La Divina Commedia

E quei, che ben conobbe le meschine de la regina de l etterno pianto, 45 «Guarda , mi disse, «le feroci Erine. Quest è Megera dal sinistro canto; quella che piange dal destro è Aletto; 48 Tesif n è nel mezzo ; e tacque a tanto. Con l unghie si fendea ciascuna il petto; battiensi a palme e gridavan sì alto, 51 ch i mi strinsi al poeta per sospetto. «Vegna Medusa: sì l farem di smalto , dicevan tutte riguardando in giuso; 54 «mal non vengiammo in Tes o l assalto . «Volgiti n dietro e tien lo viso chiuso; ché se l Gorg n si mostra e tu l vedessi, 57 nulla sarebbe di tornar mai suso . Così disse l maestro; ed elli stessi mi volse, e non si tenne a le mie mani, 60 che con le sue ancor non mi chiudessi. O voi ch avete li ntelletti sani, mirate la dottrina che s asconde 63 sotto l velame de li versi strani. E già venìa su per le torbide onde un fracasso d un suon, pien di spavento, 66 per cui tremavano amendue le sponde, non altrimenti fatto che d un vento impet oso per li avversi ardori, 69 che fier la selva e sanz alcun rattento li rami schianta, abbatte e porta fori; dinanzi polveroso va superbo, 72 e fa fuggir le fiere e li pastori. Li occhi mi sciolse e disse: «Or drizza il nerbo del viso su per quella schiuma antica 75 per indi ove quel fummo è più acerbo . Come le rane innanzi a la nimica biscia per l acqua si dileguan tutte, 78 fin ch a la terra ciascuna s abbica, vid io più di mille anime distrutte fuggir così dinanzi ad un ch al passo 81 passava Stige con le piante asciutte. Dal volto rimovea quell aere grasso, menando la sinistra innanzi spesso; 84 e sol di quell angoscia parea lasso. Ben m accorsi ch elli era da ciel messo, e volsimi al maestro; e quei fé segno 87 ch i stessi queto ed inchinassi ad esso. Ahi quanto mi parea pien di disdegno! Venne a la porta, e con una verghetta 90 l aperse, che non v ebbe alcun ritegno. «O cacciati del ciel, gente dispetta , cominciò elli in su l orribil soglia, 93 «ond esta oltracotanza in voi s alletta? 43-48 Ed egli (Virgilio), che ben riconobbe le ancelle (meschine) della regina dell Inferno (Proserpina), luogo di eterno dolore, «Guarda , mi disse, «le feroci Erinni. Questa sul lato sinistro è Megera; quella che piange sulla destra è Aletto; Tesifone è nel mezzo ; e dopo aver detto ciò tacque. 49-51 Ciascuna di loro si lacerava il petto con le unghie; si battevano con le mani e gridavano così forte che per paura (sospetto) mi strinsi al poeta. 52-54 «Venga Medusa: così lo renderemo di pietra (di smalto) dicevano tutte guardando in giù; «abbiamo fatto male a non vendicare (vengiare) l assalto di Teseo . 55-63 «Voltati indietro e tieni gli occhi chiusi; perché se Medusa ( l Gorg n) compare e tu la vedessi, non sarebbe più possibile tornare su (suso) . Così disse il maestro; ed egli stesso mi voltò, e non si fidò delle mie mani, ma mi chiuse gli occhi anche con le sue. O voi che avete gli intelletti sgombri dall errore, osservate il senso nascosto sotto il velo di questi versi misteriosi. (vv. 64-105) Il Messo celeste 64-72 E già arrivava su per le onde torbide uno spaventoso suono fragoroso per cui tremavano entrambe le sponde, non diverso da un vento impetuoso (originato) dalle opposte temperature (ardori), che ferisce (fier) la selva e senza alcun ostacolo (rattento) schianta i rami, li abbatte e li trascina via; procede indomito sollevando la polvere e fa fuggire animali e pastori. 73-75 (Virgilio) mi liberò gli occhi e disse: «Ora concentra la forza (nerbo) della vista (viso) su quella antica acqua schiumosa verso quel punto in cui la nebbia è più acre (acerbo) . 76-81 Come le rane dinnanzi alla serpe nemica fuggono tutte attraverso l acqua fin quando si ammucchiano (s abbica) sulla terra, vidi più di mille anime dannate fuggire così dinnanzi a uno che camminava sullo Stige con i piedi asciutti. 82-87 Si toglieva dal volto quel fumo (aere) grasso, portando avanti la sinistra; e sembrava angustiato (lasso) solo da quel fastidio. Mi resi conto che era mandato dal cielo, e mi volsi verso il maestro; e quegli mi fece segno di stare zitto e inchinarmi a lui. 88-90 Ah, quanto pareva pieno di sdegno! Venne alla porta e con una verghetta la aprì e non incontrò resistenza. 91-93 «O cacciati dal cielo, gente spregevole , cominciò egli sulla terribile soglia, «da che cosa nasce (s alletta) in voi questa tracotanza? Inferno La città di Dite 107

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Edizione integrale aggiornata al nuovo Esame di Stato