La Divina Commedia

«O Padre nostro, che ne cieli stai, non circunscritto, ma per più amore 3 ch ai primi effetti di là sù tu hai, laudato sia l tuo nome e l tuo valore da ogni creatura, com è degno 6 di render grazie al tuo dolce vapore. Vegna ver noi la pace del tuo regno, ché noi ad essa non potem da noi, 9 s ella non vien, con tutto nostro ingegno. Come del suo voler li angeli tuoi fan sacrificio a te, cantando osanna, 12 così facciano li uomini de suoi. Dà oggi a noi la cotidiana manna, sanza la qual per questo aspro diserto 15 a retro va chi più di gir s affanna. E come noi lo mal ch avem sofferto perdoniamo a ciascuno, e tu perdona 18 benigno, e non guardar lo nostro merto. Nostra virtù che di legger s adona, non spermentar con l antico avversaro, 21 ma libera da lui che sì la sprona. Quest ultima preghiera, segnor caro, già non si fa per noi, ché non bisogna, 24 ma per color che dietro a noi restaro . Così a sé e noi buona ramogna quell ombre orando, andavan sotto l pondo, 27 simile a quel che talvolta si sogna, disparmente angosciate tutte a tondo e lasse su per la prima cornice, 30 purgando la caligine del mondo. Se di là sempre ben per noi si dice, di qua che dire e far per lor si puote 33 da quei ch hanno al voler buona radice? 1-3. O Padre ... tu hai: Dante parafrasa nei vv. 1-24 la preghiera del Pater Noster, insegnata da Cristo agli uomini (Matteo VI, 1-13; Luca XI, 2-4). Preghiera particolarmente adatta ai superbi, perché Dio creatore, infinito e onnipotente, è invocato come padre misericordioso, al cui volere tutti devono sottomettersi con profonda umiltà. 4-6. laudato ... vapore: il nome è il Figlio (il Logos o Verbo); il valore indica la potenza del Padre; il vapore esprime il soffio dello Spirito Santo (lat. spiritus = soffio); dunque, le tre persone della Trinità. 7-9. Vegna ... ingegno: la preghiera mette in luce che la presunzione di sé e delle proprie forze non consente di pervenire alla pace del Paradiso: l uomo deve riconoscere con umiltà che ha bisogno dell aiuto divino. 10-12. Come del suo voler ... suoi: l uomo umilmente deve uniformare la volontà individuale a quella di Dio, come fanno gli angeli (vv. 1-36) Il Pater Noster 1-6 «O Padre nostro che stai nei cieli, non (perché) limitato da essi ma per il più grande amore che tu hai lassù per le prime cose che hai creato (cioè gli angeli e i cieli stessi) il tuo nome e la tua potenza (valore) siano lodati da ogni creatura come è doveroso rendere grazie al tuo dolce amoroso spirito (vapore). 7-12 Concedici la pace del tuo regno, perché noi non possiamo conseguirla da soli, pur investendo le nostre risorse, se essa non viene a noi (dalla tua Grazia). Come gli angeli sacrificano a Te la loro volontà, celebrando le tue lodi, così facciano gli uomini della propria (volontà). 13-18 Dacci oggi il nostro nutrimento quotidiano, senza il quale va indietro chi più si impegna a procedere in questo aspro deserto. E come noi perdoniamo a tutti il male che abbiamo ricevuto, anche Tu perdonalo a noi benevolmente, e non tener conto dei nostri meriti. 19-24 Non mettere alla prova con l antico avversario (il demonio) la nostra virtù, che facilmente cede, ma liberala da quello, che la spinge al male. Quest ultima preghiera, o dolce Signore, non te la rivolgiamo per noi, perché non ne abbiamo più bisogno, ma per coloro che sono rimasti dietro a noi (sulla Terra) . 25-30 Così quelle ombre giravano intorno (al monte), invocando la buona sorte per sé e per noi (vivi), sotto il peso simile a quello di certi incubi notturni, oppresse da pesi di diverse dimensioni e stanche su per la prima cornice, purificando la nebbia (peccaminosa delle passioni) del mondo. 31-33 Se di là (nel Purgatorio) si innalzano sempre efficaci preghiere per noi viventi, che cosa possono dire e fare di qua (sulla Terra), per loro, coloro che hanno un buon appiglio alla loro volontà (di offrire suffragi)? in cielo che, cantando la gloria del Signore, annullano in Dio la loro volontà. 13-15. Dà ... s affanna: come la manna divina permise agli Ebrei di sopravvivere nel deserto ( Parole in chiaro), così per l uomo è necessario il cibo dello spirito, l assistenza della Grazia. 16-18. E come noi ... merto: ancora si insiste sul motivo della pochezza umana e sulla professione di umiltà: per ottenere il perdono occorre perdonare dimenticando le offese ricevute. Il peccato è un debito nei confronti di Dio, che perdona in virtù della sua misericordia. 19-24. Nostra virtù ... restaro: la debolezza umana ha bisogno di Dio di fronte alla tentazione del demonio: i superbi, che sulla Terra pensarono solo a se stessi, ora si rivolgono a Dio implorandone l aiuto misericordioso anche per la salvezza dei vivi che devono percorrere, senza cedimenti, l aspro diserto della vita. 25. ramogna: Parole in chiaro 26-28. sotto l pondo disparmente an- gosciate: nella pena dei superbi il peso del macigno, e quindi del tormento della pena, varia a seconda della gravità del peccato commesso; pondo, «peso , dal lat. pondus. 29. lasse: l aggettivo deriva dal latino lassus = stanco. 30. la caligine: per alcuni commentatori è la superbia che sulla Terra, come una nebbia, offusca la vista dell uomo; per altri sono le tracce del peccato, che ancora offuscano le anime dei superbi. 31-33. Se di là radice?: Dante-autore invita il lettore alla riflessione morale: le preghiere di suffragio dei vivi possono abbreviare la pena delle anime purganti solo se chi intercede è in Grazia di Dio (v. 33). L ottica di Dante è quella terrena, perciò l avverbio di luogo di là vuol dire «di qua, nel Purgatorio ; di qua (v. 32) significa «di là, sulla Terra , a cui il poeta sente di appartenere. Purgatorio Oderisi da Gubbio 391

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato