La Divina Commedia

Su per lo scoglio prendemmo la via, ch era ronchioso, stretto e malagevole, 63 ed erto più assai che quel di pria. Parlando andava per non parer fievole; onde una voce uscì de l altro fosso, 66 a parole formar disconvenevole. Non so che disse, ancor che sovra l dosso fossi de l arco già che varca quivi; 69 ma chi parlava ad ire parea mosso. Io era vòlto in giù, ma li occhi vivi non poteano ire al fondo per lo scuro; 72 per ch io: «Maestro, fa che tu arrivi da l altro cinghio e dismontiam lo muro; ché, com i odo quinci e non intendo, 75 così giù veggio e neente affiguro . «Altra risposta , disse, «non ti rendo se non lo far; ché la dimanda onesta 78 si de seguir con l opera tacendo . Noi discendemmo il ponte da la testa dove s aggiugne con l ottava ripa, 81 e poi mi fu la bolgia manifesta: e vidivi entro terribile stipa di serpenti, e di sì diversa mena 84 che la memoria il sangue ancor mi scipa. Più non si vanti Libia con sua rena; ché se chelidri, iaculi e faree 87 produce, e cencri con anfisibena, né tante pestilenzie né sì ree mostrò già mai con tutta l Et opia 90 né con ciò che di sopra al Mar Rosso èe. Tra questa cruda e tristissima copia corr an genti nude e spaventate, 93 sanza sperar pertugio o elitropia: 61. per lo scoglio: per uno dei ponti roccio- si che oltrepassava la settima bolgia. Dante giunto sull argine si era bloccato. 63. quel di pria: quello di prima, il quinto sopra la bolgia dei barattieri, perché quello sopra la sesta è franato. Dunque, aggravandosi il peccato, si complica anche la difficoltà di sorpassarlo: i ponti diventano più ripidi e scoscesi man mano che ci si avvicina al fondo dell Inferno. 64. fievole: stanco. L aggettivo fievole, dal latino flebilis, ha all origine un significato uditivo e poi è passato a designare una debolezza generale. 65-66. una voce disconvenevole: il poeta crea in questi versi un clima di sospensione e di attesa: la voce proveniente dalla nuova bolgia è indistinta e inceppata, non adatta ad articolare parole. 73. da l altro cinghio: all altro argine circolare che separa la settima dall ottava bolgia; dismontiamo lo muro: percorriamo la discesa (vv. 61-96) Settima bolgia: serpenti e castigo dei dannati 61-66 Ci incamminammo su per il ponte, che era roccioso, stretto e disagevole, e molto più ripido del ponte precedente. Per non sembrare affaticato, camminavo parlando, per cui dalla bolgia successiva uscì una voce disadatta a formulare parole comprensibili. 67-69 Non so che cosa disse, anche se mi trovavo già sulla sommità del ponte che qui oltrepassa quella bolgia; ma chi parlava era in movimento. 70-75 Io ero piegato verso il basso, ma gli occhi per quanto attenti (vivi) non potevano vedere sul fondo per l oscurità; per cui io dissi: «Maestro, arriva fino al prossimo argine, e scendiamo un poco il ponte; poiché, come da qui sento le voci, e non capisco le parole, così guardo giù nel fondo delle ombre, ma non distinguo le figure . 76-78 «Non ti do altra risposta , disse, «se non fare quello che tu domandi (se non lo far); perché a una domanda giusta occorre rispondere con i fatti e non con le parole (in silenzio) . 78-84 Noi scendemmo sul ponte fino alla estremità, dove si congiunge all ottavo argine, e allora mi apparve con chiarezza la bolgia: e vidi dentro una terribile calca di serpenti, e di tante specie diverse che il ricordo ancora mi guasta il sangue. 85-90 La Libia non si vanti più del suo deserto; poiché se è ricca di chelidri, iacule e faree, e cencri e anfisibene, non mostrò mai, neanche in tutta l Etiopia e in tutte le regioni dell Arabia che si trovano all altezza (di sopra) del Mar Rosso, altrettanti animali pestiferi né così dannosi. 91-93 In mezzo a questo groviglio crudele e malvagio correvano dannati nudi e spaventati, senza speranza di trovare rifugio o pietre magiche come rimedio (eliotropia) dal culmine del ponte, erto come un muro. 75. neente: è forma arcaica per «niente . 79-80. il ponte da la testa ripa: fino alla estremità, là dove il ponte si congiunge con l argine dell ottava bolgia. Si noti il da con il significato di moto a luogo; il toscanismo s aggiugne con la metatesi -gn al posto di -ng. 82. stipa: calca, affollamento. 85. Più non si vanti rena: nel Medioevo il deserto sabbioso della Libia e l alta regione del Sahara erano noti per l abbondanza dei suoi rettili (Ovidio, Metamorfosi IV, 620; Lucano Pharsalia IX, 708-21). 86-87. chelidri ... anfisibena: cinque specie di serpenti. Tra gli altri, i cencri procedono tortuosamente; l anfisibena ha due teste, di cui una al posto della coda. 88. pestilenzie: animali pestiferi, cioè velenosi. La metonimia si riscontra già in Lucano: «Ma i flagelli (pestes) di Libia preparano spettacoli più orrendi (Pharsalia IX, 805). 89. con tutta l Et opia: come la Libia designa il Sahara, così l Etiopia il deserto della Nubia. 90. con ciò che di sopra al Mar Rosso: le zone che si trovano in prossimità del Mar Rosso alludono probabilmente al deserto dell Arabia (così collocato nelle cartografie medievali che hanno il nord a sinistra e l est in alto), famoso anch esso nell antichità, per il gran numero di serpenti. Sono nominati i tre deserti che si trovano intorno all Egitto: quello libico a ovest, quello etiopico a sud, quello arabico a est. 91. cruda e tristissima: feroce e malvagia. In particolare l aggettivo tristo ha il duplice significato di malvagio e di ciò che è causa di tristezza. 93. pertugio: un buco, un luogo dove nascondersi; elitropia ( Parole in chiaro): pietra di color verde chiazzata di rosso, che secondo i lapidari e le credenze popolari aveva virtù magiche, come quella di guarire dal morso dei serpenti o di rendere invisibile chi la portasse addosso. Inferno Vanni Fucci 211

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato