La Divina Commedia

418 Canto XV canto racconta il passaggio dei due pellegrini dalla cor nicell dell invidia a quella dell ira. Elemento dominante è la luce, declinata in due motivi: la luce del sole pomeridiano, che illumina in pieno volto i due pellegrini, viene come avvolta e superata, subito dopo, dallo splendore dell angelo della misericordia, che abbaglia lo stupefatto Dante. (vv. 1-39) L angelo della misericordia 1-15 Lo stesso arco (quanto) che appare percorso dal sole il quale cambiando ogni giorno posizione nel cielo sembra un bambino che gioca continuamente (sempre a guisa di fanciullo scherza) ai nostri occhi dall inizio del giorno (le sei del mattino) alla fine dell ora terza (le nove), altrettanto sembrava essere rimasto al sole da percorrere prima del tramonto (inver la sera; sono dunque le tre del pomeriggio); là (in Purgatorio) era vespro (l ora che andava dalle tre alle sei del pomeriggio), qui (in Italia) mezzanotte. I raggi del sole ci colpivano in pieno viso (per mezzo l naso), perché tanto avevamo aggirato il monte che (ora) andavamo diritti verso occidente, quando io mi sentii abbagliare dallo splendore, molto più di quel che non facessero i raggi del sole (più che di prima), e mi stupivo per il fenomeno nuovo, sconosciuto (le cose non conte); per cui sollevai le mani agli occhi per darmi una protezione (fecimi l solecchio) che diminuisce la luce eccessiva. 16-39 Come quando da una superficie riflettente, acqua o specchio, il raggio luminoso si proietta (sale) nella direzione opposta (l opposita parte) a quella da cui proviene, risalendo esattamente (per lo modo parecchio) come scende, e si allontana per pari tratto dalla perpendicolare (cader de la pietra) al piano, così come dimostra l esperimento (esperienza) e la conoscenza scientifica (arte), così mi parve di essere colpito da una luce riflessa (rifratta) davanti a me; per cui la mia vista si distolse velocemente. «Che cos è quello, dolce padre, di fronte al quale non riesco a coprirmi il viso tanto da poter utilizzare la vista (tanto che mi vaglia) , io dissi, «e sembra muoversi verso di noi? . «Non ti stupire se gli angeli (la famiglia del cielo) ti abbagliano ancora , mi rispose, «è un messaggero che viene per invitare alla salita. Avverrà presto che vedere queste cose non ti risulterà faticoso, ma ti procurerà il piacere per cui la natura ti ha predisposto . Dopo che avemmo raggiunto l angelo benedetto, egli disse con voce gioiosa: «Imboccate qui una scalinata meno ripida delle altre . Noi salivamo, già partiti da lì, e Beati i misericordiosi! (è la quinta beatitudine del discorso della montagna) sentimmo cantare alle nostre spalle e Godi tu che vinci (cioè: rallegrati, misericordioso, perché grande è la tua vittoria finale ). (vv. 40-84) Virgilio scioglie i dubbi di Dante 40-57 Il mio maestro e io, soli, andavamo in su; e andando io pensai di trarre vantaggio (prode acquistar) dalle sue parole; Alla luminosità di queste immagini corrisponde un atmosfera di meditazione interiore, che stempera e lenisce l amarezza del canto politico precedente, e verte non sugli effetti negativi dei peccati di invidia e di ira ma sulla positività dei sentimenti contrapposti, l ardore di carità e lo spirito di pace, esaltati da Virgilio e, più ancora, dalle visioni estatiche in cui Dante viene rapito. Quanto tra l ultimar de l ora terza e l principio del dì par de la spera 3 che sempre a guisa di fanciullo scherza, tanto pareva già inver la sera essere al sol del suo corso rimaso; 6 vespero là, e qui mezza notte era. E i raggi ne ferien per mezzo l naso, perché per noi girato era sì l monte, 9 che già dritti andavamo inver l occaso, quand io senti a me gravar la fronte a lo splendore assai più che di prima, 12 e stupor m eran le cose non conte; ond io levai le mani inver la cima de le mie ciglia, e fecimi l solecchio, 15 che del soverchio visibile lima. Come quando da l acqua o da lo specchio salta lo raggio a l opposita parte, 18 salendo su per lo modo parecchio a quel che scende, e tanto si diparte dal cader de la pietra in igual tratta, 21 sì come mostra esper enza e arte; così mi parve da luce rifratta quivi dinanzi a me esser percosso; 24 per che a fuggir la mia vista fu ratta. «Che è quel, dolce padre, a che non posso schermar lo viso tanto che mi vaglia , 27 diss io, «e pare inver noi esser mosso? . «Non ti maravigliar s ancor t abbaglia la famiglia del cielo , a me rispuose: 30 «messo è che viene ad invitar ch om saglia. Tosto sarà ch a veder queste cose non ti fia grave, ma fieti diletto 33 quanto natura a sentir ti dispuose . Poi giunti fummo a l angel benedetto, con lieta voce disse: «Intrate quinci 36 ad un scaleo vie men che li altri eretto . Noi montavam, già partiti di linci, e Beati misericordes! fue 39 cantato retro, e Godi tu che vinci! . Lo mio maestro e io soli amendue suso andavamo; e io pensai, andando, 42 prode acquistar ne le parole sue;

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato