La Divina Commedia

212 Canto XXIV 94-96 avevano le mani legate dietro la schiena dai serpenti, che allungavano sulle reni la coda e la testa, e poi si annodavano sul davanti. (vv. 97-151) Vanni Fucci: metamorfosi, confessione del furto e profezia 97-105 Ed ecco che un serpente si avventò su un dannato che stava vicino a noi, presso la sponda della bolgia, e lo trafisse alla nuca (dove l collo a le spalle s annoda). Non si scrissero mai così velocemente né una O né una I di quanto quello si incendiò e bruciò, e di conseguenza (convenne) egli ricadendo diventò tutto cenere; e dopo che fu così incenerito a terra, la cenere si raggruppò da sola e di botto (di butto) si trasformò di nuovo nello stesso dannato di prima. 106-111 Così affermano i grandi sapienti che la fenice muore e poi rinasce, quando arriva il suo cinquecentesimo anno; nella sua vita non si ciba di erba o di biada, ma solo di gocce d incenso e d amomo, e le sue bende funebri sono nardo e mirra. 112-120 E come appare quell uomo che cade senza rendersene conto (e non sa como) o per la forza del demonio che lo getta a terra, o per uno scompenso che blocca le funzioni vitali del corpo quando si alza e si guarda intorno, tutto smarrito per il grande dolore che ha sofferto, e guardando intorno sospira, così era il peccatore dopo essersi rialzato. Oh quanto è severa la potenza di Dio, che per giusto castigo fa scrosciare (sull uomo peccatore) tali colpi! 121-126 Virgilio gli domandò poi chi egli fosse; ed egli rispose: «Io son precipitato (piovvi) in questa bolgia crudele (gola fiera) dalla Toscana, poco tempo fa. Ho amato una vita da bestia e non da uomo, 94-96. con serpi aggroppate: in questi versi prevale l area di significato comune del «legare per mettere in evidenza il contrappasso dei ladri, le cui mani furono troppo libere. E ora le loro mani sono legate con la parte centrale del corpo dalle serpi che allungano la testa e la coda dietro la schiena e lungo le reni del dannato; cingendolo poi ai fianchi come una cintura si annodano davanti sul ventre. Aggroppate: participio passato di aggropparsi da groppo, nodo. 97. da nostra proda: presso la sponda della bolgia dove si trovano i due pellegrini. 99. là dove ... s annoda: continua con il verbo s annoda l area semantica del «legare : il serpente punta alla nuca, dove il collo si unisce alle spalle, quindi va a colpire il midollo spinale. 100-105. Né O ... ritornò di butto: le due lettere O e I vengono scritte con un solo tratto di penna e pertanto sono tracciate più velocemente delle altre. Ritorna la metafora dell arte dello scrivere per esprimere la velocità del fatto che avviene davanti agli occhi di Dante: il cor- con serpi le man dietro avean legate; quelle ficcavan per le ren la coda 96 e l capo, ed eran dinanzi aggroppate. Ed ecco a un ch era da nostra proda, s avventò un serpente che l trafisse 99 là dove l collo a le spalle s annoda. Né O sì tosto mai né I si scrisse, com el s accese e arse, e cener tutto 102 convenne che cascando divenisse; e poi che fu a terra sì distrutto, la polver si raccolse per sé stessa 105 e n quel medesmo ritornò di butto. Così per li gran savi si confessa che la fenice more e poi rinasce, 108 quando al cinquecentesimo anno appressa; erba né biado in sua vita non pasce, ma sol d incenso lagrime e d amomo, 111 e nardo e mirra son l ultime fasce. E qual è quel che cade, e non sa como, per forza di demon ch a terra il tira, 114 o d altra oppilazion che lega l omo, quando si leva, che ntorno si mira tutto smarrito de la grande angoscia 117 ch elli ha sofferta, e guardando sospira: tal era l peccator levato poscia. Oh potenza di Dio, quant è severa, 120 che cotai colpi per vendetta croscia! Lo duca il domandò poi chi ello era; per ch ei rispuose: «Io piovvi di Toscana, 123 poco tempo è, in questa gola fiera. po del dannato che improvvisamente brucia, l incenerimento, la lenta caduta a terra della cenere che, poi, all istante si ricostituisce in forma d uomo. L orrore della scena sottende il severo giudizio morale della ineluttabile giustizia divina: questi peccatori che in vita hanno avuto come unico interesse i beni materiali sono ridotti a massa corporea o cenere. 106. per li gran savi si confessa: si attesta dai grandi sapienti. Si noti il francesismo (par) nell uso di per che introduce il complemento d agente. Il termine saggi comprende scienziati e poeti. 107. la fenice: uccello mitico sacro al sole ( Parole in chiaro). 111. e nardo e mirra fasce: le erbe aromatiche come incenso, nardo e mirra, che compongono il nido sul quale la fenice muore, dette appunto ultime fasce, cioè le bende, il lenzuolo funebre del defunto. 112-114. E qual è quel omo: e come quell uomo che cade a terra, o per la forza di un demone o perché colpito da epilessia, e non sa come accade (e non sa como: dal lat. quomodo, da Dante usato solo in rima con amomo, v. 110 e omo, v. 114). La tradizione popolare e i Vangeli di Matteo (15, 46; 16, 1) e di Luca (4, 35) presentano l epilessia come fenomeno soprannaturale, dovuto alla violenza e alla possessione che esercitava il demonio. Con il termine oppilazion (otturazione dal lat. oppilare, chiudere), Dante sembra suggerire la causa scientifica dell epilessia, che si riteneva dovuta all ostruzione improvvisa delle vene dove passavano gli spiriti vitali che vanno dal cuore al cervello. 116. tutto angoscia: completamente smarrito e fuori di sé per l oppressione fisica e morale. 118. levato poscia: poi che si fu levato e, quindi, risorto dalle ceneri. 120. vendetta: punizione divina. 121-126. Lo duca degna tana: il peccatore genericamente presentato nei versi precedenti (97, 101, 105, 118) ora si delinea nella sua identità storica: è Vanni Fucci, criminale pistoiese dei tempi di Dante, implicato in risse e fatti di sangue e autore di un furto sa-

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato