Dante maestro di retorica – La tenzone: risponder per le

118 Canto X Dante maestro di retorica La tenzone: risponder per le rime Disputa poetica di origine provenzale molto diffusa nella letteratura medioevale, la tenzone consiste in una serie di strofe che un poeta indirizza al suo avversario, il quale risponde a sua volta. Nella poesia italiana le tenzoni poetiche si svolgono per lo più in sonetti e la risposta avviene quasi sempre per le rime , nel senso che lo sfidato risponde con le stesse rime presenti nel componimento dello sfidante. Dante si cimenta più volte nelle tenzoni poetiche: famose sono quella con il poeta senese Cecco Angiolieri e quella con l amico Forese Donati. Nel canzoniere di Cecco Angiolieri compare una parte della tenzone con Dante, ma non conosciamo le risposte del poeta fiorentino al senese. Tra Dante e l amico Forese nasce una corrispondenza di sei sonetti in cui i due poeti s insultano e si lanciano reciproche accuse (si veda Purgatorio canti XXIII e XIV e schede di p. 495-496). Come nasce lo scontro nel canto X? All interno del canto X il poeta fiorentino si cimenta in una tenzone poetica che ha come protagonisti Dante viator e Farinata degli Uberti. La domanda di quest ultimo («Chi fur li maggior tui? , v. 42) non è interlocutoria e di cortesia, ma l avvio della tenzone stessa: è la richiesta di prendere posizione di fronte alle lotte cittadine, di schierarsi, di svelare apertamente la propria fede politica. Quel «magnanimo di Farinata, comprendendo di aver di fronte un avversario politico, inizia un vero agone, una tenzone, divisibile in due tempi, con un intervallo rappresentato dall intervento di Cavalcante de Cavalcanti. esistano solo meriti umani, non sospetta che Dante, amico del figlio, possa essere in viaggio nell aldilà per grazia e in nome di una missione voluta dal Cielo. Il figlio Guido dovrebbe avere anche lui la possibilità di vedere l Oltremondo, se si valutano i meriti umani e l altezza d ingegno non inferiori (a suo avviso) a quelli di Dante. Questi, però, sottolinea che l amico Guido non volle intraprendere la strada per raggiungere la verità, sprezzando la tradizione cristiana e la fede. Sentendo il verbo al passato («ebbe ), Cavalcante sprofonda nella tomba, rattristato, perché convinto che Guido non viva più. Termina così l intervallo che ha la funzione di rallentare o di sospendere la tensione accumulatasi nel primo tempo della tenzone. Il secondo tempo Pur vedendo il dolore del consuocero generato dal fraintendimento delle parole di Dante, Farinata riprende la disputa esattamente là dove è stata sospesa. Farinata ha pronta una stoccata per pareggiare i conti con il concittadino: prima che trascorrano quattro anni anche Dante verrà esiliato. Nell ultima parte del secondo tempo la tenzone è, finalmente, caratterizzata da toni più morbidi. Dopo la captatio benevolentiae («E se tu mai nel dolce mondo regge, v. 82) Farinata chiede a Dante perché i fiorentini siano così spietati contro la sua famiglia. Dante risponde che la ragione è lo scempio che Farinata provocò a Montaperti. Dopo aver auspicato che gli Uberti possano finalmente trovare la pace e rientrare a Firenze, Dante si rivolge ancora al suo concittadino per sapere che cosa i dannati conoscano del futuro e del presente; lo prega poi di far sapere a Cavalcante che il figlio Guido è ancora in vita. La tenzone si chiude. Per i due viandanti è ormai ora di partire. Il primo tempo Nel primo tempo Farinata afferma che gli antenati di Dante furono da lui cacciati per ben due volte. Ferito nell orgoglio, Dante replica con una doppia stoccata che va a segno portandolo in vantaggio nei confronti del rivale concittadino: s ei fur cacciati, ei tornar d ogni parte (v. 49). I suoi parenti scacciati riuscirono, infatti, a rientrare, mentre quelli di Farinata non appreser ben quell arte (v. 51). I toni tra i due si fanno più accesi. L intermezzo di Cavalcante Il duello, ormai aperto, è sospeso solo grazie all intervento di Cavalcante de Cavalcanti, vicino di tomba di Farinata che, oltre ad essere accomunato a Farinata dalla colpa di essere epicureo, è a lui legato anche dal vincolo di parentela. Bice degli Uberti ha, infatti, sposato Guido Cavalcanti, figlio di Cavalcante. I due vicini di tomba sono, quindi, consuoceri. Cavalcante vive nella memoria del figlio, orgoglioso dell intelligenza e dei meriti intellettuali che Guido seppe dimostrare in vita. Pacato, discreto, con una patina di velata malinconia, il padre è convinto che L incontro con Farinata, miniatura di G. Giraldi, secolo XV.

La Divina Commedia
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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato