La Divina Commedia

La tua fortuna tanto onor ti serba, che l una parte e l altra avranno fame 72 di te; ma lungi fia dal becco l erba. Faccian le bestie fiesolane strame di lor medesme, e non tocchin la pianta, 75 s alcuna surge ancora in lor letame, in cui riviva la sementa santa di que Roman che vi rimaser quando 78 fu fatto il nido di malizia tanta . «Se fosse tutto pieno il mio dimando , rispuos io lui, «voi non sareste ancora 81 de l umana natura posto in bando; ché n la mente m è fitta, e or m accora, la cara e buona imagine paterna 84 di voi quando nel mondo ad ora ad ora m insegnavate come l uom s etterna: e quant io l abbia in grado, mentr io vivo 87 convien che ne la mia lingua si scerna. Ciò che narrate di mio corso scrivo, e serbolo a chiosar con altro testo 90 a donna che saprà, s a lei arrivo. Tanto vogl io che vi sia manifesto, pur che mia cosc enza non mi garra, 93 ch a la Fortuna, come vuol, son presto. Non è nuova a li orecchi miei tal arra: però giri Fortuna la sua rota 96 come le piace, e l villan la sua marra . Lo mio maestro allora in su la gota destra si volse in dietro e riguardommi; 99 poi disse: «Bene ascolta chi la nota . Né per tanto di men parlando vommi con ser Brunetto, e dimando chi sono 102 li suoi compagni più noti e più sommi. 72. ma lungi ... l erba: ancora una metafora per dire che Dante (l erba) si terrà lontano da entrambe le parti. becco: secondo alcuni «capra selvatica ; secondo altri è il becco di un uccello. 73-78. Faccian ... malizia: un altra metafo ra: i Fiorentini malvagi, discendenti dai rozzi Fiesolani (bestie fiesolane) si ammazzino tra loro (facciano foraggio strame di se stessi) ma non osino toccare i rarissimi discendenti dei fondatori romani della città come Dante, l uomo virtuoso in mezzo al loro letame di corruzione. In quei pochi uomini onesti ri vive la santa virtù (sementa) di quei Romani (la parte buona di Firenze), che rimasero in quella città quando divenne il covo (fu fatto il nido) di tanta malvagità (quando vi arri varono i fiesolani). sementa santa: la stirpe dei Romani è considerata sacra, perché eletta da Dio per creare l Impero, consacrato dal 70-72 Il tuo destino ti riserva tanto onore che entrambe le fazioni (i Bianchi e i Neri) vorranno averti in loro potere, ma l erba sarà sottratta al caprone. 73-78 I Fiorentini malvagi, quelli discendenti dai rozzi fiesolani (le bestie fiesolane) si dilanino tra di loro e non tocchino la pianta, se ne cresce ancora qualcuna in mezzo al loro letame, in cui riviva la santa stirpe di quei Romani, che rimasero a Firenze quando fu fondato questo nido di tanta malvagità. 79-87 «Se il mio desiderio fosse pienamente soddisfatto , gli risposi, «voi non sareste ancora allontanato dalla vita umana; perché ho impressa nella memoria, e ora mi addolora, la cara e buona immagine paterna di voi, allorché sulla terra mi insegnavate, di quando in quando, come l uomo può guadargnarsi l eternità (della fama): e quanto ciò mi sia gradito, è giusto che traspaia dalle mie parole, finché vivrò. 88-93 Quello che mi avete detto circa la mia vita futura, io lo scrivo nel libro della memoria e lo conservo, per farmelo spiegare insieme a un altra predizione da una donna che sarà in grado di farlo, ammesso che riesca a giungere fino a lei. Desidero solamente che sappiate che io sono pronto ad affrontare la Fortuna, purché la mia coscienza non mi rimorda, qualunque cosa essa mi riservi. 94-99 Non suona nuova alle mie orecchie una tale profezia, perciò giri pure la Fortuna la sua ruota come vuole, e il contadino (giri come gli pare) la sua zappa . Il mio maestro allora volse indietro il viso verso destra e mi guardò; poi disse: «Sa ascoltare con profitto, chi prende nota di ciò che sente . (vv. 100-124) Altri sodomiti: chierici e letterati famosi 100-102 Ma non per questo smetto di parlare camminando insieme a ser Brunetto e chiedo chi sono i suoi compagni più famosi e più importanti. la nascita di Cristo; fu fatto: lat. factus est = divenne. 84. ad ora ad ora: di tanto in tanto. L e spressione significa che l insegnamento di Brunetto non fu per Dante continuativo, ma ebbe il carattere di legame fatto di stima e affetto paterno, da parte del maestro, di rispetto e ammirazione, da parte del disce polo. 87. lingua: metonimia, sta per «parole . 88. scrivo: metaforicamente: nel libro della memoria. La metafora della memoria come libro in cui il poeta legge gli avvenimenti passati, per ricavare il significato metafisico è uno stilema che Dante usa nel proemio del la Vita nuova (In quella parte del libro de la mia memoria ) e rinvia al v. 8 del canto II dell Inferno: o mente che scrivesti ciò ch io vidi. L immagine del libro per indicare i ricordi e le esperienze passate era già apparsa nelle Ri- me (LXVII, v. 59), e tornerà nei canti XV (v. 50: magno volume) e XXIII (vv. 53-54: mai non si stingue/del libro che l preterito rassegna) del Paradiso. 89. chiosar: la chiosa è una nota, un chia rimento, un commento al testo ( Parole in chiaro). 89. con altro testo: con un altra profezia, quella di Farinata (Inf. X, 132). 90. a donna: Beatrice, ma sarà il trisavolo Cacciaguida, nel canto XVII del Paradiso (vv. 94 sgg.), che chiarirà a Dante il signifi cato delle profezie. 92. garra: il garrire è il verso stridulo delle rondini; quindi fare la voce stridula, rimpro verare. 94. arra: anticipo, caparra. 95-96. però giri ... marra: è una espressio ne proverbiale: la fortuna faccia girare la sua ruota a caso, come il contadino la sua zappa. Inferno Brunetto Latini 155

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato