La Divina Commedia

164 Canto XVI 43-45 E io, che sono sottoposto a questo tormento con loro, fui Iacopo Rusticucci, e certo mi danneggia più di ogni altra cosa la moglie scontrosa (fiera) . 46-51 Se fossi stato al riparo dal fuoco, mi sarei gettato di sotto fra loro, e credo che il maestro l avrebbe tollerato, ma poiché mi sarei bruciato e ustionato, la paura vinse il mio desiderio che mi rendeva voglioso di abbracciarli. 52-57 Poi cominciai: «Non disprezzo (dispetto), ma dolore (doglia) mi confisse nel profondo la vostra condizione, tanto che tardi si distaccherà da me, non appena (tosto che) la mia guida mi disse parole dalle quali dedussi che stava arrivando gente nobile quale voi siete. 58-63 Sono della vostra città (terra), e sempre le vostre opere e i vostri nomi onorati con affetto ripetei e ascoltai. Lascio l amarezza e vado verso i dolci frutti promessi dalla mia verace guida; ma prima è necessario (convien) che io scenda (tomi) fino al centro dell Inferno . (vv. 64-90) La corruzione di Firenze 64-72 «Così possa la tua anima condurre a lungo le tue membra (vivere a lungo) , rispose quegli ancora, «e la tua fama risplendere dopo la tua morte, dicci se cortesia e valore dimorano ancora nella nostra città come soleva, o se sono scomparse del tutto (se n è gita fora); poiché Guglielmo Borsiere, il quale soffre con noi da poco e cammina là con i suoi compagni, ci rattrista (ne cruccia) molto con le sue parole . 73-78 «La gente arrivata di recente e i guadagni veloci hanno generato orgoglio e mancanza di moderazione, o Firenze, in te, così che già te ne lamenti . Così gridai con il viso rivolto in alto; e i tre, che presero ciò per risposta, guardarono l uno verso l altro come si guarda (si guata) una verità sgradita. 79-87 «Se anche le altre volte ti costa così poco , risposero tutti, «soddisfare le domande altrui, felice tu se parli così schiettamente! Perciò, se scampi a questi luoghi bui e torni a riveder le belle stelle, quando ti sarà motivo di gioia dire Io fui , fa che la gente parli di noi . Quindi ruppero il cerchio e le loro gambe sembrarono ali veloci (isnelle) a fuggire. 88-90 Un amen non si sarebbe potuto dire così in fretta come essi sparirono; perciò al maestro parve bene di partire. (vv. 91-136) L arrivo di Gerione 91-93 Io lo seguivo, e avevamo camminato poco, quando il suono dell acqua era così vicino che a malapena ci saremmo sentiti se avessimo parlato. E io, che posto son con loro in croce, Iacopo Rusticucci fui, e certo 45 la fiera moglie più ch altro mi nuoce . S i fossi stato dal foco coperto, gittato mi sarei tra lor di sotto, 48 e credo che l dottor l avria sofferto; ma perch io mi sarei brusciato e cotto, vinse paura la mia buona voglia 51 che di loro abbracciar mi facea ghiotto. Poi cominciai: «Non dispetto, ma doglia la vostra condizion dentro mi fisse, 54 tanta che tardi tutta si dispoglia, tosto che questo mio segnor mi disse parole per le quali i mi pensai 57 che qual voi siete, tal gente venisse. Di vostra terra sono, e sempre mai l ovra di voi e li onorati nomi 60 con affezion ritrassi e ascoltai. Lascio lo fele e vo per dolci pomi promessi a me per lo verace duca; 63 ma nfino al centro pria convien ch i tomi . «Se lungamente l anima conduca le membra tue , rispuose quelli ancora, 66 «e se la fama tua dopo te luca, cortesia e valor dì se dimora ne la nostra città sì come suole, 69 o se del tutto se n è gita fora; ché Guiglielmo Borsiere, il qual si duole con noi per poco e va là coi compagni, 72 assai ne cruccia con le sue parole . «La gente nuova e i sùbiti guadagni orgoglio e dismisura han generata, 75 Fiorenza, in te, sì che tu già ten piagni . Così gridai con la faccia levata; e i tre, che ciò inteser per risposta, 78 guardar l un l altro com al ver si guata. «Se l altre volte sì poco ti costa , rispuoser tutti, «il satisfare altrui, 81 felice te se sì parli a tua posta! Però, se campi d esti luoghi bui e torni a riveder le belle stelle, 84 quando ti gioverà dicere I fui , fa che di noi a la gente favelle . Indi rupper la rota, e a fuggirsi 87 ali sembiar le gambe loro isnelle. Un amen non saria possuto dirsi tosto così com e fuoro spariti; 90 per ch al maestro parve di partirsi. Io lo seguiva, e poco eravam iti, che l suon de l acqua n era sì vicino, 93 che per parlar saremmo a pena uditi.

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato