Verso l’esame di Stato – Allenarsi alla prima prova

Verso l esame di Stato Allenarsi alla prima prova Tipologia B Analisi e produzione di un testo argomentativo UMBERTO BOSCO Come si conclude l episodio del conte Ugolino? Il critico Umberto Bosco sottolinea come Dante auctor condanni categoricamente la lotta politica troppo aspra che approda a livelli di violenza bestiali e, al contempo, al coinvolgimento di parenti e figli nell agone politico (anche se era contemplato dalle leggi del tempo). Per questo l invettiva contro Pisa è strettamente connessa all episodio del conte Ugolino e svolge una funzione conclusiva nei confronti della tragedia della paternità, in cui degli innocenti subiscono una pena ingiusta e immeritata. Bosco si sofferma, poi, sulla duplice interpretazione che da sempre i critici letterari hanno attribuito al verso tombale del monologo del conte Ugolino, sottolineando come le due letture siano «entrambe, in sé, legittime e non vi siano fatti storici rilevanti che propendano per una versione piuttosto che per l altra, se non la considerazione che quando Guido da Montefeltro fece aprire la prigione nel marzo 1289 trovò il conte già morto (l antropofagia avrebbe probabilmente prolungato la sua vita) e non si rimase colpiti per un misfatto come il cannibalismo. Le cronache ne avrebbero parlato in gran numero (mentre solo un cenno compare in una cronaca fiorentina del Duecento). 10 20 «Conquista, pensiamo, durevole della critica post-desanctisiana1 [relativa al canto XXXIII dell Inferno] è dunque l avere individuato che l orrore di Dante è verso la crudeltà nella lotta politica a lui contemporanea. Su questa via però si deve avanzare. A Dante, uomo tuffato in pieno nella vita pubblica del suo tempo, non era estraneo l odio; tanti passi del suo poema nascono da questo; non poteva quindi rifiutare quest odio in blocco, come potrebbe fare un illuminato uomo d oggi. Rifiuta invece una lotta così esasperata da far dimenticare all uomo la sua umanità, da trasformarlo in bestia. In particolare, Dante condanna il coinvolgere figli e discendenti nella sorte dei padri, anche se la corresponsabilità familiare era contemplata dalle leggi del tempo e non respinta dalla comune coscienza. Egli stesso era stato personalmente vittima di ciò: i figli, superata la fanciullezza, avevano, secondo la legge, dovuto raggiungerlo nell esilio. Il non avere accettato, per tornare in patria, compromessi da lui ritenuti disonorevoli, era stato un imperativo morale che non poteva certo lasciare scie di rimorso, ma d inquietudine sì. un problema essenziale per lui [...]. Da qui l importanza essenziale dell invettiva contro Pisa, in cui appunto Dante condannava da una parte le costumanze feroci delle lotte di cui la città era, per averle permesse, responsabile; e dall altra, specificamente, l ingiustizia di condannare innocenti [ ]. Ora comprendiamo appieno il perché della trasformazione in giovanissimi dei figli e nipoti adulti di Ugolino: l adolescenza è il volto figurativo dell innocenza. [...] Se eliminiamo l invettiva [...] vedremo impoverirsi l episodio. La tragedia della paternità prima rappresentata non è fine a sé stessa, ma la dimostrazione preventiva, in termini di approfondimento umano e perciò di poesia, di un ingiustizia; è per così dire il primo grandioso termine di un ragionamento di cui l invettiva è l ultimo; attraverso il caso particolare di un uomo il poeta affronta un assai più vasta realtà2. [ ] [L interpretazione delle ultime parole di Ugolino] è una delle più vessate questioni3 dell esegesi dantesca. Essa ne conta parecchie che sono piuttosto pseudo questioni4, nate dall eccessiva sottigliezza o magari fantasia dei secolari lettori, e che, comunque risolte, non influiscono sulla ricostruzione del mondo dantesco, e possono perciò essere accantonate; 1. Critica post-desanctisiana: le interpretazioni cri- tiche proposte dagli studiosi posteriori a Francesco De Sanctis. 2. più vasta realtà: l invettiva contro Pisa trasporta la riflessione da un piano individuale ad uno più univer- sale denunciando la gravità della condanna di innocenti che avveniva secondo le leggi allora vigenti. 3. Una delle più vessate questioni: una delle questioni più dibattute. 4. Pseudoquestioni: falsi problemi. Inferno Ugolino 285

La Divina Commedia
La Divina Commedia
Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato