per IMMAGINI – La gestualità italiana secondo Bruno Munari

per IMMAGINI La gestualità italiana secondo Bruno Munari Bruno Munari (1907-1998) è stato un eclettico artista e designer, che si è dedicato anche alla realizzazione di giochi e alla didattica creativa. Nel Supplemento al dizionario italiano, pubblicato nel 1963, egli propone un catalogo dei gesti più espressivi tipici degli italiani: mimiche facciali, segni con le mani, atteggiamenti del corpo, senza escludere i gesti più volgari. nota, infatti, a livello internazionale, la caratteristica degli italiani di parlare con i gesti , sottolineando in tale modo come anche la gestualità e i movimenti del corpo costituiscano una particolare e diversa lingua legata a una determinata società. Riportiamo l immagine di uno dei gesti più comuni, intitolato da Munari Che vuoi? e descritto nella seguente maniera: «Le estremità delle cinque dita si riuniscono rapidamente e formano un cono con il vertice in alto. La mano può restare ferma o essere scossa più o meno velocemente, secondo che la domanda è fatta con gentilezza o con imIl gesto italiano che sostituisce la pazienza. Molto usato a Napoli . domanda verbale: Che vuoi? . per strada una persona che conosciamo poco o non conosciamo del tutto: in questo caso, in genere, restiamo piuttosto lontani, rimarcando così, fisicamente, anche la distanza relazionale che ci separa dall interlocutore. Peraltro, tale situazione, che caratterizza interazioni più formali con l insegnante, un vigile urbano o un negoziante richiede un tono di voce più elevato rispetto a quello utilizzato in una relazione confidenziale, e una più chiara scansione delle parole. Il sistema cinesico riguarda tutte le forme di movimento del nostro corpo che esprimono qualcosa al nostro interlocutore. A volte tali movimenti non sono intenzionali e rivelano qualcosa di cui non siamo pienamente consapevoli, altre volte sono intenzionali e codificati all interno di una specifica cultura: se ne ha un esempio quando esprimiamo esplicitamente un no oscillando un dito orizzontalmente o quando, riferendoci verbalmente alle dimensioni di un oggetto, ne mimiamo con le mani la grandezza. Ci sono, poi, tipi di movimenti che esprimono stati d animo ed emozioni: ciò accade quando, per esempio, la tensione che deriva dal parlare in pubblico spinge qualcuno a grattarsi ripetutamente la testa, toccarsi i capelli o muovere in modo ossessivo una penna. Nelle forme espressive di tipo cinetico, la mimica facciale è quella più rivelatrice: si può sorridere, comunicando all interlocutore la nostra disposizione positiva nei suoi confronti, oppure aggrottare le sopracciglia, esprimendo rabbia o diffidenza. Il sistema vocale riguarda le forme dell espressione verbale, e cioè il tono della voce, la velocità con cui parliamo, il ritmo della conversazione, così come la presenza di risate o sbadigli. Quando siamo arrabbiati con qualcuno tendiamo, infatti, a parlare in modo più veloce e concitato; quando vogliamo dire qualcosa di affettuoso assumiamo un tono sommesso e un | Comunicazione, media e Internet | 309

Dialoghi nelle Scienze umane - volume 3
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Antropologia e Sociologia - Quinto anno del liceo delle Scienze umane