quello 78 che si reca il bordon di palma cinto . E io: «Sì come cera da suggello, che la figura impressa non trasmuta, 81 segnato è or da voi lo mio cervello. Ma perché tanto sovra mia veduta vostra parola dis ata vola, 84 che più la perde quanto più s aiuta? . «Perché conoschi , disse, «quella scuola c hai seguitata, e veggi sua dottrina 87 come può seguitar la mia parola; e veggi vostra via da la divina distar cotanto, quanto si discorda 90 da terra il ciel che più alto festina . Ond io rispuosi lei: «Non mi ricorda ch i stran asse me già mai da voi, 93 né honne cosc enza che rimorda . «E se tu ricordar non te ne puoi , sorridendo rispuose, «or ti rammenta 96 come bevesti di Letè ancoi; pedimento (sbarro), che darà al mondo un epoca (a darne tempo) nella quale un cinquecento dieci e cinque, inviato da Dio, ucciderà la ladra (fuia) insieme al gigante che insieme a lei commette delitti. Forse il mio racconto oscuro (narrazion buia) non ti persuade completamente, perché come i responsi di Temi (dea della Giustizia) e della Sfinge indebolisce le facoltà intellettive (lo ntelletto attuia); ma presto (tosto) saranno i fatti (le Naiade) a risolvere questo difficile enigma senza danni per le greggi e per i pascoli. 52-78 Tu registra nella memoria (nota); e così come da me sono dette, allo stesso modo riporta queste parole a coloro che vivono, di quella vita che è approssimarsi alla morte. E ricorda (aggi a mente), quando le trascriverai, di non omettere le condizioni (qual) in cui hai visto la pianta, che nella scena vista qui ora viene saccheggiata due volte. Chiunque la derubi o la danneggi (ruba... schianta), offende con i fatti Dio, che inviolabile (santa) la creò per il suo disegno (solo a l uso suo). Per aver addentato (il frutto) di quella, Adamo (l anima prima) aspettò (bramò) più di cinquemila anni, con dolore e desiderio, colui che scontò il peccato nella sua carne. La tua intelligenza è intorpidita, se non capisce (estima) che (la pianta) non può essere così alta (eccelsa tanto) e capovolta in cima se non per una ragione eccezionale (singular cagione). E se i tuoi pensieri vani non avessero incrostato la tua mente, al modo delle acque dell Elsa (affluente dell Arno), e se il compiacimento ( l piacer loro, che provavi nel pensiero) non avesse oscurato la tua mente, come il sangue di Piramo mutò il colore del gelso, circostanze così particolari (tante: l altezza e la forma dell albero), da sole (solamente), ti farebbero riconoscere nell albero, secondo il suo significato morale (moralmente), la giustizia divina, espressa nel divieto. Ma poiché io vedo in te l intelletto divenuto come pietra e, così indurito, oscurato (tinto), sicché la luce (di verità) delle mie parole (del mio detto) ti abbaglia, esigo che tu le riporti in Terra da qui ( l te ne porti), se non trascritte fedelmente, almeno raffigurate in immagine (dipinto), così come (per quello) si porta il bastone del pellegrinaggio ornato di palme . 79-102 E io: «Così come la cera marchiata dal sigillo (da suggello), che conserva inalterata la figura impressa, (allo stesso modo) il mio cervello è stato segnato da voi. Ma perché le vostre tanto desiderate parole (vostra disiata parola) volano così alte sopra la mia vista (sovra mia veduta; cioè, superano la mia capacità di comprensione), che più le perde quanto più cerca di seguirle (più s aiuta)? . «Perché tu conosca (bene, per quello che è) , disse, «la scuola che hai seguito, e veda come i suoi insegnamenti (sua dottrina) (siano insufficienti) per comprendere le mie parole; e (perché) tu veda che la vostra sapienza umana (via) è tanto lontana dalla scienza divina quanto si discosta dalla terra il cielo che più in alto di tutti si affretta nel suo ruotare (festina: il Primo Mobile) . Per cui io risposi a lei: «Non mi ricordo che io mi sia mai allontanato da voi, e non ne ho (né honne) rimorso . «E se non puoi ricordare , rispose sorridendo, «ricordati ora di come oggi hai bevuto l acqua del Lete; Purgatorio L Eunoè: il rinnovamento spirituale 555

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato