La Divina Commedia

99 crepata per lo lungo e per traverso. Lo terzo, che di sopra s ammassiccia, porfido mi parea, sì fiammeggiante 102 come sangue che fuor di vena spiccia. Sovra questo ten a ambo le piante l angel di Dio sedendo in su la soglia 105 che mi sembiava pietra di diamante. Per li tre gradi sù di buona voglia mi trasse il duca mio, dicendo: «Chiedi 108 umilemente che l serrame scioglia . Divoto mi gittai a santi piedi; misericordia chiesi e ch el m aprisse, 111 ma tre volte nel petto pria mi diedi. Sette P ne la fronte mi descrisse col punton de la spada, e «Fa che lavi, 114 quando se dentro, queste piaghe disse. Cenere, o terra che secca si cavi, d un color fora col suo vestimento; 117 e di sotto da quel trasse due chiavi. L una era d oro e l altra era d argento; pria con la bianca e poscia con la gialla 120 fece a la porta sì, ch i fu contento. «Quandunque l una d este chiavi falla, che non si volga dritta per la toppa , 123 diss elli a noi, «non s apre questa calla. Più cara è l una; ma l altra vuol troppa d arte e d ingegno avanti che diserri, 126 perch ella è quella che l nodo digroppa. Da Pier le tegno; e dissemi ch i erri anzi ad aprir ch a tenerla serrata, 129 pur che la gente a piedi mi s atterri . Poi pinse l uscio a la porta sacrata, dicendo: «Intrate; ma facciovi accorti 132 che di fuor torna chi n dietro si guata . E quando fuor ne cardini distorti li spigoli di quella regge sacra, 135 che di metallo son sonanti e forti, non rugghiò sì né si mostrò sì acra Tarp a, come tolto le fu il buono 138 Metello, per che poi rimase macra. Io mi rivolsi attento al primo tuono, e Te Deum laudamus mi parea 141 udire in voce mista al dolce suono. Tale imagine a punto mi rendea ciò ch io udiva, qual prender si suole quando a cantar con organi si stea; 145 ch or sì or no s intendon le parole. gata (ruvida), riarsa (arsiccia) e incisa (crepata) per l altezza e per la lunghezza. Il terzo, che si posa con un blocco compatto (s ammassiccia) mi sembrava di porfido (una roccia di intenso colore rosso), così lucente e vivo come sangue che zampilla fuori dalla vena. L angelo teneva entrambe le piante dei piedi posate su quest ultimo gradino, sedendo davanti alla porta che mi sembrava di diamante. 106-120 Il mio duca mi condusse su per i tre gradini assecondando il mio desiderio (buona voglia), dicendo: «Chiedi umilmente che la serratura venga aperta . Mi gettai devotamente ai piedi santi, chiesi misericordia e che mi aprisse, ma prima mi battei tre volte il petto. Con la punta della spada mi segnò sulla fronte sette P (simboleggianti i sette peccati capitali) e disse: «Fai in modo di lavare queste piaghe, quando sarai entrato . La cenere, o la terra appena tolta dalla cava, sarebbe (fora) dello stesso colore (d un color) del suo abito; dalle pieghe della veste egli estrasse due chiavi, una d oro e l altra d argento; prima con la chiave bianca e poi con la gialla operò sulla porta così da appagare il mio desiderio. 121-132 «Ogni volta che una di queste chiavi fallisce, perché non gira nel modo giusto nella serratura , egli ci disse, «questa porta non si apre. Più preziosa è la prima (quella d oro, simbolo dell autorità di Dio), ma l altra (quella d argento) richiede per funzionare (avanti che diserri) grande fatica e impegno (troppa d arte e d ingegno), poiché è quella che scioglie il nodo (cioè, che sblocca la serratura riconoscendo come autentico il pentimento di chi chiede di entrare). Le ho ricevute da Pietro; e mi disse di sbagliare piuttosto nell aprire che nel tenerla chiusa, purché gli uomini mi si inginocchino ai piedi . Poi spinse il battente della sacra porta, dicendo: «Entrate; ma vi avverto che chi si guarda indietro torna fuori . 133-145 Quando gli stipiti (spigoli) di quel portone santo (regge sacra) girarono, torcendosi sui cardini, rumorosi e pesanti nel movimento perché fatti di metallo, non risuonò così fortemente né parve così dura Tarpea, quando le venne meno la sorveglianza del buon Metello, evento per il quale rimase poi impoverita. Io mi feci attento al primo suono (che proveniva dall interno) e mi parve di udire Te Deum laudamus , da voci miste a un dolce suono. Ciò che udivo mi dava la stessa impressione (imagine) che si prova quando si canta al suono degli organi, per cui le parole si intendono solo a tratti. Purgatorio La porta del Purgatorio 385

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato