La Divina Commedia

ta (Lo cielo i vostri movimenti inizia v. 73), non dipende da noi, ma è un «dono ; ce lo ritroviamo addosso, sta a noi, nel tempo, riconoscerlo. Il secondo fattore è la ragione, che consiste nella capacità di valutare in una determinata situazione i differenti elementi in gioco per prendere una decisione che sia buona per la propria vita. Ecco perché è qui chiamata lume [ ] a bene e a malizia (v. 75), luce che rischiara ciò che è bene differenziandolo da ciò che è male. Il terzo fattore è il libero arbitrio, cioè la facoltà di scegliere il bene o il male. L educazione, poi, deve «ben nutrire la ragione e la libertà, deve, cioè, contribuire al buon uso della ragione e della libertà. La vera libertà è adesione al bene Nel canto XVI del Purgatorio, poi, Marco Lombardo spiega che l uomo persegue la vera libertà quando il libero arbitrio si muove per il bene, aderisce al bene, ovvero torna verso Colui da cui è partito (Dio). L anima umana, semplice, quando esce dalle mani del Creatore si comporta come una bimba che ride o piange infantilmente, non sa nulla salvo che torna con gioia verso ciò che le dà letizia: come una bimba che, ignara di tutto, sempre ritorna nelle braccia della madre, così l anima umana si muove verso il bene, in poche parole verso quel Dio che l ha creata (vv. 85-90); come un oggetto di ferro che è attirato da una calamita, così il nostro cuore trova una totale corrispondenza nell amore e nel bene. Ecco perché l esperienza piena di libertà (ovvero la sensazione di una nostra piena realizzazione) si prova nell adesione al nostro vero bene. Perché allora spesso l uomo si distrae e confonde il vero bene con piccoli beni? Perché l anima, mossa dal desiderio del bene, non appena ha il sentore di averlo trovato, si butta a capofitto su di esso e, spesso, s inganna (vv. 91-93). 108), cioè verso i due fini preposti da Dio alla duplice natura (umana e divina) di ciascun individuo. La corruzione del mondo è generata proprio dalla confusione del potere temporale (la spada) con il potere spirituale (il pastorale) (L un l altro ha spento; ed è giunta la spada / col pasturale, e l un con l altro insieme / per viva forza mal convien che vada, vv. 109-111). Le virtù abbandonate e il passato come modello Marco Lombardo, infine, con le riflessioni sul declino delle corti nell Italia settentrionale per le virtù abbandonate riconduce il discorso al punto di partenza, alla nostalgia (alto sospir, v. 64) per quel patrimonio disperso di virtù cavalleresche e cortesi (valore e cortesia, v. 116). Il personaggio ribadisce la tematica ricorrente nel poema dei valori del passato, di un tempo felice nel quale gli uomini erano modello di virtù e di liberalità. Al lamento per la decadenza presente oppone l esempio dei tre nobiluomini della generazione precedente, baluardo del valore militare e della cortesia (Ben v èn tre vecchi ancora in cui rampogna / l antica età la nova, vv. 121-122), prima che, sotto il regno di Federico II di Svevia, i contrasti tra Impero e Chiesa cominciassero a minare l ordine del mondo (solea valore e cortesia trovarsi, prima che Federigo avesse briga, vv. 116-117). Dante-auctor laudator temporis acti, «estimatore del tempo passato ancora una volta riafferma che le generazioni precedenti vivevano secondo quei valori e quelle virtù cavalleresche che il tempo presente, nella confusione delle istituzioni, ha disperso: il raffronto rende più vergognoso il degrado del secol selvaggio (v. 135). Le due sfere di competenza E, proprio per aiutare la debolezza della volontà umana nelle sue scelte, sono state predisposte dalla Provvidenza due guide, due massime autorità, distinte e autonome: una spirituale, che conduca l individuo alla salvezza eterna, e una temporale, che regoli le società civili e indirizzi le scelte al bene con giuste leggi. La teoria dei «due soli e la confusione dei poteri La crisi politico-civile è un effetto tangibile della mancanza di questo equilibrio: l imperatore non fa applicare le leggi (Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?, v. 97) e il Papato approfitta dell assenza dell autorità imperiale, anzi l attaccamento della Chiesa ai beni terreni costituisce un esempio negativo per l umanità (Nullo, però che l pastor che procede, / rugumar può, ma non ha l unghie fesse; / per che la gente, che sua guida vede / pur a quel ben fedire ond ella è ghiotta, / di quel si pasce, e più oltre non chiede, vv. 98-102). Per definire questa concezione dei due poteri universali, Marco Lombardo (alias Dante) ricorre all immagine dei due soli, che con assoluta parità e autonomia devono guidare verso la felicità terrena e la salvezza eterna (Soleva Roma, che l buon mondo feo, / due soli aver, che l una e l altra strada / facean vedere, e del mondo e di Deo, vv. 106- Marco Lombardo canto VI, miniatura di Guglielmo Giraldi (1474-1482) Purgatorio Marco Lombardo 431

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato