Le teorie locali della parola

possono essere definiti analfabeti nel senso corrente del termine. L analfabetismo, nelle culture a oralità ristretta, è un importante fattore di emarginazione e povertà per gruppi e fasce sociali che, per molteplici ragioni, non sono in grado di accedere alle risorse messe a disposizione dal sistema scolare. Quando una persona cresciuta in una cultura a oralità diffusa entra nel contesto di una cultura a oralità ristretta come per esempio molti migranti italiani all estero nella prima metà del Novecento si trova spesso a occupare una posizione socialmente svantaggiata rispetto a chi è in grado di accedere, grazie all alfabetizzazione, a informazioni e risorse. Problemi analoghi si presentano oggi nel contesto dei grandi flussi migratori dal Sud del mondo. LE CULTURE possono essere a ORALIT primaria diffusa ristretta quando quando quando la scrittura non è presente la scrittura è usata solo parzialmente (per leggi, calcoli ecc., ma non esiste alfabeto) la scrittura è ampiamente diffusa e radicata 3.2 LE TEORIE LOCALI DELLA PAROLA | Bronis aw Malinowski, durante la sua ricerca sul campo fra gli isolani delle Trobriand nel Pacifico occidentale, si accorse di un fenomeno molto importante dal punto di vista antropologico: in quella società a oralità primaria le parole pronunciate in particolari circostanze, come formule magiche, racconti, miti, discorsi morali, si caricavano di un potere causativo diretto: come se il dire fosse quasi un fare . Malinowski sostenne che quel tipo di linguaggio si avvicinava più alla sfera dell azione che non a quella del pensiero. Molti studiosi dimostrarono successivamente che nelle culture orali, in assenza di scrittura, le parole sono degli eventi, nel senso che accadono in un tempo preciso, cioè nel momento in cui vengono pronunciate, per poi svanire. ESEMPIO: gli agricoltori baruya della Nuova Guinea attribuiscono un potere straordinario all utilizzo dei nomi; per contrastare la presenza di parassiti tra le piante dei loro orti, essi attuano una sorta di rituale magico in cui la pronuncia dei nomi segreti delle specie servirebbe a scacciarle. Ritengono infatti che i nomi propri, i nomi di oggetti o di divinità abbiano un potere di controllo effettivo sulle cose e sulle persone. Le credenze e le azioni rituali che in una cultura definiscono le potenzialità delle parole vengono chiamate dagli antropologi teorie locali della parola. | Linguaggi e forme espressive | 235

I colori dell’Antropologia
I colori dell’Antropologia
Secondo biennio e quinto anno del liceo delle Scienze umane