Altre pagine altri percorsi – Catone l’Uticense e il mos

312 Canto I Altre pagine altri percorsi Catone l Uticense e il mos maiorum Dalla Pharsalia di Lucano all Ortis di Foscolo Nel I canto del Purgatorio Dante ci presenta Catone, integerrimo difensore dei valori della tradizione, come colui che accoglie i due poeti lanciando loro l accusa di essere dei dannati sfuggiti all Inferno. La presenza di Catone, nel ruolo di custode tra le anime destinate alla salvezza nel Giorno del Giudizio, ha dato luogo a diverse interpretazioni. Come mai un pagano suicida governa il regno dove le anime si purificano? Risponde Dante nel capitolo XXVIII del quarto trattato del Convivio: «E quale uomo terreno più degno fu di significare Iddio, che Catone? . Ma da dove Dante ricaverebbe questa grandezza? Sempre stando al Convivio essa consisterebbe nella generosità assoluta e totale di Catone, acerrimo nemico di chi minacciava la libertà repubblicana e in grado di donarsi totalmente, come aveva dimostrato cedendo la moglie Marzia all amico Ortensio. Per Dante, Catone era capace di comportarsi con tutti come con Marzia: sapeva rinunciare a se stesso per donarsi completamente, ed era, quindi, l espressione della massima virtù che l uomo poteva raggiungere prima della venuta di Cristo sulla Terra. La Pharsalia di Lucano La figura di Catone l Uticense nel Purgatorio dantesco trae diretta ispirazione dal ritratto di Catone che Marco Anneo Lucano (39 d. C.-65 d. C.) fa nella Pharsalia, poema epico latino che narra la guerra fratricida (49 a. C- 45 a. C.) in cui si contrapposero Cesare e Pompeo. Mai nessun altro popolo era arrivato a combattersi all interno in una guerra fratricida che, a detta di Lucano, opponeva due uomini ormai in cerca solo di potere e prestigio personale. Vi è un solo personaggio eroico nella Pharsalia, quel Catone l Uticense che da sempre aveva avuto come ideale il mos maiorum (la difesa della tradizione) e la libertà: ideali per cui prima combatté contro la tirannide di Silla, poi divenne avversario di Catilina e, infine, scelse nella guerra civile tra Cesare e Pompeo quest ultimo, in quanto unico rappresentante della tradizione repubblicana. L eroicità di Catone consiste dunque nel rigore, nella sobrietà (si accontenta di un tetto per dormire, di una semplice toga, di un pasto frugale), nell essenzialità, e soprattutto nell altruismo, nel suo essere sempre rivolto all interesse della collettività. Così lo tratteggia Lucano nel secondo libro della Pharsalia (vv. 380-391): Questo il carattere, questi i principi immutabili del duro Catone: conservare la misura, non uscire dai limiti, seguire la natura, dedicare la vita alla patria, credere di essere nato non per se stesso, ma per tutta l umanità. Il banchetto era per lui far cessare la fame; uno splendido palazzo il tetto che lo proteggesse dall inverno; una preziosa veste la toga ispida che gli coprisse il corpo al modo del quirite1; il supremo bene dell amore la prole; per Roma era un padre, per Roma era un marito, cultore della giustizia, custode dell inflessibile onestà, valente nell interesse comune; mai l egoismo si insinuò ed ebbe parte nella condotta di Catone. 1. Quirite: è l antico cittadino romano. L immagine di un Catone ricco di eroiche virtù si tramanda anche al Medioevo cristiano e si traduce nel I canto del Purgatorio nella raffigurazione di un veglio illuminato da quattro stelle che rappresentano a loro volta le quattro virtù cardinali (Prudenza, Giustizia, Forza e Temperanza). Nella visione di Dante e di Lucano, Catone rappresenta il vertice della virtù che l uomo poteva raggiungere prima della venuta di Cristo ma, a differenza di Lucano, Dante introduce l elemento del suicidio (vv. 70-75). Catone, saputo della vittoria di Cesare affronta con serenità e da autentico stoico la propria morte: una morte in nome di una libertà morale. Ed è esattamente la parola libertà che ci fa capire perché Catone si trova qui, dove le anime si purificano e trovano la libertà dal peccato.