La Divina Commedia

Quell anima gentil fu così presta, sol per lo dolce suon de la sua terra, 81 di fare al cittadin suo quivi festa; e ora in te non stanno sanza guerra li vivi tuoi, e l un l altro si rode 84 di quei ch un muro e una fossa serra. Cerca, misera, intorno da le prode le tue marine, e poi ti guarda in seno, 87 s alcuna parte in te di pace gode. Che val perché ti racconciasse il freno Iustin ano, se la sella è vòta? 90 Sanz esso fora la vergogna meno. Ahi gente che dovresti esser devota, e lasciar seder Cesare in la sella, 93 se bene intendi ciò che Dio ti nota, guarda come esta fiera è fatta fella per non esser corretta da li sproni, 96 poi che ponesti mano a la predella. O Alberto tedesco ch abbandoni costei ch è fatta indomita e selvaggia, 99 e dovresti inforcar li suoi arcioni, giusto giudicio da le stelle caggia sovra l tuo sangue, e sia novo e aperto, 102 tal che l tuo successor temenza n aggia! Ch avete tu e l tuo padre sofferto, per cupidigia di costà distretti, 105 che l giardin de lo mperio sia diserto. Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura: 108 color già tristi, e questi con sospetti! Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura d i tuoi gentili, e cura lor magagne; 111 e vedrai Santafior com è oscura! 88-89. Che val ... vòta: sul diritto, espressio- ne storica della volontà di Dio, si basa l unità del mondo e le leggi servono a frenare le passioni umane. Giustiniano, imperatore romano d Oriente (527-565 Paradiso VI), fece riordinare da una commissione di giuristi il diritto romano, ma Dante lamenta l assenza del potere imperiale che dovrebbe farle applicare. Infatti l imperatore Rodolfo d Asburgo e suo figlio Alberto I duca d Austria, cui il poeta si rivolge nel v. 97, non furono incoronati a Roma e avevano dato vita a una politica limitata alla parte germanica dell Impero (costà), lasciando così che il papa Bonifacio VIII si nominasse vicario imperiale e che i Comuni si dilaniassero in lotte sanguinose. 91-93. Ahi gente ... nota: gli ecclesiastici hanno usurpato il potere dell imperatore e quindi non gli consentono di governare l Italia (lasciar seder Cesare in la sella). Per antonomasia sono chiamati Cesare gli imperatori del Sacro Romano Impero, considerato da Dante vacante dalla morte di Federico II di Svevia, 79-84 Quella nobile anima fu così pronta, al solo aver sentito il dolce nome della sua città, ad accogliere festosamente, qui (nel Purgatorio), il suo concittadino; mentre ora in Italia coloro che ancora vivono si fanno la guerra, e l un l altro si dilaniano gli abitanti di una medesima città (chiusi dalla stessa cerchia di mura e da uno stesso fossato). 85-96 Osserva, o misera, lungo i litorali le regioni costiere, e poi guardati all interno (in seno), se c è una sola parte che viva in pace. A che è servito che Giustiniano abbia provveduto a sistemare le leggi (racconciasse il freno), se poi sul trono (la sella) non c è nessuno (che le faccia rispettare)? Se il freno delle leggi non ci fosse stato la tua vergogna sarebbe minore. Ahimè, uomini di Chiesa che dovreste essere devoti, dediti alle cose spirituali, e lasciar sedere l imperatore sul trono, se intendeste bene l avvertimento di Dio, guardate come questa bestia è diventata ribelle, perché non è guidata dagli sproni di un cavaliere (l imperatore), dopo che voi avete preso in mano le sue briglie. 97-102 O Alberto (d Asburgo), che hai scelto di interessarti solo della Germania e abbandoni l Italia che è diventata ribelle e selvaggia, e invece dovresti inforcare i suoi arcioni (per guidarla), possa una giusta punizione del cielo cadere sopra la tua stirpe, e sia un castigo straordinario ed evidente, così che il tuo successore (Arrigo VII) ne abbia timore! 103-111 Dal momento che tu e tuo padre (Rodolfo d Asburgo) avete tollerato, trattenuti là in Germania da ambizione di potere, che il giardino dell Impero (l Italia), fosse abbandonato, inaridito. Vieni a vedere i (rivali) Montecchi e Capuleti, i Monaldi e i Filippeschi, o uomo negligente (nei confronti dell Italia): gli uni sono già in rovina, gli altri timorosi di rovinare. Vieni, o crudele, a vedere la condizione drammatica dei tuoi nobili feudatari, e risana i loro mali; e vedrai com è decaduta la contea di Santafiora! come scrive nel Convivio: «Federigo di Soave, ultimo imperadore de li Romani (Convivio IV, III 6). 97-99. O Alberto tedesco ... arcioni: l imperatore, abbandonando l Italia a se stessa, ha favorito la politicizzazione del clero. 100-101. giusto ... aperto: per la loro negligenza nei confronti dell Italia, gli imperatori tedeschi sono venuti meno al compito che Dio gli ha affidato: di qui l invocazione perché Dio punisca la dinastia degli Asburgo. 102. tal che ... n aggia: il successore di Alberto fu Arrigo VII di Lussemburgo, che riaccese le speranze di Dante scendendo in Italia nel 1312 per essere incoronato imperatore del Sacro Romano Impero e riaffermare la sua autorità sulla penisola: nel 1311 appoggiò i ghibellini toscani contro il capo dei guelfi italiani, il re di Napoli Roberto d Angiò, sotto la cui protezione si erano messi i Fiorentini. Ma, dopo aver acceso le speranze di molti, morì nel 1313 mentre si accingeva a una spedizione contro il re angioino. 106. Montecchi e Cappelletti: i Montecchi, ghibellini e filoimperiali, esercitarono il loro potere a Verona fino al 1291; i Cappelletti (o Capuleti), guelfi e antimperiali, erano di Cremona, in lotta con i Montecchi per il dominio sulla Lombardia. Le lotte tra queste due famiglie misero a dura prova le condizioni di numerose città del Nord Italia ma, dopo il 1267, i Montecchi furono espulsi dalla città (Dante li definisce già tristi, cioè ridotti a mal partito). Per l origine delle denominazioni guelfi e ghibellini ( Inferno X, Personaggi, p. 115). 107. Monaldi e Filippeschi: altre due famiglie dell Italia centrale in lotta tra loro e prossime al declino: i primi sono guelfi di Perugia e i secondi ghibellini di Orvieto. 110-111. gentili Santafior: i nobili (gentili) feudatari di investitura imperiale in assenza dell imperatore vedevano lo sfaldamento del proprio potere. Per esempio la contea di Santafiora era stata un potente feudo degli Aldobrandeschi, tra Siena e Grosseto. Purgatorio Sordello 357

La Divina Commedia
La Divina Commedia
Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato