I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO -

Letteratura e Grande guerra 40 45 50 55 60 65 70 75 80 11a e la 12a, seguirono di corsa. In pochi secondi tutto il battaglione era di fronte alle trincee nemiche. Che noi avessimo gridato o no, le mitragliatrici nemiche ci attendevano. Appena oltrepassammo una striscia di terreno roccioso ed incominciammo la discesa verso la vallata, scoperti, esse aprirono il fuoco. Le nostre grida furono coperte dalle loro raffiche. A me sembrò che contro di noi tirassero dieci mitragliatrici, talmente il terreno fu attraversato da scoppi e da sibili. I soldati colpiti cadevano pesantemente come se fossero stati precipitati dagli alberi. Per un momento, io fui avvolto da un torpore mentale e tutto il corpo divenne lento e pesante. Forse sono ferito, pensavo. Eppure sentivo di non essere ferito. I colpi vicini delle mitragliatrici e l incalzare dei reparti che avanzavano alle spalle mi risvegliarono. Ripresi subito coscienza del mio stato. Non rabbia, non odio, come in una rissa, ma una calma completa, assoluta, una forma di stanchezza infinita attorno al pensiero lucido. Poi anche quella stanchezza scomparve e ripresi la corsa, veloce. Ora, mi sembrava di essere ridivenuto calmo, e vedevo tutto attorno a me. Ufficiali e soldati cadevano con le braccia tese e, nella caduta, i fucili venivano proiettati innanzi, lontano. Sembrava che avanzasse un battaglione di morti. Il capitano Bravini non cessava di gridare: «Savoia! . Un tenente della 12a mi passò vicino. Era rosso in viso e impugnava un moschetto.8 Era un repubblicano e aveva in odio il grido d assalto monarchico. Egli mi vide e gridò: «Viva l Italia! . Io avevo in mano il bastone da montagna. Lo levai in alto per rispondergli, ma non potei pronunciare una parola. Se noi ci fossimo trovati su un terreno piano, nessuno di noi sarebbe arrivato ai reticolati nemici. Le mitragliatrici ci avrebbero falciati tutti. Ma il terreno era leggermente in discesa e coperto di cespugli e di sassi. Le mitragliatrici erano obbligate continuamente a spostare l elevazione e il puntamento, e il tiro perdeva della sua efficacia. Non pertanto,9 le ondate d assalto diradavano e su mille uomini del battaglione, pochi restavano in piedi ed avanzavano. Io guardai verso le trincee nemiche. I difensori non erano nascosti, dietro le feritoie. Erano tutti in piedi e sporgevano oltre la trincea. Essi si sentivano sicuri. Parecchi erano addirittura dritti sui parapetti. Tutti sparavano su di noi, puntando calmi, come in piazza d armi.10 Io urtai contro il sergente dei guastatori. Egli era rovesciato su un fianco, cinto della corazza, l elmetto forato da parte a parte. Era stato colpito alla testa, mentre incitava i suoi compagni, e ripeteva il grido che gli era stato troncato, con una cantilena pietosa: «Avan avan . Attorno, giacevano tre guastatori, con le corazze squarciate. Giungevamo alle trincee. Anche il capitano Bravini cadde colpito, ed io lo vidi, le braccia aperte, sprofondarsi in un cespuglio. Lo credetti morto. Ma, subito dopo, ne sentii il grido di «Savoia! ripetuto, ad intervalli, con voce fioca. Il battaglione doveva attaccare su un fronte di 250-300 metri. Ma l avvallamento del terreno ci aveva involontariamente sospinti, man mano che avanzavamo, verso la stessa striscia di terreno antistante alle trincee nemiche, larga appena una cinquantina di metri. Le mitragliatrici non potevano più colpirci, ma noi offrivamo, ai 8 moschetto: fucile leggero e a canna corta. 9 Non pertanto: non per questo. 10 Tutti d armi: i soldati austriaci spa- rano agli italiani come se fosse un esercitazione al bersaglio. 791

I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
I colori della letteratura ed. NUOVO ESAME DI STATO - volume 3
Dal secondo Ottocento a oggi