La Divina Commedia

154 Canto XV 37-42 «O figliuol , disse, «chiunque di questa schiera si ferma un momento, è condannato poi a stare disteso in terra per cento anni senza potersi riparare quando il fuoco lo colpisce. Perciò tu continua ad andare e io ti camminerò accanto; dopo raggiungerò il mio gruppo, che per l eternità va piangendo il suo peccato . 43-45 Io non osavo scendere dall argine per procedere al suo livello; ma tenevo il capo chino come colui che cammina in atteggiamento di riverenza. 46-48 Egli cominciò: «Quale caso o quale volontà divina ti ha condotto quaggiù prima della tua morte? e chi è costui che ti indica la strada? . 49-54 «Lassù sulla Terra nella vita serena , gli risposi, «mi smarrii in una valle prima che la mia vita raggiungesse il suo culmine. Solo ieri mattina me ne sono allontanato; e mentre stavo per tornare di nuovo indietro (nella selva) mi apparve costui che mi riporta a casa per questa strada (del bene) . 55-60 Ed egli mi rispose: «Se tu seguirai la tua predispozione astrale non potrai mancare di raggiungere il porto della gloria, se ho ben intuito le tue inclinazioni quando ero ancora in vita; e se io non fossi morto troppo presto, vedendo il cielo così generoso nei tuoi confronti, ti avrei sostenuto nella tua opera. 61-66 «Ma quel popolo fiorentino, ingrato e malvagio, che discese anticamente da Fiesole, e conserva ancora qualcosa di rozzo e di duro, ti sarà tanto più nemico quanto più agirai onestamente; ed è giusto, perché tra gli aspri sorbi non è consentito che fruttifichi il dolce fico. 67-69 Un antica fama diffusa sulla Terra li definisce ciechi; è gente avara, invidiosa e superba: cerca di tenerti lontano dalle loro abitudini. discepolo, ser Brunetto deve tornare indietro, abbandonando i suoi compagni. Egli, se non si riunisce in tempo al suo gruppo, rischia di ri manere per cento anni senza muovere le mani, per allontanare le fiamme; ma il rischio è lieve cosa, in confronto al piacere di colloquiare con Dante. Costui ha un altro maestro al quale de ve rispetto e obbedienza, ma Virgilio (allegoria di ragione e sapienza umana) in questo canto si tiene in disparte, per consentire ai due per sonaggi di riprendere quei rapporti di familia rità e di stima che avevano in vita. arrostarsi: verbo derivato dal termine rosta (germanico krausta = riparo di fogliame), qui assume il significato di ventola fatta con il movimento delle mani, a mo di ventaglio. 44-45. per andar ... vada: Dante che proce de sull argine e, in segno di deferenza, china il capo verso il suo maestro, segnala allegori camente la sua superiorità morale rispetto al maestro, peccatore e dannato. 46. fortuna o destino: la fortuna con il si gnificato latino di «caso fortuito ; il destino come evento decretato da Dio. «O figliuol , disse, «qual di questa greggia s arresta punto, giace poi cent anni 39 sanz arrostarsi quando l foco il feggia. Però va oltre: i ti verrò a panni; e poi rigiugnerò la mia masnada, 42 che va piangendo i suoi etterni danni . Io non osava scender de la strada per andar par di lui; ma l capo chino 45 tenea com uom che reverente vada. El cominciò: «Qual fortuna o destino anzi l ultimo dì qua giù ti mena? 48 e chi è questi che mostra l cammino? . «Là sù di sopra, in la vita serena , rispuos io lui, «mi smarri in una valle, 51 avanti che l età mia fosse piena. Pur ier mattina le volsi le spalle: questi m apparve, tornand o in quella, 54 e reducemi a ca per questo calle . Ed elli a me: «Se tu segui tua stella, non puoi fallire a glor oso porto, 57 se ben m accorsi ne la vita bella; e s io non fossi sì per tempo morto, veggendo il cielo a te così benigno, 60 dato t avrei a l opera conforto. Ma quello ingrato popolo maligno che discese di Fiesole ab antico, 63 e tiene ancor del monte e del macigno, ti si farà, per tuo ben far, nimico: ed è ragion, ché tra li lazzi sorbi 66 si disconvien fruttare al dolce fico. Vecchia fama nel mondo li chiama orbi; gent è avara, invidiosa e superba: 69 dai lor costumi fa che tu ti forbi. 49-54. Là sù ... calle: in questi pochi versi Dante riassume i momenti cruciali del travia mento e del viaggio ultraterreno di ritorno a casa (il cielo) con l aiuto di Virgilio. ca: apocope, sta per «casa . 55. tua stella: alcuni intendono l espressio ne in senso generico come «la tua inclina zione : Dante non potrà fallire se seguirà la sua inclinazione naturale, che ser Brunetto conobbe quando era in vita. Altri intendono stella come «costellazione dei Gemelli , sot to la quale era nato Dante, ritenuta favorevo le in particolare agli studi letterari. 61-66. ingrato ... fico: nell invettiva di Bru netto il popolo fiorentino è definito ingrato e malvagio, perché perseguita gli onesti che hanno posto il loro ingegno al servizio della città e al di sopra delle parti. Secondo una leggenda, riportata nella Cronica di Giovanni Villani e nello stesso Trésor di Brunetto Latini, Firenze fu fondata dai Romani cui si unirono i Fiesolani (etruschi di Toscana), scampati alla distruzione della loro città. Secondo questa tradizione, dunque, esistevano a Firenze due ceppi: quello che deteneva le più nobili virtù dei Romani, e quello dei Fiesolani, che, ancora ai tempi di Dante, conservavano la rozza selva tichezza dei progenitori. La parte malvagia che detiene il potere diverrà nemica di Dante che, pertanto, considera un onore la sua condizio ne di esule, segno di moralità e onestà: chi è onesto non può vivere in mezzo ai disonesti. 67. Vecchia fama ... orbi: i Fiorentini, che presuntuosamente si sono sempre creduti furbi, godevano invece, ovunque, della fama di creduloni facilmente raggirabili in virtù di un paio di episodi, che venivano ricorda ti a sostegno di tale fama: quello di Totila, re dei Goti, che nel 542, facendo credere di voler stipulare un alleanza, entrò in Firen ze e la distrusse; e quello dei Pisani, che, in cambio dell aiuto dato dai Fiorentini per una spedizione nelle isole Baleari, inviarono due colonne di porfido di scarsissimo valore, perché incrinate, che gli stolti cittadini di Fi renze accettarono come pezzi di gran pregio. 69. ti forbi: dal verbo forbirsi, «pulirsi , qui in senso morale di «rimanere pulito, puro .

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato