La Divina Commedia

392 Canto XI 34-36 Davvero è giusto aiutarli a purificare le tracce del peccato che hanno portato dalla Terra, cosicché purificati e leggeri possano salire ai cieli stellati. (vv. 37-72) Il nobile Omberto Aldobrandeschi 37-45 «Deh, possano la giustizia e la misericordia di Dio liberarvi presto da questo peso così che possiate muovere le ali che vi portino in cielo secondo il vostro desiderio; indicateci da quale parte è più breve la via verso la scala; e se c è più di un passaggio, insegnateci quello con un pendio meno ripido, perché questi, che viene con me, a causa del peso della carne di Adamo di cui è rivestito (il corpo) è suo malgrado lento nel salire . 46-57 Non fu chiaro da chi provenissero le parole con cui risposero a queste di colui che io seguivo (Virgilio); ma fu detto: «Venite con noi a destra lungo la parete e troverete il passaggio che una persona viva può salire. E se non fossi impedito dal macigno che piega la mia testa superba, per cui sono costretto a tenere lo sguardo abbassato, io guarderei costui che è ancora vivo e non dichiara il suo nome, per vedere se lo conosco e per impietosirlo di fronte a questo mio tormento. 58-66 Io fui italiano e nato da un nobile toscano: mio padre fu Guglielmo Aldobrandeschi, non so se il suo nome vi fu familiare. L antica nobiltà della mia stirpe e le nobili imprese dei miei antenati mi resero così arrogante che, non considerando che tutti discendiamo dalla stessa madre, io disprezzai a tal punto gli altri che ciò causò la mia morte, come sanno i Senesi e come sanno tutti a Campagnatico. 67-73 Io sono Omberto e la superbia ha danneggiato non solo me, perché essa ha trascinato con sé alla rovina tutti i miei consanguinei. 34. de : apocope di dee per «deve . 34-35. lavar ... quinci: il pentimento ri- mette il peccato ma non l intenzione peccaminosa, dalla quale le anime del Purgatorio devono gradualmente purificarsi. 37-45. Deh, se ... parco: Virgilio si rivolge alle anime, augura loro di poter essere presto liberate dal peso del macigno (metafora del peccato) e chiede informazioni sulla via meno ripida. Spiega loro che Dante è vivo, il corpo è ancora soggetto alle tentazioni, che rallentano contro la sua volontà il cammino verso la salvezza. 46-49. Le lor ... fu detto: un anima risponde alla domanda di Virgilio e li invita a camminare verso destra insieme a loro; ma Dante non riesce a individuare chi sia a parlare, poiché esse procedono a testa bassa e schiacciate dai macigni. Ben si de loro atar lavar le note che portar quinci, sì che, mondi e lievi, 36 possano uscire a le stellate ruote. «Deh, se giustizia e pietà vi disgrievi tosto, sì che possiate muover l ala, 39 che secondo il disio vostro vi lievi, mostrate da qual mano inver la scala si va più corto; e se c è più d un varco, 42 quel ne nsegnate che men erto cala; ché questi che vien meco, per lo ncarco de la carne d Adamo onde si veste, 45 al montar sù, contra sua voglia, è parco . Le lor parole, che rendero a queste che dette avea colui cu io seguiva, 48 non fur da cui venisser manifeste; ma fu detto: «A man destra per la riva con noi venite, e troverete il passo 51 possibile a salir persona viva. E s io non fossi impedito dal sasso che la cervice mia superba doma, 54 onde portar convienmi il viso basso, cotesti, ch ancor vive e non si noma, guardere io, per veder s i l conosco, 57 e per farlo pietoso a questa soma. Io fui latino e nato d un gran Tosco: Guiglielmo Aldobrandesco fu mio padre; 60 non so se l nome suo già mai fu vosco. L antico sangue e l opere leggiadre d i miei maggior mi fer sì arrogante, 63 che, non pensando a la comune madre, ogn uomo ebbi in despetto tanto avante, ch io ne mori , come i Sanesi sanno 66 e sallo in Campagnatico ogne fante. Io sono Omberto; e non pur a me danno superbia fa, ché tutti miei consorti 69 ha ella tratti seco nel malanno. 57. e per farlo ... soma: l anima si presen- ta con umiltà, accenna alla propria pena in termini crudi (la soma) e chiede la pietà delle preghiere di suffragio senza neppure conoscere il suo interlocutore. La soma, ovvero il carico posto sulle spalle di un animale da fatica, qui allude al peso dei peccati. 58-60. Io fui ... vosco: è l anima di Omberto Aldobrandeschi, feudatario toscano ( Personaggi). 63-66. non pensando ... fante: gli uomini sono uguali perché hanno una comune origine, discendenti da Eva, e nessuno può sentirsi superiore agli altri come, invece, Omberto ha fatto in vita: la superbia derivatagli dalla nobiltà della propria stirpe lo ha portato a disprezzare tanto gli altri uomini che i Senesi lo avevano fatto trucidare. Campagnatico: località sui monti nei pressi di Grosseto, lungo il fiume Ombrone. Il termine fante deriva dal participio presente del verbo latino fari = parlare (fans, fantis): letteralmente è chi ha un linguaggio articolato, perciò un adulto opposto a «infante , cioè il bambino che non ha ancora elaborato il suo linguaggio. 67. Io sono Omberto: nel presente c è solo l anima con la sua contrizione contrapposta alle prerogative della vita terrena ricordate dal verbo al passato remoto (Io fui latino, v. 58; mi fer, v. 62; ebbi in despetto, v. 64; ne mori , v. 65). 68-69. tutti miei ... malanno: la superbia è un male della stirpe degli Aldobrandeschi, politicamente decaduti, rovinati economicamente e corrotti moralmente.

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato