3. Le grandi religioni

3. Le grandi religioni

3.1 caratteristiche delle grandi religioni

In questo capitolo parleremo delle grandi religioni, intendendo con questa espressione le religioni che:

  • sono più diffuse per numero di credenti;
  • sono distribuite in diversi paesi del mondo;
  • si basano su testi sacri, che hanno per lo più carattere di rivelazione divina: in questo caso si parla di ▶ religioni rivelate;
  • affermano il bisogno degli esseri umani di essere liberati da un mondo imperfetto e riscattati dal peccato con una qualche forma di salvezza (▶ redenzione).

È bene chiarire che è impossibile fare una comparazione tra fenomeni culturali e storici così complessi e diversi, come sono le grandi religioni: il nostro scopo è darne una sintetica descrizione e illustrarne alcuni aspetti antropologici importanti.

Si tratta di religioni che nel corso di secoli hanno superato i confini dei loro territori d’origine espandendosi molto o tramite il ▶ proselitismo, per esempio attraverso l’opera missionaria protestante durante il colonialismo europeo, oppure a seguito delle migrazioni dei fedeli in zone del mondo diverse. Il recente aumento dei movimenti migratori a partire dal XX secolo ▶ unità 10, p. 414 | e la grande diffusione dei mezzi di comunicazione e di Internet hanno incrementato maggiormente questa espansione.

Le relazioni fra una grande religione e una religione locale possono essere di coesistenza ed equilibrio, mantenendo separate le proprie tradizioni e ponendosi in un rapporto complementare o di competizione: è il caso del pluralismo religioso. Al contrario, quando due o più tradizioni religiose si mescolano e si fondono, specie se hanno già in partenza delle caratteristiche dottrinali simili, gli antropologi parlano di sincretismo religioso. È interessante notare che in molti casi si sono verificate situazioni di incompatibilità nella ▶ catechesi: per esempio in varie culture native con famiglie basate su strutture di parentela matrilineari ▶ unità 7, p. 271 | i missionari cristiani hanno avuto molte difficoltà a tradurre e a far comprendere concetti chiave del cristianesimo come l’espressione “Dio Padre”.

Ogni grande religione presenta numerose varianti locali e ciò ha comportato per le religioni con un impianto organizzativo centralistico il delicato compito di mantenere un equilibrio fra le differenze locali e l’ortodossia della tradizione dottrinaria sui fondamentali principi della fede.

Le due grandi religioni globali che danno maggiore importanza all’opera di conversione per acquisire nuovi fedeli (proselitismo) sono il cristianesimo e l’islam. Storicamente i loro rapporti con le religioni locali sono stati spesso violenti (distruzione fisica di luoghi e oggetti sacri) e hanno comportato la costruzione di luoghi di culto cristiani (chiese) o islamici (moschee) sovrapposti ai siti sacri originari delle varie tradizioni locali.

Le grandi religioni sono immerse da secoli in un complesso divenire storico. Tutti i credenti si confrontano oggi costantemente con il tema della laicità dello Stato, con forme più o meno autoritarie di organizzazione politica e legislativa, con i conflitti economici e sociali derivanti da un mondo anch’esso in costante mutamento, in cui accanto ai fenomeni migratori, alle sfide della globalizzazione, alla nascita di nuovi culti sincretici, assistiamo all’insorgere di violenti fondamentalismi religiosi che assieme al dibattito sulla ▶ secolarizzazione sono fra i maggiori fenomeni antropologici della contemporaneità.

Per trattare i loro aspetti dottrinali e storici, al fine di darne almeno un quadro sintetico, possiamo suddividere le grandi religioni in tre gruppi principali: il gruppo semitico, il gruppo indiano e il gruppo asiatico (quest’ultimo riferito ai maggiori paesi dell’Asia orientale: Cina e Giappone).

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3.2 Il gruppo semitico

Ebraismo

È la religione degli ebrei, che per il suo monoteismo si differenziò dalle religioni degli altri popoli antichi. Il testo sacro dell’ebraismo è la Bibbia con esclusione del Nuovo Testamento, perché gli ebrei non riconoscono Gesù come il Messia da loro atteso. Fondato sull’“alleanza” tra Dio e Abramo estesa a tutto il popolo ebraico (il popolo “eletto”, scelto da Dio) con la legge ricevuta da Mosè sul monte Sinai (il Decalogo), il culto degli ebrei, fino alla distruzione del secondo tempio da parte dei Romani nel 70 d.C., fu di tipo sacerdotale e sacrificale. Da alcuni secoli esisteva però anche un culto legato solo alla proclamazione dei testi rivelati, praticato nelle sinagoghe a opera di laici. Molto importanti sono le feste ebraiche per il loro carattere memoriale: Pasqua, in ricordo della liberazione dall’Egitto; Pentecoste, in ricordo dell’alleanza sinaitica; Capanne, in memoria della permanenza nel deserto; Hanukkah, in memoria della riconsacrazione del tempio; Purìm, in ricordo della liberazione dallo sterminio di cui furono minacciati gli ebrei di Persia (secondo il libro biblico di Ester); oltre alle due grandi feste penitenziali del Capodanno e della Espiazione, con il digiuno, cioè la festa di Kippūr.

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Cristianesimo

È la religione sorta dalla predicazione di Gesù di Nazareth, riconosciuto come il Messia o Cristo (dall’ebraico māshīah e dal greco kristós, cioè “unto”, “consacrato” dal Signore). L’adesione al cristianesimo presuppone la fede in Gesù morto e risorto per manifestare la volontà del Padre di portare a compimento le promesse dell’Antico Testamento. Diffusosi dapprima in Palestina e nei centri urbani del Mediterraneo, divenne religione ufficiale dell’Impero romano nel IV secolo con gli imperatori Costantino e Teodosio. I primi concili ecumenici concentrarono la loro attenzione sulla persona di Gesù, sia dal punto di vista della sua relazione con il Padre e con lo Spirito Santo (questione della Trinità), sia della coesistenza in lui di divinità e umanità (cristologia). Tutte le chiese cristiane condividono fra loro il Credo, con cui professano la sovranità di Dio, creatore e padre di tutti i viventi, la redenzione dell’umanità mediante l’incarnazione, morte e resurrezione di Gesù, suo figlio, il dono dello Spirito Santo, amore del Padre e del Figlio e portatore di nuova vita nel credente.

In base al tipo di confessione che si è storicamente sviluppata all’interno del cristianesimo su differenze dottrinali e di interpretazione dei testi biblici, la chiesa cristiana può essere cattolica, protestante, ortodossa e copta.

  • La confessione cristiana cattolica (dal greco katholikós, “universale”) afferma di essere l’unica vera chiesa in totale continuità con la tradizione cristiana e si caratterizza per l’organizzazione gerarchica imperniata sul vescovo di Roma: il papa. I principi del cattolicesimo vennero fissati dal Concilio di Trento nel 1566, che formalizzò le differenze fra la dottrina cattolica e quella protestante: per stabilire il contenuto della rivelazione, oltre alla Bibbia è decisiva la testimonianza della tradizione. I sacramenti sono sette, tutti istituiti da Gesù Cristo: battesimo, cresima, eucaristia o comunione, confessione, matrimonio, ordine sacro, unzione degli infermi. I dogmi, ossia le verità di fede, professati esclusivamente dai cattolici sono diversi, tra cui l’Immacolata concezione di Maria (Maria è stata concepita pura, senza peccato originale), l’infallibilità del papa, l’Assunzione della Vergine (finita la sua vita terrena, la Vergine fu accolta in Paradiso con l’anima e il corpo accanto al Figlio e a Dio Padre).
  • La confessione cristiana protestante poggia sul patrimonio dottrinale e istituzionale sviluppato dalla Riforma protestante voluta da Martin Lutero (1483-1546). Il nome risale alla “protesta” presentata alla Dieta di Spira nel 1529 dai principi e dalle città luterane della Germania contro la condanna per eresia di Martin Lutero da parte di papa Leone X. Le prime forme di protestantesimo furono il luteranesimo, lo zwinglismo, il calvinismo e l’anglicanesimo. Le varie chiese sono unite nella rivendicazione della grazia di Dio che di per se stessa, cioè senza bisogno delle opere, salva gli esseri umani.
  • La chiesa ortodossa è espressione delle chiese cristiane di rito bizantino fedeli ai primi sette concili ecumenici e perciò autodefinitesi ortodosse e staccatesi da Roma con lo scisma del 1054. Le chiese ortodosse si differenziano dalle chiese orientali monofisite (quelle che credono nella sola natura divina di Gesù), che accettano invece soltanto i primi tre concili. La più numerosa è la chiesa ortodossa russa. Il credo degli ortodossi fa perno sulla comunione fra chiese sorelle, sul ruolo liturgico e sacramentale del vescovo e sulla vita monastica. La ricca liturgia bizantina formatasi a Costantinopoli nel I secolo si caratterizza soprattutto per il canto senza strumenti e per la venerazione delle icone (le statue sono vietate).
  • La confessione cristiana copta comprende gli egiziani rimasti cristiani dopo la conquista araba, nel 642 d.C. L’aspetto principale è la fede nella sola natura divina di Gesù (monofisismo); la lingua liturgica è il copto sviluppatosi dall’antico egiziano.

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Islam

È la religione fondata dal profeta Maometto nei primi decenni del VII secolo d.C., basata sulla rivelazione del Corano, il testo sacro. È l’ultima delle grandi religioni monoteistiche rivelate, dopo l’ebraismo e il cristianesimo.

Fonte rivelata è anche la Sunna o tradizione autentica di detti o atti di Maometto. L’islam, che significa “sottomissione”, “abbandono a Dio”, “fede” (mentre muslim, “musulmano”, è chi professa l’islam) è un rigoroso monoteismo che intende confermare e completare le rivelazioni dei profeti anteriori a Maometto come Mosè e Gesù, per cui Maometto è considerato il “sigillo dei profeti”. L’islam professa la sua fede in un Dio creatore di tutte le azioni umane, legislatore, giudice ma anche compassionevole verso chi si pente. Vi è la credenza nel giudizio universale, nel paradiso, nell’inferno e nella resurrezione dei morti. Molto importante è la fede nell’esistenza eterna del Corano e nella sua rivelazione letterale ▶ APPROFONDIAMO |. I precetti fondamentali sono cinque: la professione di fede, la preghiera canonica almeno cinque volte al giorno, l’elemosina, il digiuno nel mese di Ramadàn, il pellegrinaggio alla Mecca almeno una volta nella vita. Nell’islam non esistono sacramenti né clero.

Con il termine “islam” si intende anche collettivamente il sistema sociale, culturale e politico che ne assume i principi. Quando Maometto iniziò la sua predicazione pubblica nella Penisola arabica e postulò la creazione di una nuova comunità (umma), fondata sulla comune appartenenza politica e religiosa, diventò a tutti gli effetti il capo religioso e militare del nuovo Stato islamico. Ma fu solo in questo primo periodo che i due ambiti, religioso e politico, coincisero pienamente. Il ▶ califfato, dopo la conquista arabo-islamica del Medio Oriente, a partire dal IV secolo, stabilì la supremazia politica e geografica dell’islam nei territori conquistati e fornì la base istituzionale e politica dell’islam quale religione dominante. Nel corso del tempo la separazione fra potere religioso e potere politico non fu mai netta, rimanendo segnata da una certa ambiguità. Gli Stati musulmani da un lato sono considerati strumenti del potere secolare, ma dall’altro sono visti come gli eredi del passato musulmano, in quanto viene loro attribuito un significato religioso che deriva dalla continuità storica con il califfato.

I seguaci dell’islam si possono suddividere in due gruppi principali:

  • i sunniti: sono la maggioranza, sono i fedeli ortodossi dell’islam, che assunsero tale nome per affermare il fatto di essere i seguaci della vera tradizione o Sunna di Maometto.
  • gli sciiti: la loro origine risale alla morte del Profeta e a differenza dei sunniti seguono anche la tradizione dei discendenti di Maometto.

  INVITO ALLA LETTURA 
Ida Zilio-Grandi, Il Corano e il Male, Einaudi, 2002

Ida Zilio-Grandi, specializzata in islamologia, lingua araba e relazioni e politiche internazionali, in questo libro esplora molti dei versetti del Corano e analizza il significato del male nel testo sacro dell’islam. Attraverso un’indagine profonda sul male da una prospettiva coranica, emerge la relazione stretta tra malvagità e sofferenza, frutto della punizione divina come conseguenza delle trasgressioni compiute dall’uomo, ma si distingue anche la figura di Dio che è Misericordia, Giustizia e Libertà.

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approfondiamo  Quanti islam ci sono?

L’islam, nato nel VII secolo nella Penisola arabica, si è poi diffuso in società dissimili per organizzazione, lingua, costumi e condizioni ambientali: dagli aspri villaggi berberi alle sontuose città persiane, dalle tende dei nomadi centroasiatici ai porti mercantili sull’Oceano Indiano, dalle verdeggianti valli balcaniche alle periferie nere delle metropoli americane. In tredici secoli di storia, l’islam ha conosciuto frammentazioni e talvolta conflitti tra le sue fazioni, scuole teologiche e giuridiche, confraternite e correnti.

Sin dai primi studi antropologici sul tema, si è posto l’accento sulla diversità di forme che la fede islamica può assumere in contesti differenti. Clifford Geertz, per esempio, ha aperto la strada all’idea di islam “al plurale” comparando l’islam indonesiano, ricco di echi delle vicine religioni indiane, con l’austero misticismo dell’islam marocchino. Il filosofo e antropologo britannico Ernest Gellner, invece, ha dimostrato come anche all’interno di una singola società musulmana vi sia una varietà di forme: secondo lui, la tradizionale struttura sociale araba prevede un’oscillazione ciclica tra l’islam ortodosso dei centri urbani, sedi delle scuole coraniche, e il “culto dei santi” praticato dai clan di pastori, bisognosi di intermediari tra la sfera umana e quella divina.

A questa diversità di forme, tuttavia, fanno da contrappeso elementi comuni imprescindibili: la centralità del Corano, l’esempio del Profeta, preservato in testi chiamati hadith, il valore del monoteismo assoluto, e, elemento non trascurabile, l’idea che l’islam sia uno e indivisibile. Per spiegare questa contraddizione, alcuni studiosi hanno fatto ricorso ai concetti di “grande tradizione” – basata sui testi sacri, e quindi universale – e “piccola tradizione” – esito di interpretazioni e costumi locali, e pertanto molteplice e frammentaria.

Questa analisi si è però rivelata problematica: osservata da vicino, ogni “piccola” tradizione locale poggia infatti sui testi della “grande” tradizione, al punto che operare una distinzione diventa impossibile. Le nuove generazioni di antropologi preferiscono quindi utilizzare un nuovo concetto introdotto dal pensatore britannico Talal Asad: quello di islam come “tradizione discorsiva”, un patrimonio multiforme e variegato di “istruzioni su come stare al mondo”, in perenne evoluzione ma ancorato stabilmente ai testi sacri (Corano e hadith) e alla loro continua reinterpretazione.

  INVITO ALL’ASCOLTO 
The music of Gurdjieff/de Hartmann

Questo CD è una raccolta di brani musicali composti dal filosofo, personaggio mistico e guida spirituale Giorgi Ivanovič Gurdjieff (1866-1949) e il compositore russo Thomas de Hartmann (1885-1956). Gurdjieff vedeva nella musica un modo benefico per curare le malattie, oltre che per trasmettere messaggi spirituali. La musica che ha composto assieme a de Hartmann è un particolare lavoro sulle vibrazioni delle note che accompagnavano l’esecuzione di alcune danze sacre, chiamate “Movimenti”. Ivi si intrecciano la variazione melodica che Gurdjieff stesso aveva ascoltato in monasteri e luoghi sacri frequentati nei suoi viaggi in Medio Oriente e Asia e la duttilità musicale di de Hartmann.

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3.3 Il gruppo indiano

Induismo

Il termine deriva dal fiume Indo ed è stato adottato in Occidente dal XIX secolo per indicare la multiforme esperienza religiosa della civiltà indiana nella sua fase più recente, a partire dal III secolo a.C., successiva alla religione vedica (ca. 1500 a.C.) e al brahamanesimo (ca. 800 a.C.). La fase vedica presenta una religione ritualistica e invoca come dio supremo l’una o l’altra divinità del politeismo, assurte all’immortalità da una condizione mortale nella fase brahaminica. Le ▶ Upànishad delineano la ricerca di una realtà suprema con la trasmigrazione delle anime (samsāra) regolata per ogni nuova incarnazione di ciascun essere vivente dalla somma delle azioni (karman) buone o cattive compiute nelle esistenze precedenti. Le divinità preminenti dell’induismo sono Brahamā, Visnu, e Śhiva, la triade divina più venerata (trīmūrti).

L’induismo professa la dottrina della rinascita. L’atteggiamento spirituale fondamentale è la bhaktì (“devozione”, “amor di dio”), la partecipazione personale a un’esperienza divina che trova la sua massima attestazione nella Bhagavadgītā, la parte poetica con valore di testo sacro del grande poema epico indiano Mahābhārata (IV secolo a.C.).

Buddismo

È la dottrina salvifica annunciata dal Buddha, in sanscrito il “Risvegliato”, titolo con cui è designato Siddhārtha Gautama (ca. 565-486 a.C.), della nobile famiglia dei Shakya, nato a Kapilavstu in India settentrionale. Il buddismo si fonda sulla comprensione esistenziale delle quattro nobili verità: la verità del dolore, della sua origine, della sua estinzione, e della via che conduce alla verità. La verità del dolore fa emergere il carattere negativo dell’esistenza, concepita come una catena ininterrotta di vite, con la possibilità di rinascere (samsāra) nella condizione di uomo o animale, essere infernale o creatura celeste. Occorre liberarsi dall’attaccamento al piacere sensibile e alla vita intesa come persistenza nell’essere. La salvezza è perciò denominata da Buddha “estinzione” (nirvana) del dolore mediante l’ottuplice sentiero: retta opinione, retta risoluzione, retto parlare, retto agire, retto modo di sostenersi, retto sforzo, retta concentrazione, retta meditazione.

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3.4 Il gruppo asiatico

In questo gruppo comprendiamo due grandi religioni sviluppatesi in Cina (taoismo e confucianesimo) e una sviluppatasi in Giappone (shintoismo).

Taoismo

Il termine cinese dao, “via”, è nel taoismo il processo di mutamento e divenire di tutte le cose. Il taoismo è un sistema filosofico e una religione organizzata derivati dall’insegnamento del filosofo cinese Lao Zi (IV-V secolo a.C.), alla cui base sta il Tao teh ching (“Libro della vita e della virtù”) a lui attribuito. Nel II secolo a.C. si strutturò come religione con divinità, riti, templi, accogliendo anche pratiche sciamaniche o magiche. Professa la profonda importanza dell’essere in armonia coi ritmi del cosmo ed ha avuto un notevole influsso sulla civiltà cinese.

Confucianesimo

Confucio, in cinese K’ung fu tzu (Kong Fuzi), cioè maestro K’ung (ca. 551-479 a.C.) è stato un pensatore e uomo di Stato cinese, il più autorevole sistematore della dottrina filosofica, politica ed etica che a lui si richiama, il confucianesimo. Secondo Confucio, e i pensatori successivi, l’uomo deve adeguarsi all’armonia celeste praticando la rettitudine e la benevolenza. Alla base della società c’è la famiglia, e lo Stato stesso viene concepito come una grande famiglia. I riti, il rispetto delle gerarchie, lo studio dei classici assicurano l’accordo fra ordine sociale e universale garantito dall’imperatore. Il confucianesimo è rimasto dottrina ufficiale della Cina e materia d’esame per i funzionari statali sino al XX secolo. Prima dell’avvento del regime comunista era praticato da 310 milioni di persone.

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Shintoismo

Lo shintoismo, o shintō (“via degli dèi”) è la religione nazionale del Giappone. È un politeismo naturalistico ed etnico. Il Kujiki e il Nihongi, i due maggiori testi sacri (VIII secolo d.C.) menzionano numerose divinità primordiali tra le quali emerge una coppia divina, Izanagi e Izanami, da cui attraverso complesse vicende ricevono la vita numerose altre divinità, le isole stesse del Giappone e l’imperatore della dinastia ancora oggi regnante, Naruhito, salito al trono in seguito all’abdicazione del padre Akihito. Lo shintoismo ha una peculiare nozione del divino, i kami, divinità ma anche forze o aspetti della natura, eroi e defunti. È una religione rituale, attualmente praticata spesso insieme al buddismo.

  esperienze attive

Conosciamo le religioni Dividetevi in gruppi da due o da tre. Ora, provate a farvi l’un l’altro le seguenti domande. Sei credente? Perché per te è importante credere? Quali sono i luoghi in cui vai a pregare? Ci sono degli oggetti religiosi che ti accompagnano nella tua vita quotidiana? Perché li porti con te? Per te è difficile “credere”? Dopo aver fatto queste domande, chiedetevi: quante cose non sapevate l’uno dell’altro?

per lo studio

1. Perché cristianesimo e cattolicesimo non sono la stessa cosa?

2. Qual è la differenza fra sunniti e sciiti?

3. In che cosa crede un buddista?


  Per discutere INSIEME 

Leggi attentamente il capitolo, e in base anche a quello che hai letto nei capitoli precedenti, discuti insieme ai tuoi compagni sull’importanza della religione e sulle specificità delle grandi religioni. Ci sono alcune religioni che non conoscevate? E di quali feste e riti di queste religioni siete al corrente? Ci sono alcune religioni che vi affascinano più di altre? Scambiatevi idee e opinioni.

I colori dell’Antropologia
I colori dell’Antropologia
Secondo biennio e quinto anno del liceo delle Scienze umane