La Divina Commedia

286 Canto XXXIII 30 40 5. Guido da Mon- tefeltro: fu comandante delle truppe che nel 1289 conquistarono Pisa. protagonista del canto XXVII dell Inferno. questa non può esserlo, perché la scelta tra le due interpretazioni delle ultime parole del conte (Poscia, più che l dolor, poté l digiuno, v. 75) si riflette sull interpretazione di tutto l episodio di Ugolino. Quelle parole possono essere intese in due modi diversi: o che egli, superando il dolore, divorò i suoi figli; ovvero che egli non morì di dolore, ma d inedia. Già il Lana, che commentava il poema pochi anni dopo la morte del poeta, adottò la tesi dell antropofagia; e alcuni dei copisti più antichi variarono il testo in modo da rivelare che tale era la loro interpretazione. Questa [interpretazione] non è abbandonata dai moderni, anche da alcuni studiosi autorevoli: sia che la prospettino come semplice ipotesi (dal De Sanctis al Contini), sia che la facciano valere come certezza. La maggior parte degli antichi e dei moderni accetta invece l interpretazione secondo la quale Ugolino, pur pensando e augurandosi di morire di schianto, per dolore, dovette invece morire lentamente di fame; ciò fa parte della crudeltà della sua morte (quel che non puoi avere inteso,/ cioè come la morta mia fu cruda, vv. 19-20). Le due interpretazioni sono entrambe, in sé, legittime, né esistono ragioni storiche che spingano a preferire l una all altra, se non la considerazione che quando, nel marzo 1289, all arrivo a Pisa di Guido da Montefeltro5 la prigione fu aperta, il conte fu trovato morto da poco, assieme ai figli e ai nipoti, mentre l antropofagia avrebbe forse potuto sostenerlo in vita ancora pochi giorni; soprattutto i sopravvenienti avrebbero certo trovato carni morse, ossa rosicchiate e altre tracce dell orribile pasto; e se le avessero trovate, la cosa avrebbe suscitato enorme scalpore, mentre non ci resta che un cenno, che è anche di dubbia interpretazione, in una cronaca fiorentina del Duecento. Comunque, la scelta tra le due spiegazioni dipende dall interpretazione generale dell episodio: e quella della morte per inedia è la sola che si attagli alla ricostruzione della figura di Ugolino quale l abbiamo tentata nelle colonne precedenti . (Umberto Bosco, «L episodio di Ugolino e la sua conclusione da Enciclopedia dantesca, vol. XVI, Treccani-Mondadori, Milano, 2005) Comprensione e analisi 1 Spiega l affermazione del critico Bosco: «A Dante, uomo tuffato in pieno nella vita pubblica del suo tempo, non era estraneo l odio; tanti passi del suo poema nascono da questo; non poteva quindi rifiutare quest odio in blocco, come potrebbe fare un illuminato uomo d oggi. Rifiuta invece una lotta così esasperata da far dimenticare all uomo la sua umanità, da trasformarlo in bestia . 2 Qual è l importanza dell invettiva contro Pisa all interno del canto XXXIII secondo Bosco? 3 Per quali ragioni Dante trasforma in giovanissimi i figli e i nipoti del conte Ugolino? 4 Quali sono le due interpretazioni che i commentatori danno al verso conclusivo del monologo del conte Ugolino («Poscia, più che l dolor, poté l digiuno v. 75)? 5 Come interpreta Bosco il verso conclusivo del monologo? Nella vicenda storica reale, in base a quanto è noto, il conte Ugolino si è realmente macchiato di antropofagia? Produzione Nell episodio del conte Ugolino, secondo l interpretazione di Bosco, Dante condanna in particolare la violenza perpetrata nei confronti di giovanissimi, resi innocenti dall età stessa. Anche nella società contemporanea, i bambini e i ragazzi sono, talvolta, vittime di differenti ingiustizie e violenze. Pensa ai bambini soldato (obbligati a combattere e a portare le armi già dalla più tenera età), al traffico dei minori e degli organi, alla prostituzione minorile, alle violenze domestiche e a tante altre situazioni in cui piccoli innocenti subiscono violenza da parte del mondo adulto. Argomenta i tuoi giudizi con riferimenti espliciti provenienti dalle tue conoscenze, dai libri letti o dai film visti e, se opportuno, anche dalla tua esperienza personale. Scrivi un discorso coerente e coeso che puoi - se lo ritieni utile - suddividere in paragrafi.

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato